Per la celebrazione della festa della Madonna Addolorata presso la parrocchia San Sebastiano in Forio il Vescovo Carlo ha sintetizzato il valore cristiano della processione con Maria
Devozione, fede, tradizione, ricordi d’infanzia, emozioni, speranze e desideri si mescolano nei cuori di quanti nel giorno dell’Addolorata, il venerdì che precede la Domenica delle Palme per noi isolani, si mettono in cammino dietro la preziosa e amata effige della Madonna Addolorata per le strade di Forio. Tradizione antica e ben radicata nel popolo foriano che la porta avanti con passione, tramandandola alle giovani generazioni, le quali non fanno mancare il loro contributo. Così è stato anche quest’anno nella mattina di venerdì 22 marzo, dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Carlo. Il Vescovo nell’omelia ha voluto sottolineare il valore della festa, ma soprattutto della processione che ad essa segue.
Nel brano del Vangelo di Giovanni proclamato per la celebrazione, Gesù morente sulla croce affida Giovanni, il discepolo prediletto, a Maria e questo affidamento diventa emblema dell’affidamento a noi di Maria:
«È come se in questo accogliere del discepolo ci fosse anche il nuovo accogliere, come se su quella croce Gesù avesse affidato a noi la sua Chiesa, la madre di Gesù, e noi come figli la accogliamo, così come il discepolo che lui amava la accolse con sé, anche noi abbiamo accolto ogni giorno nella nostra vita la madre di Gesù».
Nella presenza numerosa dei fedeli intorno alla devozione che circonda la figura di Maria Addolorata si scorge dunque la consapevolezza del peso di questo affidamento che è reciproco, di Maria a noi e di noi a Maria – ha proseguito il Vescovo – che sta anche ad indicare una grande responsabilità, poiché siamo chiamati, in tale atto di affidamento, ad esserne poi testimoni di fronte al mondo. E in questo senso che va intesa la processione dell’Addolorata: deve essere il segno tangibile della relazione che Gesù dalla croce ha stabilito per noi, la processione ci rende testimoni dell’amore di Dio per noi e dell’amore che noi abbiamo verso Dio e verso Maria:
«Mettendoci in cammino, portando in processione l’immagine della Vergine noi stiamo vivendo un momento di preghiera che deve diventare testimonianza fra di noi, ma anche testimonianza per coloro che non credono, ma cercano un senso per la loro vita, che si pongono domande sul senso profondo della vita».
Mettersi in processione dietro a Maria significa dire a tutti che la Madonna è sempre presente nella nostra vita, significa comunicare che noi abbiamo compreso il suo immenso dolore di madre e che sappiamo che lei a sua volta, per aver tanto sofferto, può comprendere i nostri dolori e le nostre sofferenze quotidiane. Dall’affidamento reciproco voluto da Gesù nasce dunque un legame profondo e intenso, quello tra madre e figli, tra Maria e noi, un legame in grado di illuminare i passi delle nostre vite.
È un senso di speranza e fiducia che deve dunque accompagnare coloro che escono in processione, ha concluso il Vescovo, augurando a tutti di portare in processione una preghiera: «Signore, aiutaci ad essere tuoi testimoni, Signore, questo nostro camminare insieme con Maria, tua madre e madre nostra, ci aiuti a comprendere che nel lungo, bello, ma talvolta doloroso cammino della nostra vita noi non siamo soli, ci hai affidati a tua madre, così come tua madre la affidi a noi»