Negli ultimi 25 anni abbiamo visto come lo sport abbia fatto un notevole passo avanti grazie alla tecnologia in diversi settori: a partire dall’abbigliamento tecnico all’uso delle telecamere in campo. Tutto ciò è apparso evidente davanti ai nostri occhi, basti pensare alle divise di calcio passate da voluminose e fluttuanti a sottili e aderenti sui corpi dei giocatori.
Ma c’è un altro aspetto che si sta evolvendo negli ultimi anni, lontano dagli occhi del pubblico in maniera pervasiva che tocca tutti gli aspetti dell’evento sportivo. L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo dello sport, offrendo nuove opportunità per migliorare le prestazioni degli atleti, ottimizzare gli allenamenti, prevenire gli infortuni e coinvolgere i tifosi.
Ad oggi le federazioni sportive che investono di più sull’IA sono le statunitensi NFL, MLB e l’NBA che la utilizzano per analizzare le statistiche di gioco, le prestazioni dei singoli giocatori, la prevenzione di infortuni e addirittura l’affluenza e la promozione per gli eventi sportivi.
In Europa, invece, la federazione più avanti sul fronte IA è la FIFA che sviluppa e aggiorna il VAR per aiutare gli arbitri a prendere decisioni sempre più precise in minor tempo.
L’esempio più vicino a noi di utilizzo di IA nel proprio gioco lo abbiamo dal Liverpool F.C., che grazie al connubio con DeepMind, società di proprietà del colosso dell’informatica Google, ha messo a punto TacticAI, programma che permette lo studio di strategie di gioco a partire da tutti i calci “da fermo” (fallo laterale, calcio d’angolo, punizioni).
Come reagiscono i giocatori all’utilizzo dell’IA nello sport?
Abbiamo visto che l’IA viene quasi imposta dall’alto agli atleti che sono la parte visibile dell’evento sportivo. Ma come viene percepito dagli stessi protagonisti? Le reazioni dei giocatori all’utilizzo dell’IA nello sport sono generalmente positive e riconoscono che l’IA può aiutarli a migliorare le loro prestazioni e a ridurre il rischio di infortuni.
Tuttavia, alcuni giocatori sono preoccupati per il potenziale impatto che questa tecnologia possa avere sulla propria carriera sportiva, perché analizzando meramente i puri dati numerici, questi possano sempre volgere in favore di atleti più “freschi”, rendendo la carriera sportiva più breve.
Esempio vincente di IA e Sport
Un esempio vincente di connubio tra sport e intelligenza artificiale arriva proprio dall’Italia e più precisamente dalla Ducati Corse, squadra di motociclismo nel MotoMondiale.
Ducati e Lenovo hanno sviluppato una propria intelligenza artificiale chiamata “Ducati Lenovo AI”. Il suo utilizzo principale è per lo studio dei dati delle telemetrie delle motociclette e fornire ai piloti feedback in tempo reale sulle loro prestazioni.
Nel 2021, Ducati e Lenovo hanno annunciato un impegno pluriennale per accelerare l’innovazione tecnologica nel mondo delle corse motociclistiche di Borgo Panigale. L’obiettivo della collaborazione è quello di sfruttare l’esperienza di Lenovo nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’high-performance computing (HPC) per migliorare le prestazioni delle moto Ducati e del team Ducati Lenovo MotoGP.
I risultati della collaborazione appaiono subito evidenti, infatti nello stesso anno, il Team Lenovo è primo nella classifica a squadre e per una manciata di punti manca il titolo piloti.
Nei due anni successivi vince tutto conquistando anche il titolo piloti che mancava dal 2007, e ancor più rilevante, afferrando il massimo trofeo con un’accoppiata pilota-moto F. Bagnaia/Ducati tutta italiana, che mancava dal 1972, a cinquant’anni dal binomio G. Agostini/MV Agusta.
Conclusioni
L’intelligenza artificiale ha il potenziale per rendere ogni società sportiva più competitiva, ma anche più sicura e spettacolare. Indirettamente ne beneficeranno anche tutte quelle attività che ruotano intorno alle stesse società, come la preparazione atletica, l’organizzazione del personale e la promozione degli eventi.