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Siamo noi nel posto giusto

Incontro promosso da Segni dei Tempi, Kaire, Pastorali sociale e giovanile di Pozzuoli e Ischia. Nelle relazioni di esperti e forze dell’ordine il mondo della scuola decisivo per cambiare

«In situazioni tragiche, come l’uccisione di Giovanbattista Cutolo, spesso sento dire “si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Ebbene, ho conosciuto don Peppino Diana, con gli scout abbiamo vissuto molte avventure insieme. Da allora ho iniziato a pensare diversamente. Non dobbiamo abituarci a questa frase. Seguendo questo ragionamento, Peppino o un innocente come GiòGiò si trovavano nel posto sbagliato solo perché qualcuno ha deciso di togliergli la vita. È fuori posto chi fa del male, chi toglie la vita, chi delinque, non le persone che vogliono vivere la bellezza e la gioia dell’avventura della vita. Non dobbiamo abituarci alle cose che non vanno, all’illegalità, al fatto che s’infrangono tante piccole leggi, a partire dal codice della strada. Perché si trasformano in abitudini a cose ben più grandi e ben più gravi. Dobbiamo coltivare l’abitudine a stare bene insieme, a rispettare le leggi, a viverle ogni giorno. Perché noi tutti siamo nel posto giusto al momento giusto». Questo l’appello del vescovo don Carlo Villano durante l’incontro sulla legalità organizzato da SdT e Kaire, dagli Uffici diocesani per la pastorale sociale e per la pastorale giovanile di Pozzuoli e di Ischia, gli istituti Virgilio, Majorana, Petronio.

Il convegno – nel quale studenti degli istituti scolastici coinvolti nell’organizzazione dell’evento e realtà del Terzo Settore hanno incontrato il vescovo, le istituzioni e le forze dell’ordine – ha avuto come tema “Legalità: Terra, Casa, Lavoro”. Queste parole sono state indicate da Papa Francesco come priorità per l’uomo nel libro “La dittatura dell’economia” (Edizioni Gruppo Abete), testo suggerito dal capitano Marco Liguori, comandante della Compagnia Carabinieri di Pozzuoli, condiviso con Renato Briganti, professore di istituzioni di diritto pubblico nell’Università Federico II di Napoli, e con gli organizzatori del convegno. Nei mesi precedenti, tra tutti è stato portato avanti un attento lavoro di costruzione dell’evento, che ha costituito la base per la buona riuscita dell’iniziativa. Gli studenti avevano, infatti, preparato diverse domande e riflessioni, perché la legalità è connessa anche alla qualità della vita. Elementi base per lo sviluppo locale sono lavoro, casa, città dignitose, servizi. Risulta determinante l’impegno personale, evitare atteggiamenti camorristici, avere stili di vita, curare e difendere l’ambiente, la propria città, il bene comune, riciclare, essere solidali, promuovere il valore della cultura.

Su queste tematiche si sono concentrati gli interessanti interventi del professor Briganti, del capitano Liguori, di don Fernando Carannante, vicario episcopale per la carità e cappellano della Casa circondariale femminile puteolana, del vice questore Ludovica Carpino del Commissariato Polizia di Stato di Pozzuoli, dei responsabili degli uffici per la pastorale sociale e del lavoro di Pozzuoli e di Ischia, Gennaro Campanile e Marianna Sasso. Sono state presentate anche esperienze concrete d’impegno come quella del Progetto Puteoli Sacra, illustrato don Enzo Cimarelli direttore della pastorale giovanile diocesana e presidente cooperativa “Regina Pacis”, insieme alla operatrice Sara, e dell’associazione di Ischia “E poi ritorniamo”, descritta da Andrea Di Meglio. Presentato anche il Circolo Laudato si’ interdiocesano di Pozzuoli e di Ischia da Pina Trani, con Paolo Tamma. Fattivo l’impegno dei professori Andreina Moio, don Elio Santaniello e il diacono Massimo Lepore, insieme ai loro colleghi degli istituti Virgilio, Majorana e Petronio. L’incontro, che ha avuto il patrocinio dell’Ucsi Campania, è stato moderato da Carlo Lettieri, addetto stampa della diocesi.

Particolarmente apprezzato dai partecipanti l’intervento di Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, presidente dell’Associazione “Giogiò vive”. Con commozione ha ricordato i valori e la vita del figlio, che aveva tanti interessi, ascoltava musica di vari generi, frequentava l’ultimo anno di studi del Conservatorio di San Pietro a Majella, suonava il corno inglese e il pianoforte, andava a lavorare per mantenersi gli studi, era “inclusivo”, aiutava i più deboli, come ha fatto la notte del 31 agosto, quando ha visto un ragazzo, sconosciuto, molestato e umiliato da un sedicenne che gli aveva versato la maionese in testa ed è intervenuto per difenderlo. Per questo gesto ha ricevuto due pallottole, sparate a bruciapelo, una nella schiena e una nel torace dopo che già era steso a terra. «Giovanbattista – ha evidenziato Di Maggio – non ci ha pensato due volte ad intervenire, non perché portava una pistola, ma perché “dentro” aveva Bach, Caravaggio, Strauss. Il brutto ha ucciso il bello. Il suo assassino è stato condannato a vent’anni, è un fallito, un perdente. I veri eroi sono quelli che rappresenta Giovanbattista. A voi giovani dico, seguite la bellezza».

Le conclusioni della mattinata sono state affidate al vice-sindaco di Pozzuoli e dirigente scolastico del Petronio, Filippo Monaco, e al vescovo di Pozzuoli e di Ischia, don Carlo Villano. Il convegno rappresenta ormai un appuntamento annuale, sulla scia dell’incontro particolarmente apprezzato che è stato realizzato nel 2023, legato alle figure del vescovo don Antonio Riboldi, a partire dal libro “Il coraggio tradito” del giornalista Pietro Perone, e del giornalista Giancarlo Siani.

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