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Chi controlla il controllore

I grandi della Terra si sono riuniti in Italia per parlare anche di intelligenza artificiale: vi ha presenziato anche Papa Francesco per ricordare che l’uomo deve rimanere in controllo in ogni situazione.

Il vertice G7 concluso la settimana scorsa, lascia perplessi quanti aspettavano un deciso passo avanti sulla legislazione in materia di intelligenza artificiale. Nelle poco più di due pagine dedicate nel resoconto sul G7, si leggono solo buone intenzioni ma nulla di concretamente realizzabile nell’immediato.

Tra l’altro è notizia di questi giorni che NYOB, il gruppo di tutela della privacy europeo, fa fare un passo indietro a Meta sull’addestramento della propria IA con i dati degli utenti iscritti ad Instagram.

Come scritto la settimana scorsa (leggi qui), la società ha denunciato Meta in 11 paesi europei per la sua condotta scorretta in materia di privacy, costringendo il più grande social network a rinunciare per il momento ai dati degli utenti europei.

Ma tornando al G7, è deludente il risultato finale del Summit dove si trovano solo intenzioni legate alla volontà di collaborare per un’intelligenza artificiale sicura e affidabile, proseguendo l’impegno comune in diversi settori, dall’amministrazione alla definizione di standard per il settore pubblico, come per esempio nel settore della giustizia.

In proposito, infatti il documento sottolinea che l’uso dei sistemi IA non deve interferire con il potere decisionale dei giudici né con l’indipendenza giudiziaria. Sul come affrontare questi problemi, però, il documento non contiene risposte.

Insomma, nel documento troviamo solo un “ripetersi” di intenzioni. Piccola curiosità, ho trovato il termine “reiterate” (ripetere, rinnovare) 44 volte in un documento di 36 pagine che parla di IA, ma anche dei conflitti in Ucraina e Israele, di situazioni di emergenza come Iran e Venezuela. La dice lunga su quanto fatto realmente dal G7 in questa occasione.

Un impegno più deciso viene da Papa Francesco che, al tavolo dei grandi, porta la reale argomentazione in materia di intelligenza artificiale: vogliamo usare l’IA al servizio dell’uomo, oppure rendere l’uomo al servizio dell’IA?

Il Santo Padre ha così espresso la sua preoccupazione: “Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita. Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine. Abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana.”

Con questo appello, il Papa esorta chi ha l’autorità per legiferare a non rimanere spettatore di una evoluzione che sta toccando tutti i cittadini del mondo, perché la sensazione è che i decisori facciano molta fatica a stare al passo dell’evoluzione delle tecnologie nonostante siano d’accordo sull’urgenza di trovare soluzioni. E non mancano esempi lampanti nella diffusione dell’IA.

OpenAI (creatore di ChatGPT) ha già ufficializzato un accordo con il governo del Brasile per introdurre tecnologie di IA a supporto della locale Avvocatura dello Stato nella gestione del contenzioso, per aumentare l’efficienza degli uffici e ridurre i costi associati alle liti.

Ancora più distopico quanto sta accadendo nel Regno Unito dove un candidato, Steve Endacott, ha creato il suo gemello digitale, AI Steve. Il programma elettorale è stato scritto dall’IA, il dialogo con gli elettori è completamente affidato a una chatbot (che può gestire fino a 10mila conversazioni simultanee) e, in caso di elezione, le decisioni sulle votazioni saranno prese dall’IA.

In definitiva occorre che chi siede al tavolo decisionale, prenda l’iniziativa per instradare questo strumento digitale al servizio di tutti, senza nascondersi dietro le “ripetute” promesse e tenendo bene a mente le parole di Papa Francesco.

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