Omelia del Vescovo Carlo per il 45° anniversario della ordinazione sacerdotale di don Luigi e don Antonio
Celebrare l’anniversario di una ordinazione sacerdotale è una festa che coinvolge una intera comunità, ma anche tutta la Chiesa. Così è stato per l’importante anniversario, ben quarantacinque anni, di due amati sacerdoti, don Antonio Angiolini e don Luigi De Donato, che con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Carlo, hanno ricordato insieme alle comunità da loro guidate e ai confratelli sacerdoti questa lunga porzione di vita vissuta da presbiteri. Il Vescovo nell’omelia ha voluto sottolineare il tema della fedeltà, a Dio, alla Chiesa e al popolo di Dio, come cifra che racchiude il senso e l’essenza del servizio sacerdotale:
«Essere fedeli al Signore significa essere fedeli alla nostra vocazione, che per noi è dono gratuito di Dio. Credo che per davvero non abbiamo fatto nulla per meritare questo dono, ma come diceva lo scrittore George Bernanos, tutto è grazia. La nostra vocazione è tutta grazia di Dio».
Il sacerdote riceve gratuitamente un grande dono, ma l’impegno al quale egli viene chiamato è di grande peso, un peso che diventa però gioia nel momento stesso in cui egli comprende la natura del suo incarico: fare esercizio continuo di comunione per portare il Vangelo a tutti e portare a più anime possibile la salvezza del regno di Dio.
Esercitare e portare la comunione, quella stessa comunione, che si incarna nella santissima Trinità, è il vero manifesto del dono del sacerdozio. Per questo – ha precisato il Vescovo – festeggiare l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale significa anche festeggiare la porzione di popolo di Dio che a quel sacerdote viene affidata:
«Il sacerdote è colui che ci annuncia il Vangelo, che amministra i sacramenti e non lo fa per se stesso, ma per il popolo di Dio, perché il suo compito è condurre le anime alla salvezza».
Per tale motivo – ha proseguito – è bello pensare che il sacerdote fedele a Dio e alla Chiesa, non si salva mai da solo, egli salva la sua anima insieme a quelle delle persone alle quali lui è riuscito a portare Cristo attraverso la sua parola e attraverso i sacramenti.
È quindi necessario oggi più che mai, pregare per le vocazioni, in un’epoca in cui a molti sacerdoti, anche sul nostro territorio sono affidate più parrocchie contemporaneamente:
«Io ringrazio questi sacerdoti, presenti anche qui oggi, per questo loro “correre” da una parrocchia all’altra. Dobbiamo perciò pregare per le vocazioni e perché ci faccia comprendere qual è il suo sogno per la nostra Chiesa».