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“Saluto le famiglie e tutti coloro che parteciperanno alla Manifestazione Nazionale «Scegliamo la Vita» del prossimo 22 giugno a Roma. Vi ringrazio per il vostro impegno e la vostra testimonianza pubblica a difesa della Vita umana dal concepimento alla morte naturale. Vi esorto ad andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità: la posta in gioco, cioè la dignità assoluta della Vita umana, dono di Dio Creatore, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla Vita umana non si fanno compromessi! Testimoniando la bellezza della vita, e della famiglia che la accoglie, costruiamo una società che rifiuti la cultura dello scarto in ogni fase dell’esistenza: dal più fragile nascituro all’anziano sofferente, passando per le vittime della tratta, della schiavitù e di ogni guerra. Su tutti voi invoco e impartisco di cuore la benedizione di Dio, autore e Signore della Vita.”

Questo messaggio esortante di papa Francesco datato “Dal Vaticano, 2 aprile 2024” è stato letto sul palco della meravigliosa manifestazione “Scegliamo la Vita” alla quale hanno partecipato circa trentamila persone consapevoli della preziosità della vita nascente, della famiglia naturale, di un fine vita naturale, di una normale esistenza non mediocre, non banale ma attiva, viva. Questo è il Popolo della Vita che sabato 22 giugno 2024 ha manifestato con gioia per le strade di Roma a partire da Piazza Repubblica intorno alle 14:00 raggiungendo i Fori imperiali verso le 16:45…e chissà quanti non hanno potuto partecipare.

Un popolo colorato, un popolo di famiglie con bimbi, di giovani, di consacrate e di consacrati, di sacerdoti, di religiose, che ha formato due cortei: il primo capitanato dalle majorette, dai percussionisti, dal trenino bianco pieno di anziani e bimbi, poi le associazioni pro-life; il secondo, numerosissimo, capitanato da Jacopo Cogue e Maria Rachele Ruiu i due portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus. Tutti accorsi da ogni parte d’Italia incoraggiati da papa Francesco a manifestare pacificamente il diritto alla Vita.

I dati ufficiali parlano di: un milione di aborti negli Stati Uniti nel 2023 (fonte: Ansa); 42,6 milioni nel mondo nel 2021 di cui 234.300 in Francia e 63.653 in Italia (fonte: Avvenire). La maggior parte dei quali con pillole abortive. È un dato impressionante di vittime, se si pensa che ogni aborto è un bimbo o una bimba che non nasceranno mai. Ciascuno di noi è infatti unico e irripetibile, con una dignità e un valore senza pari nell’universo intero. La vita umana di fatto è sacra e inviolabile.

L’emozione alla partenza è stata grande, come se si stesse muovendo un corpo di persone, tutte insieme, accomunate dalla consapevolezza che la storia la fa Dio, Signore della Vita, attraverso quegli uomini e quelle donne che dicono a Lui il loro sì. Un’emozione che il suono profondo dei tamburi e delle altre percussioni sosteneva durante il percorso, e così la musica vivace del secondo corteo. Trentamila fratelli e sorelle accomunati dalla libertà vera e liberante di chi sa che sta facendo la cosa giusta, gradita al Signore dei signori, e la sta facendo con amore: papà che aprivano ombrelli per proteggere i bimbi dal sole e mamme che portavano passeggini multipli al contrario per farli stare all’ombra; giovani che con la mano sinistra portavano il grande striscione e con la destra sgranavano il rosario pregando; sostenitori di associazioni e sacerdoti con manifesti pro-life sempre ben in vista nonostante il peso; bimbi che si divertivano sventolando le bandierine fucsia e bianco o blu e bianco; suore che pregavano o ballavano.

Un popolo, benedetto anzitempo da papa Francesco, che arrivato ai Fori imperiali ha ascoltato la testimonianza di Arturo Mariani, nato senza una gamba eppure, grazie al coraggio dei genitori che hanno detto il loro “sì” alla vita, nonostante il verdetto dei medici e grazie alla sua forza di volontà oggi è atleta, marito e papà, nonché coach motivazionale.

Maria Rachele Ruiu ci ha poi parlato di Madre Teresa di Calcutta e ha introdotto Massimo Gandolfini, medico chirurgo specialista in neurochirurgia e psichiatria. Riporto di seguito una parte del suo discorso. “L’Italia crede fermamente nella vita e nella famiglia. Non solo c’è, è presente ed è vivo questo popolo ma soprattutto ha una forte volontà di promuovere e difendere quei principi e i valori che hanno costruito la civiltà della nostra nazione. Negli ultimi decenni siamo investiti da ideologie e mode di pensiero che vorrebbero cancellare, spazzare via tutto.

Oggi si parla di cancel culture: devastante, ateo, senza Dio, agnostico, intriso di materialismo e relativismo etico, con lo scopo di cancellare ogni verità spirituale, religiosa e morale. «Una dittatura del relativismo che non conosce nulla di definitivo – ci ha insegnato Benedetto XVI – e che sta annientando il senso profondo dell’umano che vive dentro ogni persona fino ad annullare la stessa identità maschio e femmina. L’uomo abbandonato al proprio io e alle proprie voglie, avvelenato da un’idea di libertà che non conosce limiti, una libertà tossica che va chiamata col suo nome – libertinismo e libero arbitro – quest’uomo è condannato alla infelicità più assoluta dentro una solitudine disperata che annienta il senso stesso della vita.» Ci insegna il profeta: «Guai a coloro che chiamano bene il male e il male bene» (Isaia).

Oggi lo stiamo vivendo. E aumentano drammaticamente i suicidi, gli omicidi, violenze di ogni genere, tratte di esseri umani, matrimoni sfasciati, bambini sempre più soli, trattati come merce di scambio tra gli egoismi degli adulti, l’uso delle droghe e le maternità surrogate. Milioni di bambini cui è stato negato il diritto alla vita nel nostro paese dal 1978 ad oggi. E questa strage si chiama aborto. L’aborto porta con sé due vittime: il bimbo cui viene negato il fondamentale diritto alla vita e la mamma, la donna, che viene assai spesso lasciata totalmente sola negandole la possibilità di vivere quel momento di gioia immensa e indescrivibile che si chiama: avere il suo bimbo in braccio. Perfino la legge 194, che rimane una legge profondamente iniqua, chiede che la donna sia aiutata a rimuovere le cause che stanno orientando verso l’aborto.

Papa Giovanni Paolo II nel 1995 disse: «Fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile. […] l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita». E papa Francesco: «Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte; non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe. È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari! Mai più aborti, per favore!»

E ancora s. Giovanni Paolo II: «La tolleranza legale dell’aborto o dell’eutanasia non può in alcun modo richiamarsi al rispetto della coscienza degli altri, proprio perché la società ha il diritto e il dovere di tutelarsi contro gli abusi che si possono verificare in nome della coscienza e sotto il pretesto della libertà. Le leggi che autorizzano e favoriscono l’aborto e l’eutanasia si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica. L’aborto e l’eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare. Leggi di questo tipo sollevano un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante l’obiezione di coscienza. Nel caso quindi di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto.»

L’aborto non è un diritto è un delitto. L’eutanasia e il suicidio assistito non sono una scelta. Sono il trionfo dell’abbandono e dell’indifferenza. L’utero in affitto è il compimento brutale dello sfruttamento del ricco sul povero, anzi sulle donne povere. Il gender è un brutale indottrinamento che vuole avvelenare la natura stessa dell’umano e confondere la mente e lo spirito dei nostri giovanissimi. No al fatalismo o alla rassegnazione. Siamo qui per dire: Facciamo la storia della bellezza della vita!!”    

La manifestazione si è conclusa con il concerto del gruppo vicentino The Sun. Al 2025, anno della speranza!

di Angela Di Scala

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