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La Diocesi in campo nella prevenzione contro le dipendenze

Il 26 giugno è stata celebrata la Giornata Internazionale contro la droga, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1987. In occasione di questo importante appuntamento, il Dipartimento di Prevenzione e il Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASL Napoli 2 Nord hanno organizzato, nella piazza di Casamicciola, una serata per sensibilizzare sul tema, con il patrocinio del Comune.

Alla serata hanno partecipato, oltre alle responsabili dei due Dipartimenti dell’ASL, la dottoressa Antonella Mattera e la dottoressa Rosaria Colella, diverse associazioni, i volontari del Terzo settore e gli Uffici della Curia, in particolare l’Ufficio della Pastorale giovanile e la Caritas. Una operazione di sensibilizzazione che ha messo in campo tutte le forze che operano nel settore della prevenzione e nella lotta contro le dipendenze. Già da tempo l’ASL ha messo in atto una serie di attività, scendendo in campo nelle piazze e nelle scuole, sia in quelle di Secondo Grado che in quelle di Primo Grado, dove ha mostrato di saper agire con sensibilità e competenza anche con i più piccoli. Mercoledì, tuttavia, l’operazione è stata di più ampio raggio poiché la loro competenza è stata coniugata con l’attività della Diocesi, che, con diversi Uffici e iniziative, da sempre è impegnata in questo delicato settore.

Alla serata hanno partecipato anche don Antonio Mazzella, impegnato nell’opera di prevenzione nel suo ruolo di cappellano presso l’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno, e don Marco Trani che ha portato il suo prezioso contributo e la sua conoscenza del mondo dei giovani. Don Marco in particolare raccoglie l’eredità di don Luigi Trofa, suo predecessore nella parrocchia San Ciro Martire in Ischia, che aveva fondato l’associazione “Ischia libera dalla droga”, dimostrando di avere intuito la pericolosità di un fenomeno che stava prendendo piede anche sulla nostra isola. La Chiesa – ha detto don Marco – è da sempre impegnata nell’accompagnamento dei giovani in difficoltà, ma anche delle loro famiglie e dei contesti devianti nei quali a volte i giovani crescono. Lavorare in rete, mettere insieme le forze coinvolgendo i giovani in queste iniziative, significa creare preziose sinergie che creano un orizzonte di accoglienza.

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