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Tra azione e contemplazione

Gesù ha proposto una visione alternativa del potere, un modo diverso di essere nella storia

In un film di qualche anno fa, “Sono tornato”, Benito Mussolini torna dall’aldilà nell’Italia di oggi. Mi colpì una frase, scritta per davvero da Mussolini, che a un certo punto compariva sullo schermo e che, all’indomani delle elezioni europee, mi è tornata in mente: «Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall’inconscio degli italiani», diceva. Mi sembra, però, che stavolta ci sia un eccesso di modestia: per me non è questione solo di italiani (e il risultato complessivo dell’ultimo voto lo dimostra), in realtà il fascismo (come qualsiasi forma di totalitarismo o di esercizio assoluto del potere) viene incontro a un bisogno dell’uomo, profondo, sì, ma sbagliato, segnato dal peccato. Lo espresse molto bene Dostoevskij, nella sua Leggenda del Grande Inquisitore, raccontata ne I fratelli Karamazov.

A Gesù, tornato sulla terra al tempo dell’Inquisizione spagnola, il Cardinale Inquisitore rimprovera di aver dimenticato, con il dono fatto agli uomini della libertà, che questi non vogliono essere liberi, ma schiavi, guidati, difesi, protetti. In una parola, alla libertà preferiscono la sicurezza, la guida dell’uomo forte che prenda le decisioni per tutti, a cui delegare le scelte fondamentali. Servi, non amici!

Facendo riferimento alla tentazione del pane nel deserto, il Grande Inquisitore afferma: «Acconsentendo al miracolo dei pani, Tu avresti dato una risposta all’universale ed eterna ansia umana, dell’uomo singolo come dell’intera umanità: “Davanti a chi inchinarsi?”. Non c’è per l’uomo rimasto libero più assidua e più tormentosa cura di quella di cercare un essere dinanzi a cui inchinarsi», e questo accade per la “paura della morte” che tiene prigionieri gli uomini (Eb 2,15). Anche la Bibbia ha ben presente questo inganno, ne racconta più volte, come ad esempio nel passaggio dall’autorità dei Giudici (scelti da Dio, e temporanei) a quella dei Re: «Stabilisci per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli», chiedono gli anziani di Israele a Samuele, ormai anziano (1Sam 8,5).

Samuele cerca loro di spiegare che chiedendo un “uomo forte” che li guidi, perderanno la loro libertà, facendo una descrizione molto efficace del potere proprio del Capo di ogni tempo sul popolo, che però si rifiuta di ascoltarlo (1Sam 8,11-20). Dinanzi a questa idolatria, Gesù propone una visione alternativa del potere, un modo diverso di essere nella storia, di incidere su di essa aprendo nuove prospettive: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così» (Mc 10,42-45). Ma c’è di più. Il discepolo di Gesù ha il compito di trasformare in modo eucaristico tutte le cose, comprese le realtà di questo mondo: come la materia del pane e del vino diventano corpo di Cristo, così tutto ciò che è materiale deve vivere la stessa trasformazione («Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!», gridò con voce potente Giovanni Paolo II).

La preghiera è lo strumento per fare ciò: per questo non è fuga dal mondo o dalle proprie responsabilità, delegando ad altri le scelte fondamentali. Essa anzi aiuta a far crescere lo spirito critico, a scoprirsi autenticamente liberi, a essere uomini e donne capaci di costruire una società diversa a partire dalla propria coscienza profonda. E visto che siamo partiti da un riferimento al fascismo, oltre ai grandi santi di questi duemila anni che hanno saputo contestare profeticamente le forme totalitarie di potere (i martiri, in primo luogo), mi piace ricordare i grandi uomini politici cristiani che nella seconda metà del XX secolo  – insieme ad altri “uomini di buona volontà” anche se non cristiani, come Altiero Spinelli – hanno operato per dare vita a un’Europa dei popoli, libera, democratica e antitotalitaria: tutti uomini di profonda preghiera e contemplazione, come Sturzo, De Gasperi, Adenauer, Dag Hammarskjöld, Dossetti, Carlo Carretto, La Pira, Moro…

È arrivato il tempo, pare a me, di operare una nuova sintesi tra azione e contemplazione, preghiera e impegno sociale, per poter dare nuova speranza al mondo. Buona Estate a tutti!

di Pino Natale

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