In una lettera l’appello delle associazioni per non dimenticare lo spirito dell’evento.
Le Associazioni Cattoliche riunite a Trieste hanno sottoscritto una Lettera a difesa della Costituzione e dei principi democratici. Firmatari l’Azione Cattolica Italiana, le ACLI, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, Comunità di Sant’Egidio, Fraternità di Comunione e Liberazione, Movimento Cristiano Lavoratori, Movimento Politico per l’Unità Focolari, Rinnovamento nello Spirito e Segretaria della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali. La speranza di queste organizzazioni è che il loro appello, “Abbiamo a cuore la democrazia”, rilanciato durante la Settimana Sociale, non venga dimenticato.
«Siamo una realtà plurale – sottolineato le organizzazioni – accomunata dall’appartenenza ecclesiale, e riconosciamo tale condizione come una ricchezza che ci anima ancora di più nella ricerca quotidiana di ascolto attento, confronto leale, dialogo paziente e collaborazione costruttiva. Siamo consapevoli che in questo tempo, attraversato dalla violenza della guerra e dalla crescita delle disuguaglianze, la democrazia è un bene sempre più fragile che esige una cura che non può escludere nessuno. Mantenere viva la democrazia è, come ci ha ricordato papa Francesco, una sfida che la storia oggi ci pone. La guerra, che si insinua anche nella nostra società, si fa cultura, modo di pensare, di parlare, di vedere il mondo. La pace è il fondamento della democrazia. La nostra Costituzione è nata da uno spirito di condivisione, che ha consentito di superare le barriere ideologiche per costruire la casa comune e promuovere un ampio sviluppo del Paese, facendo tesoro della libertà conquistata dopo la dittatura fascista e l’esperienza distruttiva della Seconda guerra mondiale.
I cattolici si sono messi al servizio di quest’opera civile di straordinario valore. Vi hanno contribuito con la loro fede, con il loro impegno, con le loro idee. Lo hanno fatto camminando insieme a donne e uomini di cultura diversa, cercando di dare alla comunità un destino migliore e un ordinamento più giusto, convinti che la solidarietà accresce la qualità della vita e che la prima prova di ogni democrazia sia l’attenzione a chi ha maggior bisogno. Di questo spirito costituente e costituzionale di condivisione abbiamo ancora bisogno oggi. Siamo consapevoli che una lungimirante alleanza costituzionale sia ancora oggi possibile, ritrovando quella che Aldo Moro ebbe a definire una “straordinaria convergenza di mobilitazione e di collaborazione, di popolo e di governo”. Per questo motivo, in un contesto di astensionismo allarmante, e in un quadro europeo e internazionale caratterizzato da spinte che mettono in discussione il senso stesso della democrazia, sentiamo il dovere di favorire in ogni modo il dialogo sulle riforme costituzionali. Desideriamo affermare che ogni riforma della Costituzione, nata da istanze sociali plurali e concorrenti, debba essere frutto di una comune responsabilità nell’incontro, che crediamo sempre possibile, tra le argomentazioni e le ragioni di ciascuna parte».
Le associazioni chiedono anche una grande attenzione per evitare che si possono creare diseguaglianze tra le varie aree del Paese. «Analogo metodo, concertato e improntato al dialogo tra forze politiche, sociali e culturali, chiediamo nella valutazione degli impatti complessivi dell’autonomia differenziata sull’unità sostanziale del Paese. Ogni qualvolta negli interventi di revisione costituzionale sia stato violato o venga ancora violato lo spirito di condivisione, a favore invece della ordinaria dialettica dei dibattiti parlamentari tra maggioranza e minoranza, a essere indebolita è la nostra democrazia. È necessaria oggi più che mai quella tensione costituente, che recuperi con magnanimità un desiderio di confronto reciproco nelle differenze, che superi il rischio di radicali polarizzazioni e che diventi impegno a realizzare, a ogni livello, quella “democrazia sostanziale”, la quale consiste nella piena concretizzazione dei diritti sociali per i poveri, per gli “invisibili” e per ogni persona nella sua infinita dignità che rappresentano – come ha ricordato papa Francesco – il cuore ferito della democrazia perché la democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e dell’ecologia integrale.
Ci sentiamo impegnati, a partire dall’ambito educativo, a dare vita ad una democrazia partecipata e dal basso, garantita dall’equilibrio di pesi e contrappesi dell’assetto istituzionale della Repubblica, e sostenuta dalla promozione delle autonomie locali in una prospettiva sussidiaria e solidale. Nella consapevolezza che, come ci ha ricordato il capo dello Stato: La democrazia non è mai conquistata per sempre. Nel solco tracciato in questa Settimana sociale di Trieste da papa Francesco, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinal Matteo Zuppi, dagli oltre 1000 delegati e 6000 partecipanti accorsi da ogni punto d’Italia – concludono le associazioni firmatarie – sentiamo che questo profondo sogno di condivisione e non di divisione accomuni tante donne e uomini, bambini e anziani, giovani e adulti che hanno a cuore il bene e il futuro dell’Italia».