Il 26 luglio l’inizio dei Giochi. Gli attrezzi noleggiati, le gare da raggiungere in bicicletta, ecco tutto quello che è stato messo in campo per rendere l’evento sostenibile
A Parigi le Olimpiadi stanno per cominciare e la capitale francese scommette che si tratterà dei Giochi più verdi di sempre. Organizzare una grande competizione sportiva, però, che attira atleti e pubblico da tutto il mondo, ha sempre un costo per l’ambiente dovuto alle emissioni per far funzionare e raffreddare gli impianti oppure trasportare e alloggiare i turisti in città. Malgrado ciò gli organizzatori assicurano che le Olimpiadi 2024 non faranno danni all’atmosfera e, anzi, saranno persino positive per il clima. È davvero così? Vedremo. La promessa è che le emissioni di gas inquinanti, alla fine dell’evento, saranno la metà rispetto alle edizioni precedenti delle Olimpiadi: se così fosse, si risparmierebbe l’equivalente delle sostanze inquinanti emesse da 1,4 milioni di passeggeri che volano da Parigi a New York. L’obiettivo è anche alimentare le sedi delle competizioni con sola energia proveniente dal sole o dal vento ed evitare, così, di usare l’equivalente di 150 taniche di benzina al giorno. Il programma è ambizioso: alcuni credono che non sarà rispettato, altri pensano che non sia abbastanza. Qualsiasi grande evento – dicono quest’ultimi – ha un impatto: meglio sarebbe distribuire le competizioni olimpiche in tante e diverse città del mondo oppure evitare proprio di farle.
Piste e campi quasi nuovi
Per evitare di costruire strutture nuove in cemento quasi tutte le competizioni si disputeranno in edifici già esistenti. I campionati di scherma, per esempio, si terranno al Grand Palais, il padiglione costruito per l’Esposizione universale del 1900, e gli Champs Elysées – il maestoso viale che porta all’Arco di trionfo – ospiteranno la pista ciclistica. Il campo di beach volley sarà posizionato nel giardino pubblico Champ de Mars, mentre il parco della famosissima Reggia di Versailles è stato scelto come scenario per le gare di equitazione. Invece, è nuovo di zecca il villaggio degli atleti, dove 14mila sportivi provenienti da tutto il mondo soggiorneranno. Costruito con pannelli solari, un sistema di recupero delle acque sporche e un isolamento che facilita riscaldamento e raffreddamento delle stanze, dopo le Olimpiadi diventerà un quartiere di case e uffici all’avanguardia.
Gli attrezzi si noleggiano
Gran parte di panchine, sedie, tavoli, armadietti e tabelloni che arredano le 40 sedi delle gare olimpiche non è stata comprata ma soltanto presa in prestito. Lo stesso sistema è stato adottato per tre quarti delle attrezzature sportive, noleggiate dalle varie federazioni atletiche, e per i dispositivi elettronici necessari come schermi, computer e stampanti. Il riciclo è l’obiettivo di tante altre iniziative delle Olimpiadi di Parigi. Per esempio, stand e tendoni – sotto cui saranno distribuite le informazioni ai partecipanti – avranno una seconda vita dopo i Giochi. Non saranno gradite le bottigliette usa e getta: ciascuno dovrà riempire la sua borraccia usando le fontanelle posizionate per l’occasione. Tutte buone idee: peccato che tra gli sponsor che finanziano l’evento ce ne siano alcuni che non sempre dimostrano la stessa attenzione nei confronti dell’ambiente.
Alle gare in bicicletta
La sindaca di Parigi vuole che ogni luogo olimpico possa essere raggiunto in bici e ha fatto costruire 60 chilometri di piste ciclabili. Chi non si muove su due ruote può usare treno, bus e metro le cui corse forse non basteranno per tutti. Per gli spostamenti gli atleti adopereranno mezzi elettrici ma nessuno ha pensato a una soluzione per l’inquinamento degli aerei che trasporteranno a Parigi 15 milioni di visitatori. Di sicuro non si arriverà in bici a Tahiti, l’isola della Polinesia francese dove si terranno le gare di surf. Si prevede che qui, nel villaggio di Teahupo’o, atterreranno 1.300 persone ospitate in case smontabili costruite sul modello delle abitazioni tradizionali che poi resteranno ai locali. Gli abitanti non sono molto contenti, soprattutto per la torre in alluminio per giudici e fotografi che poggia su fondamenta in cemento ancorate alla barriera corallina.
Fonte: Avvenire