Omelia del Vescovo Carlo per la tradizionale celebrazione eucaristica per le partorienti, presso la chiesina di Sant’Anna in Ischia Ponte
2Cor 4,7-15; Mt 20,20-28
Accogliere la vita, dono di Dio, proteggerla, custodirla, accompagnarla, questa la missione di ogni genitore, missione preziosa e impegnativa, ancor di più per il cristiano, chiamato a svolgere questo compito così come ci ha insegnato Gesù, trasmettendo la fede e insegnando l’amore per il prossimo. È un incarico che ogni genitore svolge in modo diverso, ma sempre con il desiderio di dare ai propri figli il meglio. Ed è quello che accade, nel Vangelo di Matteo, alla madre dei figli di Zebedeo, la quale, trovandosi al cospetto di Gesù, si prostra e chiede un posto d’onore, alla destra e alla sinistra del Maestro, per i suoi due figli nel regno dei cieli. Il brano in questione ci è stato proposto dalla Liturgia nella festa di San Giacomo Apostolo, nella serata di giovedì 25 luglio scorso, durante la celebrazione eucaristica presso la Chiesina di Sant’Anna in Ischia Ponte presieduta dal Vescovo Carlo, con la quale si è anticipata anche la tradizionale Messa del 26 per le partorienti, evento molto sentito dalla comunità diocesana.
Nell’omelia, il Vescovo Carlo ha trattato il tema della genitorialità coniugandolo con quello della fede. Nell’evidenziare la comprensibile sollecitudine della madre dei figli di Zebedeo che, come tante madri, cerca un posto privilegiato per i propri figli, ha ricordato la risposta di Gesù a quella richiesta:
«La risposta di Gesù è un invito ad essere consapevoli che per poter partecipare a questo banchetto è necessario essere immersi nel mistero della vita stessa di Gesù. Egli ci dice che se vogliamo avere un posto di rilievo dobbiamo comprendere che tale posto è di coloro che amano, di coloro che vivono la propria vita con amore».
Gesù sottolinea nella sua risposta, dunque, che è il Padre a decidere sui posti e chi vuole emergere deve farlo cambiando prospettiva. Per poter emergere è necessario – come ci ricorda Papa Francesco – immergersi nella vita di Cristo e assimilarne lo stile e le coordinate comportamentali. Questo deve essere il senso, ha precisato il Vescovo, della partecipazione alla tradizionale Messa delle partorienti: la consapevolezza che chi accoglie nella fede il dono della vita si assume anche l’impegno di riconosce e fare spazio nella propria vita e in quella dei propri figli la presenza del Signore.
«Una volta messa al mondo, la vita va custodita e accompagnata. Voi siete chiamati ad accompagnare i vostri figli nel cammino della loro vita».
Il Vescovo ha anche colto l’occasione per ricordare che Sant’Anna, madre di Maria, è anche la nonna di Gesù:
«Una preghiera particolare stasera anche per i nostri nonni, per le persone più anziane che hanno dato la vita ai nostri genitori e quindi a noi, significa saper apprezzare la vita e gli sforzi di chi questa vita ce l’ha donata e un’attenzione da parte di tutti alle persone più anziane e più deboli, soprattutto coloro che vivono il tempo della solitudine e della malattia».
La devozione della Messa per le partorienti diventa dunque prezioso spunto per ricordare le direttive che il cristiano deve seguire nella propria vita, che deve essere percorsa dalla fede incarnata, come il Verbo di Dio, deve essere vangelo quotidiano, amore per i propri figli, ma anche per il prossimo, per gli anziani, per i deboli, per i bisognosi. Anche la presenza del Sindaco alla celebrazione – ha detto il Vescovo – è segno che c’è speranza che anche le istituzioni si lascino ispirare dal Vangelo:
«C’è bellezza in una comunità ecclesiale e civile quando ci si ricorda gli uni degli altri, quando ci si aiuta a vicenda, quando nessuno rimane indietro e c’è lo sforzo di tutti nell’aiutare chi è in difficoltà».
Anche l’apostolo Giacomo costituisce un esempio ed una guida e ci aiuta ad essere anche testimoni di fede, quella fede che ci è arrivata grazie a lui e che noi siamo chiamati a trasmettere ai nostri figli.
«L’augurio è che nella trasmissione della fede ai vostri figli e figlie ci sia la trasmissione della vita in tutte le sue dimensioni e perché la fede possa essere sempre caratterizzante la vita dei vostri figli e figlie, auguri!».