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L’impegno di una donna per le donne

Giulia Colbert nasce il 26 giugno 1786 in Francia, nell’impossibilità di diventare madre, si dedica col marito, il marchese Carlo Tancredi di Barolo, ai bambini poveri, alle ragazze a rischio e a molte opere di promozione sociale.

Giulia fu una donna di grande sensibilità umana e religiosa; insieme al marito Carlo avevano in comune una spiccata sensibilità per i problemi sociali e una sincera fede religiosa, attinta nelle rispettive famiglie d’origine e consolidata attraverso la pratica della carità verso i poveri.

Si narra che Giulia di Barolo, mentre nella Domenica in Albis del 1814 incrociava per strada un prete che portava il Viatico ad un malato, sentì – tra bestemmie ed imprecazioni – la voce di uno dei reclusi delle vicine carceri senatorie che gridava da dietro le sbarre: “Non il Viatico vorrei, ma la zuppa!” Era un condannato alla galera, recluso nei sotterranei delle carceri, al buio e nella sporcizia. Questo episodio, apparentemente insignificante, ebbe per lei il valore di un “segno divino” e la spinse ad intervenire immediatamente. Da quel giorno, la vita della Marchesa di Barolo prese una direzione ben precisa: migliorare le condizioni di vita disumane dei carcerati.

Così, la nobildonna francese diventò la prima donna ad entrare tra i reclusi e a dar vita alla prima riforma carceraria d’Italia. Nelle «Memorie sulle carceri», dopo una visita al reparto femminile, annota: «II loro stato di degradazione mi provocò un dolore, una vergogna che non posso ricordare senza provare una viva emozione. Quelle povere donne e io eravamo della stessa specie, figlie dello stesso Padre, anch’esse erano una pianta dei Cieli, avevano avuto un’età dell’innocenza ed erano chiamate alla stessa eredità celeste. Rincasai con il cuore a pezzi per il dolore».

In alcune donne carcerate, grazie all’efficacia della catechesi di Giulia, nacque addirittura il desiderio di una speciale consacrazione religiosa: nacque così la Congregazione delle Sorelle penitenti di S. Maria Maddalena, che oggi si chiamano: “Figlie di Gesù Buon Pastore”.

In un’aula del loro sontuoso palazzo torinese, inoltre, i marchesi fondarono il primo asilo infantile d’Italia.

In seguito all’improvvisa morte di Tancredi, nella vita della Marchesa di Barolo ci fu una svolta: nel 1844 portò a termine una delle opere fondate con il marito, l’Ospedaletto di Santa Filomena, ricovero per bambine disabili.

Giulia Colbert è morta all’età di quasi 78 anni nel 1864, ed è stata sepolta accanto al marito nella Chiesa di Santa Giulia, da lei stessa fatta costruire. Queste sono alcune delle sue citazioni più belle:

  1. “Quando la giustìzia ha esaurito il suo compito, lasci che la carità cominci il suo”
  2. “Facciamo del bene ai buoni perché essi lo meritano ed ai cattivi per far loro conoscere il bene, per toccare, intenerire il loro cuore!”
  3. “Non basta punire il malvagio togliendogli la libertà di fare il male. Bisogna insegnarli a fare il bene. “
  4. Niente di ciò che si dona per carità va perduto.”

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