Al termine del primo anno passato nella sua nuova parrocchia di Ischia Ponte, il parroco don Pasquale Trani ha voluto offrire, ai parrocchiani e a chi vorrà leggerle, delle brevi riflessioni frutto della sua meditazione.
1. ILLUSIONE E REALTÀ
È certamente bello ricevere dei “grazie” e degli attestati di stima e fiducia…
Ma a volte sono dati con troppa generosità e non coincidono necessariamente con una vita vera, coerente al vangelo, quella pienezza di vita nuova che sognavo da giovane.
Anzi, essere, agli occhi degli altri, persone buone e seriamente impegnate potrebbe ancora di più illuderci di aver conquistato ciò che invece è un puro dono di grazia.
Non dobbiamo chiudere gli occhi sulle nostre fragilità, ma nemmeno temerle, intristirci per esse, perché la buona notizia è questa: Gesù annusa il nostro buon profumo nel più profondo di noi stessi e questo lo convince a morire per me, per noi, per tutti!
2. Sulla PAZIENZA
Bisogna saper convivere con ciò che ti appare sospeso, irrisolto, immaturo, chiaroscuro, traballante, ondivago.
Bisogna lasciare che tutte le domande e le insicurezze che ruotano per la testa trovino spazio, accoglienza, neuroni disponibili.
E forse anche il cuore dovrebbe impegnarsi di più a far sì che ciò che è inespresso trovi in esso il linguaggio della prossimità, a dar forma e significato a libri di marmo o di legno troppo antico e decrepito.
Col tempo certamente uscirà fuori una chiave per aprire quelle stanze chiuse dove le risposte a tutto vegliano in attesa.
Forse la paura di trovarle blocca il chiavistello…
Forse il coraggio di agire di conseguenza non sarebbe pronto, chissà…
Allora serve saper vivere fino a quando tutto troverà la sua strada.
Allora devono entrare in gioco altre virtù…
3. Sulla PERSEVERANZA
Puoi avere molte qualità umane e spirituali: bontà, intelligenza, creatività, carità, preghiera…. Certo, queste ti aiutano a combattere la battaglia della fede.
Ma senza la virtù della perseveranza, non andrai lontano!
Il traguardo, qualsiasi traguardo, si raggiunge solo con la perseveranza.
Potrai avere intelligenza da vendere e tante capacità organizzative e forse sarai capace di risolvere molti problemi…
Ma il segreto del cammino di fede è: perseverare senza mai arrendersi!
A volte dovrai fermarti, ritirarti in silenziosa preghiera, lasciarti fustigare dalla delusione, ingoiare polvere quando cadrai, e bocconi amari per il venir meno di compagni di viaggio…
Ma mai arrenderti!
La santità e la vera fede non si adattano a chi si ritira nel rifugio della rassegnazione.
Se la tentazione – umana, comprensibile – di gettare la spugna viene prima o poi a tutti, sarà il tuo desiderio autentico di santità a farsi valere con determinazione: potrai certamente cadere, ma ti rialzerai subito e con l’aiuto di Dio riprenderai il cammino!
4. Sulla SOLITUDINE
La solitudine è necessaria compagna per costruire sane relazioni.
Bisogna allenare le gambe a fare molti passi con essa.
E pronti a rischiare raffreddore o mal di gola.
Portandola a passeggio, senza distrarsi, bisogna prepararsi a incontri inaspettati che vengono da lontano: ricordi, traumi, paure, rimorsi. Raramente cose belle che si incrociano velocemente e svaniscono.
Non è consentito fermarsi, soprattutto d’inverno – col vento che tira dal mare e la salsedine – o nel cuore dell’afosa estate col rischio di una insolazione o di svenire sotto i colpi di visioni distorte e deformanti.
La solitudine è compagna impegnativa, ma sa ripagare bene chi la asseconda: ti fa tornare coi piedi per terra consumando scarpe troppo comode.
Ti saluta offrendoti in dono la pace!
5. LEGGEREZZA E COMUNIONE
Oggi ho salutato e pregato per due donne che il Signore ha chiamato a Sé: Filomena (102 anni!) ed Elena. Storie personali e familiari molto diverse…
Eppure, in comune avevano una certa leggerezza.
Un peso piuma conquistato con mortificazioni, sacrifici, dolori (tanti…!); ma accompagnato anche da grandi sorrisi, fede semplice, adamantina, granitica, che nessun vento è riuscito a portar via da queste vite volate via.
Oggi, grazie a queste due donne,
e stasera grazie agli abbracci sinceri, puri dei bambini,
ho capito che, se è necessaria una dimensione di solitudine, questa serve alla comunione.
Perciò non hanno prezzo:
una carezza al momento giusto;
un sorriso regalato quando proprio non ti va;
l’odore della stagione che sta terminando;
il perseverare nel bello.
Val la pena vivere, sì, da prete, da uomo.
E camminare, qui,
con chi incrocio oggi e domani
lungo la strada della libera scelta di amare!
Santa notte a tutti,
coccolati – noi ischitani – da una splendida e fresca luna piena!
Don Pasquale Trani