Chiamare Gesù “Cristo” ci ricorda della sua divina missione e del suo ruolo salvifico
Nella Bibbia, Gesù è chiamato Cristo per indicare la sua identità e il suo ruolo come Messia, il Salvatore atteso. Questo titolo porta significati profondi e rappresenta la consacrazione di Gesù come il Figlio di Dio e il Redentore dell’umanità. Il termine “Cristo” deriva dal greco “Χριστός” (Christós), che significa “unto” o “consacrato”. Nella prospettiva ebraica, il Messia era colui che sarebbe stato unto da Dio per adempiere alle profezie e portare la salvezza al popolo. Nell’Antico Testamento si parla del Cristo in vari passaggi profetici che prefigurano la sua venuta e il suo ruolo salvifico. Uno di questi passaggi si trova nel libro dei Salmi, in particolare nel Salmo 2, dove si fa riferimento al Figliuol di Dio. Questo Salmo è considerato profetico riguardo al Cristo e al suo regno eterno. Inoltre, ci sono profezie riguardanti il Cristo che si trovano nel libro del profeta Isaia, come ad esempio nel capitolo 7, verso 14, che parla della nascita di un bambino chiamato “Emmanuele”, il cui significato è “Dio con noi”. Questo è stato interpretato come una profezia sulla nascita del Salvatore.
Il profeta Michea, nel capitolo 5, verso 2, profetizza riguardo alla nascita del Messia a Betlemme, che sarà colui che regnerà su Israele. Questa profezia si è adempiuta con la nascita di Gesù Cristo a Betlemme. Nel libro di Daniele, nel capitolo 9, viene menzionato il “Consacrato” o “Messia Principe”, che indica il momento in cui il Messia sarebbe stato unto per compiere la sua opera salvifica. Tutte queste profezie e riferimenti nell’Antico Testamento si sono adempiuti con la venuta di Gesù Cristo, il Messia promesso, nel Nuovo Testamento. Quando Simon Pietro riconobbe Gesù come il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente, confermò la sua fede nel fatto che Gesù era il Messia promesso. Il titolo “Cristo” sottolinea la missione di Gesù di portare la salvezza e l’amore di Dio all’umanità. Attraverso la sua vita, morte e risurrezione, Gesù ha adempiuto le Scritture e ha offerto la via per la redenzione e la comunione con Dio. La sua unzione divina lo distingueva come il Messia atteso e il completamento delle profezie antiche. Chiamare Gesù “Cristo” ci ricorda della sua divina missione e del suo ruolo salvifico. Ci invita a riflettere sulla sua importanza nella nostra fede e a riconoscerlo come il Signore e Salvatore delle nostre vite. Accettare Gesù come il Cristo significa accogliere la sua grazia e il suo amore in modo completo e abbracciare la speranza e la salvezza che egli porta.
Chiamare Gesù “Cristo” nella Bibbia sottolinea la sua unicità, la sua divinità e il suo ruolo centrale nella storia della salvezza. Tale riconoscimento deve guidare i fedeli a una maggiore consapevolezza della presenza e del potere redentore di Gesù nelle loro vite. Quando Gesù chiede ai suoi discepoli chi pensano che Egli sia, Pietro risponde riconoscendo la divinità di Gesù. Tuttavia, Gesù sottolinea che questa rivelazione non proviene da una conoscenza umana limitata, ma piuttosto direttamente dal Padre celeste. La rivelazione della vera identità di Gesù non è il risultato di conoscenze terrene o intellettuali, ma di una rivelazione divina. Questo passaggio sottolinea l’importanza della rivelazione divina e della fede nel riconoscere la vera natura di Gesù come il Cristo. Ciò richiama alla necessità di una relazione spirituale e di fede personale per comprendere veramente la grandezza e la missione di Gesù.
di Paolo Morocutti – Sir