Panza ha vissuto la Missione Popolare Parrocchiale degli Oblati di Maria Immacolata
Sono stati giorni intensi, a tratti emozionanti e di certo indimenticabili, quelli vissuti dalla Comunità Parrocchiale di Panza che dal 5 al 12 novembre ha vissuto la stupenda esperienza della Missione Popolare Parrocchiale, curata da circa 30 Missionari Oblati di Maria Immacolata tra Sacerdoti, consacrati, suore e laici e che ha avuto come slogan “Ti stavo aspettando”: “Dio ci aspetta – ha ricordato a tutti Padre Carmine nella domenica che ha preceduto la missione – ma siamo anche noi che aspettiamo il Suo abbraccio e il Suo perdono. La missione è una Grazia perché è Dio che passa tra noi”.
Già dal 2 novembre sera i primi missionari hanno iniziato a raggiungere l’isola e Panza (accolti nelle diverse famiglie ospitanti), ma la presenza più completa la si è avuta martedì 5 novembre, quando, alla vigilia della solennità di San Leonardo, mons. Lucio Lemmo (già Vescovo Ausiliare di Napoli) ha celebrato la S. Messa solenne con il mandato ai missionari, che da (quasi) perfetti sconosciuti, sono poi entrati nel cuore di tutti. E questo già dal mattino seguente, mercoledì 6 novembre; una data tanto cara alla Comunità di Panza che ha celebrato in quel giorno la Solennità di San Leonardo: è stata questa una giornata veramente memorabile – complice anche il sole e la temperatura mite – iniziata con le prime Ss. Messe del mattino e con la tenda della Missione in Piazza, insieme a tanti giochi, balli e attività sportive per bambini e ragazzi ai quali hanno preso parte anche i missionari. A seguire un bellissimo momento di fraternità con il pranzo insieme nei pressi delle Scuole Elementari, prima della processione nel pomeriggio con l’immagine di San Leonardo e la S. Messa presieduta da mons. Lucio Lemmo che ha chiesto alla Comunità di aprirsi all’Amore di Dio nell’esperienza della Missione, oltre a vivere la santità, ciascuno nel proprio stato di vita. A suggello di questo giorno di festa, l’esperienza di “Una luce nella notte” con l’Adorazione Eucaristica e l’annuncio dell’Amore di Dio anche a quanti erano in piazza o nei dintorni per ricevere un messaggio di gioia per la propria vita.
Dal 7 novembre la Missione è entrata nel vivo con, al mattino, la preghiera alle fermate del bus, all’ingresso delle scuole elementari, con la visita dei missionari alle scuole medie; a seguire, nella sala della Congrega, un’esperienza rivelatasi particolarmente forte come quella del “caffè delle mamme” nella quale un folto gruppo di donne ha avuto modo di potersi raccontare e aprire il cuore alla luce della parola di Dio e condividendo il caffè mattutino. Nel frattempo, i missionari giorno per giorno sono entrati in ogni angolo del paese e di una comunità così popolosa come è quella di Panza, ascoltando, incoraggiando, celebrando il Sacramento della Riconciliazione, portando a tutti la gioia di un Dio che non abbandona il cammino dei Suoi figli.
Nelle serate del 7 ed 8 novembre ci si è ritrovati attorno alla Parola di Dio in alcune famiglie della Parrocchia: i centri di ascolto sono stati un momento bello e intenso, nel quale poter condividere ciò che la Parola proclamata ha fatto risuonare nel cuore di ognuno. Nel pomeriggio di sabato 9 novembre i bambini e i genitori hanno avuto modo di vivere rispettivamente un momento di animazione e di incontro con i missionari, mentre la sera in tanti hanno preso parte alla Veglia Mariana, incentrata su alcuni fondamentali momenti vissuti da Maria e da Giuseppe, visti con i loro occhi.
La domenica vissuta durante la Missione è stata resa speciale anche dall’esperienza del poter invitare a pranzo uno o più missionari, e anche in questo la Comunità ha risposto con entusiasmo, potendo vivere in semplicità un momento intenso di condivisione e di scambio.
Alle 17, tutti coloro che avevano partecipato ai centri d’ascolto si sono radunati in Parrocchia per la riconsegna della Parola di Dio da parte dei Missionari: un momento per guardare a questo tempo vissuto insieme e proiettarsi verso il futuro; non a caso tutti i presenti hanno potuto mettere la propria firma su un cartellone che riportava un passo di Paolo ai Corinzi: “Voi siete Corpo di Cristo, e ognuno secondo la propria parte, sue membra”, quale segno e impegno a essere un solo corpo, ognuno per la propria parte, e a proseguire insieme questo entusiasmante cammino.
Il penultimo giorno di missione, lunedì 11 novembre, ha avuto il suo culmine nella marcia e nella liturgia penitenziale in cui tantissimi (diversi anche i ragazzi presenti) si sono ritrovati in cammino dietro la Croce per giungere poi a celebrare in Parrocchia il Sacramento della Riconciliazione. Martedì 12 a sera la Celebrazione conclusiva, in cui la gratitudine è stata la parola che probabilmente è risuonata di più, sia da parte dei missionari, che nel cuore di tutti: la chiesa parrocchiale pullulava di volti, di storie, di incontri vissuti, e padre Carmine ha ben racchiuso nella sua omelia le emozioni e i sentimenti di questa settimana a partire da una parola di Gesù sulla croce: “ho sete”; tanta è stata infatti nella gente di Panza la sete di domande, di risposte, di ascolto e di vicinanza, la sete di Dio in fondo. Una sete, ricordava Padre Carmine che va ascoltata, come va alimentata la sete di bellezza e di profondità dei ragazzi e dei giovani; alla Comunità tutta l’invito forte a camminare insieme, a vivere la fraternità, a non lasciarsi vincere dai pregiudizi, a non lasciarsi rubare quanto di bello è stato seminato nel cuore di ciascuno in questi giorni. Una partecipazione così forte è anche una responsabilità ricordava lo stesso Padre Carmine, che ha ringraziato don Emanuel per essersi messo in gioco in questa esperienza bella e “rischiosa” della Missione che non lascia mai le cose come erano prima e che costringe a rimettersi in discussione con tutto sé stessi.
Grazie, dunque, a chi ha permesso tutto questo, all’equipe che da mesi stava preparando in modo certosino questi giorni e grazie ai missionari che hanno saputo farsi uno con la Comunità sin dal loro arrivo a Panza. Sono stati giorni straordinariamente belli, ma c’è la consapevolezza di dover incanalare questa bellezza nell’ordinarietà del cammino, riprendendo periodicamente alcune delle esperienze di questa missione, e facendo diventare quest’ultima un vero e proprio stile di vita della famiglia parrocchiale. Come diceva infatti un famoso sacerdote canossiano: o si è missionari o si è dimissionari, e sarebbe proprio un peccato lasciare andare a vuoto la grazia vissuta in questa settimana in cui si è respirata a pieni polmoni la presenza di Dio e il Suo messaggio d’Amore nella vita di tanti. Lui ci aspetta sempre, a braccia aperte, per farci sentire la sua tenerezza di Padre!
di Francesco Schiano