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Un nuovo predicatore per il papa

Frate cappuccino, biblista e docente, impegnato nell’attività accademica, ma anche nella pastorale tra poveri, disabili e carcerati, fra Roberto Pasolini è stato nominato da Francesco. Predicherà le catechesi d’Avvento e Quaresima davanti al Papa e alla Curia romana. Succede al famoso francescano che svolgeva tale incarico dal 1980, servendo tre Papi, e che nel 2020 è stato creato cardinale

Quarantaquattro anni di prediche, ogni Quaresima e ogni Avvento, davanti a tre Papi e alla Curia romana. Probabilmente uno degli incarichi più duraturi in Vaticano quello svolto come predicatore della Casa pontificia da padre Raniero Cantalamessa, il noto cappuccino 90enne divenuto punto di riferimento spirituale non solo tra le Mura Leonine ma anche per milioni di italiani con i suoi libri, le sue lezioni e i suoi programmi tv. Sabato 9 novembre, Cantalamessa ha terminato il mandato affidatogli da Giovanni Paolo II nel 1980 e proseguito con Benedetto XVI e Francesco, il Papa che nel 2020 ha voluto pure concedergli la porpora (che Cantalamessa ha accettato, chiedendo tuttavia di mantenere il saio francescano).

Il nuovo predicatore

Un’eredità certamente importante quella che raccoglie il successore, nominato dal Pontefice: il cappuccino Roberto Pasolini. Ma per un frate che faceva le catechesi ai Navigli, nel pieno della movida milanese, impegnato da anni pure tra mense per i poveri, pastorale tra carceri e disabili, e distribuzione di cibo ai senza tetto, le sfide non sono certo una novità. Da oggi padre Pasolini, biblista e docente di Esegesi biblica, sarà dunque colui che terrà le catechesi davanti al Papa e alla Curia romana durante l’Avvento e la Quaresima.

“Raccogliere il suo testimone, una vertigine enorme”

Contattato dal direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda, fra Pasolini rivolge un pensiero al suo predecessore e dice: “Raccogliere l’eredità di padre Cantalamessa di cui sono stato, sin dal mio ingresso nell’ordine, un grande estimatore mi sembra una vertigine enorme… Ascoltavo le sue omelie del Venerdì Santo, le sue meditazioni, ho letto tutti i suoi libri, ho sempre trovato una grandissima ispirazione in lui. D’altro canto, provo a credere che, se ora viene chiesto proprio a me di provare a portare avanti questa tradizione che ha un grande valore per la Chiesa e nel nostro ordine, vorrà dire che potrà farlo in un modo che corrisponde a me, in cui potrò manifestare semplicemente me stesso, senza sentirmi nella necessità di un confronto con chi mi ha preceduto e che mi ha ispirato”. 

Con i media vaticani il nuovo predicatore esprime i suoi sentimenti “ambivalenti”: da una parte, “una grandissima gioia e gratitudine per una chiamata grande e meravigliosa che ho ricevuto”; dall’altra, “un senso di timore e inadeguatezza davanti a un compito che mi sembra enorme e di fronte al quale mi sento così piccolo”. Con gioia e timore il frate andrà avanti in questa nuova missione, “nella grande fiducia che sarò accompagnato da tutte le persone che mi hanno aiutato in questi anni a maturare una comprensione della Parola di Dio e proverò a far risuonare questa Parola nel cuore della Chiesa, affidandomi al Signore”.

Tra attività accademica e pastorale

Cinquantatré anni festeggiati il 5 novembre, nato a Milano, Pasolini è nell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini dal 7 settembre 2002, ordinato presbitero nel 2006. È stato Docente di Lingue bibliche e di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Laurentianum Interprovinciale dei Frati Minori Cappuccini a Milano e a Venezia, insegna oggi Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano, collaborando con l’Arcidiocesi ambrosiana nella formazione dei docenti di religione e con la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori. Un’attività, questa accademica, che il neo-predicatore coniuga con un’intensa attività pastorale: incontri formativi, predicazione di ritiri ed esercizi spirituali, accompagnamento spirituale e anche iniziative di carità tra le fasce più fragili della società che svolge accanto ai novizi di cui è formatore. È inoltre autore di diversi articoli e libri di spiritualità biblica e guarda con interesse alle nuove tecnologie, ai nuovi mezzi di comunicazione come i podcast e alle opportunità della Intelligenza Artificiale. Forse una qualche reminiscenza di quando era informatico da giovane, impegnato in quegli anni pure in politica prima di scoprire – come rivelava in una intervista al programma Soul di Tv2000 – che le ideologie non rendono l’uomo più libero. L’unica libertà viene da Dio perché “la libertà vera è liberarsi dal senso di colpa, perché la redenzione di Cristo ha ripristinato il legame di bene con Dio”, diceva.

Il grazie a padre Cantalamessa

Quella di padre Pasolini è un tipo di predicazione che affronta i temi più profondi della esistenza umana e della fede, sempre legati all’attualità e alle nuove tendenze. Un tratto che lo accomuna al suo predecessore Cantalamessa, il quale ora proseguirà la sua vita di studio, lettura e preghiera nell’Eremo dell’Amore Misericordioso di Cittaducale, territorio della diocesi di Rieti, accanto ad alcune monache clarisse alle quali fa, in un certo senso, da cappellano. Una vera e propria istituzione per tanti fedeli, quelli più avanti negli anni che lo seguono dai tempi della celebre rubrica Rai “Le ragioni della speranza” con il sorriso cordiale, l’inconfondibile barba e il consueto saluto “Pace e Bene”, ma anche per i più giovani che ne sono diventati followers tramite i social rilanciando le sue riflessioni, mai scontate, sempre affascinanti e originali. Un punto di riferimento, quindi, anche sul web, con una vita da eremita, alle spalle quattro decadi di servizio a tre Papi e quattro anni da membro del Collegio cardinalizio.

di Salvatore Cernuzio – Vatican News

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