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RI-ALZATI Sarò per te consolazione e gioia

Da venerdì 8 a domenica 10 luglio 2022 le consacrate, le formande e le donne interessate all’Ordo virginum della Regione Campania si sono riunite presso il Centro Pastorale Giovanni Paolo II – Villa san Pietro a Cesarano in Mugnano del Cardinale (AV) per tre giornate di spiritualità.

Questo tempo di respiro è nato dall’esigenza di accogliere e coltivare «il dono della comunione e l’impegno della missione che deriva dall’aver ricevuto la stessa consacrazione» (Ecclesiae Sponsae Imago, n.55). E’ stato un tempo donato per stare insieme, riposare, staccare, per ripartire dopo un periodo di difficoltà mondiale con uno sguardo nuovo sulla propria vita, alla luce della bellissima Preghiera di Consacrazione:  

Sii tu per loro la gioia, l’onore e l’unico volere;
sii tu il sollievo nell’afflizione;
sii tu il consiglio nell’incertezza;
sii tu la difesa nel pericolo,
la pazienza nella prova,
l’abbondanza nella povertà,
il cibo nel digiuno,
la medicina nell’infermità.
In te, Signore, possiedano tutto,
poiché hanno scelto te solo al di sopra di tutto.

Relatrice di questo evento primo è stata la consacrata dell’Ordo virginum Emanuela Buccioni, brava biblista, la quale ci ha declinato la parola “rialzarci” in quattro momenti che sono quattro passaggi della stessa preghiera:

  1. “Sarò per te consiglio nell’incertezza”
  2. “Sarò per te difesa nel pericolo”
  3. “Sarò per te pazienza nella prova”
  4. “Sarò per te abbondanza nella povertà”

Il primo punto ha preso avvio dalla storia di Geremia, il quale dà tutto di sé al Signore, ma non lo ascoltano a causa della loro dura cervice. Come egli vive il fallimento?

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
… Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

(Ger 20, 7-9)

In questo caso è possibile ritrovare la passione del cuore, non cercare il successo ma il vero frutto, quello che fa attendere, quello che richiede fiducia, umiltà, senso filiale.

“C’è ancora in te questo fuoco che arde? Quell’incontro, l’incontro della tua vita, c’è?”

Se quel fuoco c’è, puoi ritrovarti e tutto può essere ancora realizzato, verificando inoltre come viviamo personalmente la liturgia delle ore, e seguendo i consigli che Emanuela ci ha indicato.

Il secondo punto ha preso avvio dall’integrità, che è un cammino in cui – ricevendo e donando – ci si unifica sempre più, riconducendo di noi pian piano tutto a Dio. Il personaggio biblico è Susanna, il cui nome significa “ninfea”, un fiore che esprime una purezza che affonda le radici nel fango, ossia uno è talmente puro e santo che l’interiorità resiste alla corruzione esterna. Lei si affida al Signore, il quale suscita il giovane Daniele a farsi prossimo. La verità viene fuori sempre e seppure non dovesse uscire il Signore sa: questa è la radice della nostra forza. Il suo amore ci precede e per questo è saldissimo e non dipende da noi.

“Mi ami tu?”

Il terzo punto ha preso avvio da un versetto: «E’ meglio la pazienza che la forza di un eroe» (Pv 16, 32). Pazienza, cioè la capacità di dominare se stessi. Cristo è la Pazienza e ha vissuto la pazienza. Pazienza come capacità di reggere, una capacità di resilienza, di perseveranza nonostante prove, tentazioni, cadute. Pazienza come un portare la fatica della missione, un sopportare non in modo negativo ma positivo e alto. Pazienza come dare tempo a quella vita, sostenere l’altro. Pazienza come capacità di cogliere la novità, di mantenersi in cammino, un andare avanti facendo insieme, stando insieme.

Quando Gesù cura, si fa prossimo e chiede: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10, 51)

Il quarto punto prende avvio dalla vedova che dona tutto ciò che ha(Mc 12,38-44). Dice il testo greco «…tutta la sua vita». Chiunque voglia oggi può trovare un compagno di vita, in qualunque momento; chi pensa dunque che scegliere la verginità in tarda età sia un ripiego, sbaglia. Questo è un giudizio, e un giudizio improprio. Nella scelta della verginità c’è una rinuncia. Scegliendo la verginità si fa spazio alla dimensione sponsale che è immagine dell’unione tra Dio e l’umanità. E che in Maria passa attraverso l’ascolto, rendendola Madre. Quel vuoto dice apertura, dice apertura alla ricerca di Dio – che è di tutta l’umanità – attraverso il ricordo.

Il canto è la risposta all’amore ritrovato perché il cuore è ricolmo di Spirito Santo. Questo canto di lode è la gioia, è la gratitudine che scaturiscono come da una fonte. Questo canto nasce in risposta a quella parola che è stata posta in noi. Questo canto è il Canto di Gesù.

Le consacrate dell’Ordo virginum sono donne di canto, donne in canto. E la loro bellezza scaturisce proprio dal vivere bene la liturgia. “Parola e liturgia” è il cuore dell’esperienza della Chiesa.

«Alzati e mangia!» dice Dio sull’Oreb a Elia, cioè: “Risorgi e mangia, perché sei vivo!” «Questo è il mio Corpo… Questo è il mio Sangue» ci dice oggi Gesù: “E’ per te! Proprio per te!”

di Angela Di Scala

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