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Cappuccino e cornetto alla salute del beato Marco d’Aviano

Padre Marco d’Aviano

“Un cappuccino e un cornetto, grazie!”. Quante volte sentiamo al bar questa ordinazione. Eppure pochi sanno che la sua storia ci riporta alla battaglia di Vienna del 1683. In realtà sono ancora di meno quelli che sanno qualcosa di questo episodio di storia europea: se parliamo della battaglia di Lepanto, a grandi linee tutti sanno che c’è stata una vittoria della flotta cristiana contro quella ottomana. Ma la battaglia di Vienna è stata ancora più decisiva per la salvezza dell’Europa, perché dopo Lepanto il Sultano Maometto IV non si è arreso e ha deciso di ritentare la conquista dell’Europa facendo fare al suo esercito, guidato dal Gran Visir Kara Mustafà, una lunga galoppata attraverso i Balcani, giungendo a cingere di assedio nientemeno che Vienna.

A quel punto, voi penserete che i leader europei si siano slanciati a difendere la città e liberarla dall’assedio: nulla di tutto questo accade, anzi l’Imperatore, i sovrani, i duchi, i generali di mezza Europa cominciano a questionare su chi debba mettersi a capo di quell’esercito, ignorando le grida di dolore che provengono dagli assediati. Passano due mesi, Vienna è ormai stremata ma quelli continuano a litigare fra di loro. A salvare la situazione ci pensa un frate cappuccino friulano, Padre Marco d’Aviano, ben noto come predicatore ma ancora di più per i suoi straordinari miracoli (verrà soprannominato il Padre Pio del XVII secolo) che grazie al suo straordinario carisma riesce a convincere tutti quanti a mettere da parte i propri interessi personali e a liberare la capitale dall’assedio. L’esercito cristiano riporta una straordinaria vittoria, il 12 settembre 1683.

Ma cosa ha a che fare tutto questo con la nostra colazione? Ora ve lo spiego: i Turchi fuggono in ritirata, abbandonando tutto quanto c’era nell’accampamento. E si trattava di un accampamento “cinque stelle lusso”, soprattutto per quanto concerne la tenda del Gran Visir: oro, gioielli, oggetti preziosi e anche molte vettovaglie. Tra di esse, sacchi di caffè tostato, fino ad allora poco noto in Occidente. Incuriositi, i soldati cristiani che si dividono il bottino assaggiano il caffè ma lo giudicano dal sapore troppo forte. Marco d’Aviano consiglia loro di aggiungere un po’ di latte e grazie a quell’accorgimento la bevanda viene molto apprezzata. In suo onore, visto che il frate è dell’ordine dei Cappuccini e quel mix di caffè e latte ha lo stesso colore del suo saio, la chiamano cappuccino.

Intanto, nel corso del festeggiamenti della vittoria, venne dato l’incarico ai pasticceri viennesi di creare un dolce per l’occasione: con un pizzico d’ironia crearono i kipferl, un dolcetto a forma di mezzaluna, il simbolo dei Turchi, così metaforicamente i cittadini di Vienna … si mangiano ancora i Turchi!

Ed ecco la colazione più amata: cappuccino e cornetto. Quando andate al bar, ripensate al beato Marco d’Aviano, alla battaglia di Vienna, all’Europa salvata dall’esercito cristiano ma soprattutto dall’intervento provvidenziale di un umile frate francescano, beatificato da Giovanni Paolo II. Anche in una colazione ci sono le radici dell’Europa: radici da recuperare al più presto.

Fonte: Susanna Manzin – Pane e Focolare

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