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Abusivismo da spiaggia e dintorni

Spiaggia libera? Mi chiedo se esista ancora. “Certamente! – direte voi -. Abbiamo la fortuna di vivere in un’isola che ancora consente la discesa in spiaggia gratis. Non è scontato in altre località”. Tanti i benefici per la fetta di popolazione locale e turistica che non può permettersi un ombrellone e due lettini al prezzo di 20/30 euro al giorno. Ma è veramente libera? Ho i miei dubbi, anzi, alcune inquietanti certezze. Sono abituata ad andare presto la mattina per godere un po’ di tranquillità e di frescura. Un incanto, un mare limpido così non lo ricordo da anni.

Quando arrivo sembra tutto tranquillo, gli operatori del comune all’opera per rimuovere i rifiuti disseminati dalle orde barbariche della notte, compresi avanzi di cibo che attirano gabbiani e colombi. Per non parlare delle bottiglie vuote di Vodka e di birra disseminate ovunque. Non è inconsueto vedere alcuni solerti padroncini che portano i loro amici a quattro zampe ad espletare le loro funzioni fisiologiche sulla sabbia. Il guaio è che non sono altrettanto svelti nel rimuovere gli escrementi e lo fanno con riluttanza e in presenza di scomodi testimoni. Ma non finisce qui. Già appena arrivati si ha l’impressione che ci siano parecchi bagnanti dal momento che nei pressi del bagnasciuga ci sono almeno 7, 8 ombrelloni con sedie e lettini. Ma dei bagnanti neppure l’ombra.

Il bello comincia dalle 9:30 in poi, quando un tizio che la fa da padrone comincia a piantare ombrelloni e lettini in prossimità dei bagnanti che ci sono e vorrebbero godersi un po’ di serenità. Alle rimostranze di qualcuno al suddetto, il poverino risponde semplicemente che tanto l’ombrellone è chiuso e che i villeggianti arriveranno più tardi. È inutile dirgli che lui non è il proprietario della spiaggia e non può fare quello che vuole. Ma qualcosa si è mosso. Nei giorni immediatamente prima del 15 agosto, le forze dell’ordine, ma non so di quale categoria, hanno rimosso e sequestrato sedie e ombrelloni in tutta la zona del porto, (spiaggia San Pietro), proprio per far capire a tutti che la pratica di lasciare tutto in spiaggia come segnaposto, non è legale.

Pensate che sia cambiato qualcosa? Per un giorno si sono visti strani movimenti, qualcuno arrivava piazzava una borsa qualche asciugamano, sotto gli ombrelloni ricomparsi, perfino una cesta coi giocattoli e spariva. Il signor pianta ombrelloni si è fatto aiutare da altri, e si è visto un po’ meno, per riprendere la consueta attività a pieno ritmo dopo qualche giorno. Una bella faccia di bronzo, da premio Oscar. Eppure si è fatto di tutto in questi anni per debellare il fenomeno dei venditori abusivi e in buona parte ci si è riusciti. E quest’altra piaga quando la si rimuove? Piaga sì, perché gli occupanti abusivi della spiaggia libera pagano evidentemente qualcuno che gestisce questo tipo di attività. Ovviamente molto meno di 30 o 29 euro, ma hanno la certezza di godere di un’ottima posizione, di alzarsi quando gli pare, infischiandosene allegramente del decoro, del rispetto per gli altri e delle regole del vivere civile.

A questo punto caro signor sindaco, perché non trovare una soluzione? Ho sentito turisti lamentarsi per aver pagato la tassa di soggiorno e di vedersi riservato questo bel trattamento, da profondo sud! Va detto però che il fenomeno riguarda un po’ tutto il nostro Paese. Ho letto di recente un articolo analogo comparso via social su Fanpage, sui furbetti della spiaggia nell’isola d’Elba, dove i soliti “ignoti” hanno la malsana abitudine di piantare ombrelloni, sedie e perfino asciugamani già alle 7:30 del mattino per poi sparire e ritornare con comodo. Non solo. Alcuni addirittura li lasciano dalla sera prima come se quello spazio lo avessero affittato per tutta l’estate. Ma è una pratica del tutto illegale che prevede sequestri e multe. Infatti nell’isola d’Elba uomini della Capitaneria di porto e polizia municipale hanno sequestrato martedì 23 u.s. all’alba, in un breve tratto di spiaggia libera, ben 60 ombrelloni, 25 tra lettini e sedie, e decine di teli mare e asciugamani. Ma ad Ischia come ad Elba e chissà in quante altre spiagge della nostra penisola, lo capiranno mai che comportarsi con l’occupazione abusiva di spazi “liberi” non è consentito dalla legge, se poi ci si allontana?

Per dirla tutta si rischia una sanzione amministrativa per occupazione abusiva di spazi demaniali a partire da 1.032 euro. Se si beccassero i trasgressori si potrebbero impiegare quelle entrate per rendere più accogliente la spiaggia, offrire più servizi, e magari impedire che la notte diventasse terra di nessuno, o meglio di giovanissimi balordi che banchettano e si ubriacano lasciando solo all’alba uno scempio inaudito dietro di sé. Ma questa è un’altra storia, ancora più grave e squallida della precedente sulla quale spero di ritornare. Nel frattempo godiamoci questo scorcio d’estate, sperando che prima o poi qualcosa cambi in meglio. Ce lo auguriamo di cuore un cambiamento, un’inversione di rotta, a partire da alcuni isolani che vorrebbero evidentemente “la botte piena e la moglie ubriaca” come si dice a Napoli. Traduco: la tutela dell’ambiente, del decoro, della serenità di una località turistica passa soprattutto attraverso l’agire di ciascuno di noi.

Scegliere con oculatezza a che cosa vogliamo dare importanza. Il vangelo ci direbbe: a Dio o a mammona. Sono anni che si parla della fine del turismo di classe, sono alcuni giorni che si parla di un boom di presenze e di ospiti stranieri che non si vedevano da anni. Ma purtroppo siamo diventati famosi anche per una movida sfrenata e pericolosa, per risse, accoltellamenti e via discorrendo. Certo non possiamo ridurre una località di mare e di villeggiatura in un Bronx controllato a vista da uomini di forze dell’ordine, armati di tutto punto. Si deve agire con discrezione e non bastano le ordinanze sindacali e i controlli dovuti. Occorre la buona volontà, la determinazione e il coraggio di scegliere che prodotto vogliamo “vendere” e soprattutto “a chi” vogliamo venderlo.

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