Cari Bambini, siamo entrati nel mese di dicembre e, alle porte di questa seconda domenica di Avvento, con la luce della Parola del Signore, noi del “Kaire dei Piccoli” abbiamo pensato di affrontare con voi quanto è accaduto nei giorni scorsi nella nostra bellissima isola. Vi state chiedendo il perché? Beh, bambini, perché il cammino verso il Natale, e tutto il Vangelo lasciatoci in eredità, è per noi per permetterci di incontrare Gesù e vedere il vero volto di Dio che è amore e misericordia. Il Signore è sempre con noi: lo è in ogni nostra giornata e momento, e lo è ancora di più in queste tristissime e dolorose situazioni, anche se a volte è difficile vederLo.
È per questo che assieme a voi, e con l’aiuto del Vangelo di Matteo, vogliamo farvelo trovare: “In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli, infatti, è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati … Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me (Gesù)è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…»”.
Bambini, avete notato una cosa? Siamo passati dal caos, al silenzio. In che senso? Vi ricordate i Vangeli delle scorse settimane? Parlavano della venuta del Signore come di un evento che avrebbe scosso la Terra e scatenato le potenze dei cieli; un evento sconvolgente e inaspettato, come la frana che si è verificata sull’isola. Ora, nel Vangelo di Matteo, ci ritroviamo improvvisamente immersi nel silenzio del deserto dove l’unica voce che si sente è quella di Giovanni il Battista, il cugino di Gesù, che ne proclama la venuta. Stesso annuncio fatto in modi del tutto differenti. Perché? Vedete, bambini, la differenza sta in noi. Che significa? Che siamo noi che interpretiamo male. In quanto uomini siamo abituati a pensare che Dio mostri il suo amore o faccia giustizia attraverso eventi grandiosi, quasi spaventosi. Spesso sentiamo dire che quanto di sconvolgente accade è colpa di Dio e che, magari, poteva evitare questo o quell’evento.
Ma noi che conosciamo il Signore, cari bambini, sappiamo che non è così. Perché la venuta di Gesù porta sempre con sé uno sconvolgimento, è vero, ma non lo porta nel mondo: lo porta nel nostro cuore. La vera venuta di Gesù è quella che proclama Giovanni il Battista. E lo fa proprio nel deserto che è il posto più vicino a Dio: lontano dal rumore dalle distrazioni, dalle tentazioni di tutti i giorni. Il deserto, più di tutti, rappresenta la parte più profonda e silenziosa del nostro cuore dove il nostro io più vero e fragile incontra Dio.
Per essere pronti a questo intimo incontro, cari bambini, è necessaria una conversione cioè un cambiamento. Che tipo di cambiamento? Cambiare il proprio modo di pensare. Vedete, bambini, prima di compiere qualsiasi opera, anche se buona, dovremo cercare di capire con che intenzione la compiamo. Perché se faccio del bene per avere il ringraziamento e il riconoscimento degli altri, allora ho compiuto qualcosa che è più per me che per il mio prossimo, perché ho cercato la mia gloria piuttosto che quella di Dio. Che vuol dire? Che essere cristiani e voler bene a Gesù significa mettersi al servizio con le nostre mani, ma anche la nostra e mente e soprattutto con il nostro cuore per permettere agli altri di vedere Dio attraverso noi. E questo vale per ogni cosa che facciamo: da come ci comportiamo con il nostro prossimo a come trattiamo il nostro ambiente o il luogo in cui viviamo. Ma riconoscere i nostri piccoli o grandi errori, spesso, non è facile, per questo il Vangelo ci invita a prepararci anche e soprattutto attraverso la preghiera chiedendo al Signore di aiutarci, di mandarci lo Spirito Santo che è il fuoco di cui parla Giovanni il Battista.
Lui e solo Lui può fare luce sulle ombre del nostro cuore ed aiutarci a preparare la via del Signore cambiando il nostro comportamento. Allora, cari bambini, avremo il coraggio di affrontare tutto, avremo la speranza del domani e non la paura di quanto accade nel presente, e soprattutto avremo la certezza di vedere Gesù in tutti e in tutto, anche in ciò che non è facile da comprendere subito. Perché Dio c’è, ma non fa rumore; Dio ci ama, ma non lo urla a tutti; Dio è nel silenzio e non nel caos.