Il MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica) apre un “cantiere” per elaborare proposte da presentare al Ministero dell’Istruzione e del merito.
“La scuola italiana non ha bisogno di una ristrutturazione ordinaria, tantomeno di un piccolo check up che rattoppa le problematiche relative a specifiche emergenze ma, sostanzialmente, lascia tutto com’era prima”. Di questo è convinto il Msac (Movimento Studenti di Azione Cattolica), secondo cui è “necessario aprire un cantiere permanente sulla scuola italiana che possa rilevare le carenze strutturali, progettare soluzioni che non manchino di prospettiva e proporre politiche di intervento mirate, sostenibili e non improvvisate”. Dall’inizio del 2022 il Msac si è messo in ascolto della voce degli studenti. A partire dai Cips (Campi interregionali per studenti), tenutisi dal 1° al 3 aprile in 6 diverse città italiane, è stato avviato un processo che ha coinvolto studentesse e studenti in prima persona permettendo loro di intraprendere un dialogo costruttivo con le amministrazioni locali. La consultazione è stata portata avanti nei territori e negli appuntamenti nazionali estivi, durante i quali gli studenti sono passati dalla fase di ascolto e raccolta alla realizzazione di pareri condivisi democraticamente.
In occasione della “Mo.Ca. (Movimento in Cantiere) 2022”, tenutasi a Roma il 26 e il 27 novembre, racconta Lorenzo Pellegrino, segretario nazionale del Msac, “abbiamo ufficialmente aperto il cantiere provando a fare un passo ‘oltre l’idea’ per costituirci ancora una volta ‘rappresentanti del cambiamento’ che vive il mondo della scuola”.
Durante questo lungo lavoro di ascolto e condivisione, aggiunge, “abbiamo evidenziato quattro tematiche principali rispetto alle quali sentiamo di avanzare delle proposte che presenteremo al Ministero dell’Istruzione e del Merito: benessere psicologico, educazione civica, maturità e Pcto-Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”.
“Crediamo fermamente che per imparare bene sia necessario stare bene – sottolinea Pellegrino -. Per avere una scuola che non serva solo a ‘curare i sani’ è necessario formare l’intera comunità scolastica rispetto alle questioni del benessere psicologico e della salute mentale”.
In questo senso, “si potrebbero attivare percorsi per studenti volti alla gestione delle emozioni”. Per i docenti, rileva Ludovica Mangiapanelli, vicesegretaria nazionale del Msac, “occorre aggiornare la formazione affinché possano imparare a riconoscere le difficoltà degli studenti per supportarli al meglio”. In ultimo, “nonostante siamo consapevoli dell’esistenza di servizi scolastici di supporto psicologico, riteniamo che questi debbano essere migliorati e implementati, ad esempio aumentando il numero di ore dedicate e facilitando l’accesso degli studenti al servizio”.
In questo momento di forte crisi della partecipazione, evidenzia Pellegrino, “è necessario inoltre investire sulla scuola attraverso la formazione specifica di studenti e docenti. Rispetto all’insegnamento dell’Educazione civica, nonostante vi sia una legge in vigore che lo promuove, sono ancora tanti i passi da fare. In primo luogo, è necessario aumentare i fondi da destinare alla formazione dei docenti in materia. L’insegnamento deve prevedere, sin dall’infanzia, un monte ore e programmi nazionali precisi e adeguati per ciascuna classe. Inoltre, si dovrebbero prevedere delle esperienze concrete da affiancare ai contenuti teorici. Tali esperienze, da sviluppare nel territorio con le istituzioni locali e le associazioni civili, potrebbero essere incluse nei percorsi di Pcto”. Ancora, “è necessario programmare l’acquisizione di competenze di ‘cittadinanza digitale’ offrendo criteri di discernimento in un mondo iperconnesso”.
Per quanto riguarda l’Esame di Stato, nella prospettiva di strutturare un metodo di valutazione che sia il più equo possibile e che rispecchi al meglio il percorso scolastico di ciascuno e di garantire una preparazione migliore e più accurata, afferma Mangiapanelli, “proponiamo la somministrazione di un maggior numero di simulazioni nazionali in preparazione alle prove e la comunicazione delle indicazioni nazionali entro il mese di dicembre”. Rispetto alla struttura dell’Esame “proponiamo di mantenere le 2 prove scritte e l’orale dando lo stesso peso alla prova finale e ai crediti formativi maturati nel triennio (50 punti e 50 punti). Inoltre, proponiamo di valutare, in sede di prova orale, con 2 punti su 20 totali l’esperienza dei Pcto dello studente candidato”.
Considerando i Pcto “fondamentali nel percorso scolastico”, senza ignorarne tuttavia, “le importanti criticità”, il Msac propone qualche “desiderata” in merito: “Vorremmo innanzitutto che venisse risolta la mancanza di informazione circa la natura del progetto, spesso incerta. Pertanto, troviamo ideale che il piano dei Pcto venga sviluppato garantendo che ogni studente possa cucirsi su misura il proprio percorso, con il sostegno di tutor adeguatamente formati e una piattaforma nazionale di raccolta delle esperienze pregresse che possa facilitare la scelta di ciascuno con un’adeguata documentazione a favore o a sfavore di ciascuna proposta”.
Il segretario nazionale del Msac conclude: “A partire da queste proposte, frutto della riflessione e della passione di migliaia di studenti del nostro Paese, vogliamo rilanciare un grande sogno:
costruire una scuola in cui stiamo bene, in cui ci sentiamo accompagnati, compresi e nella quale possiamo crescere da cittadini responsabili.
Allora non possiamo fermarci alle proposte. Al contrario, è necessario andare oltre le idee e avviare processi di partecipazione nelle nostre scuole affinché queste siano ascoltate e accompagnate. Non servono le lamentele, serve sporcarsi le mani, non serve assecondare la retorica che nulla potrà mai cambiare, ma serve mettersi in gioco con credibilità, competenze e passione per la rivoluzione”.
Fonte: Gigliola Alfaro – Sir