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La Chiesa insegna che l’anima spirituale è creata direttamente da Dio per essere destinata all’immortalità.

La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio simbolico, quando dice: “Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). L’uomo è quindi voluto da Dio in questa sua interezza. Egli creato da Dio a sua immagine è capace di trascendere le verità, la pienezza del proprio essere creatura e può sperimentare la relazione con il Creatore con il suo essere corpo e con il suo spirito.

La Chiesa afferma la sopravvivenza e la sussistenza, anche dopo la morte, di un elemento spirituale, il quale è dotato di coscienza e di volontà, in modo tale che l’”io” umano, mancante del complemento del suo corpo, sussista. Per designare tale elemento, la Chiesa adopera la parola “anima”, termine presente nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. Senza ignorare che questo termine assume nella Bibbia diversi significati, essa ritiene tuttavia che non esista alcuna seria ragione per respingerlo e considera, inoltre, che è assolutamente indispensabile affermarne l’esistenza. L’anima non è una porzione di uomo, ma l’uomo stesso nella sua relazione unica e profonda con Dio, una relazione che non viene mai meno, neanche con l’avvento della morte. L’uomo non ha un’anima ma è un’anima.

L’unità dell’anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l’anima come la “forma” del corpo; ciò significa che grazie all’anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell’uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un’unica natura. Solamente l’essere umano nel creato è capace di compiere un processo dinamico a partire dal proprio passato e dalle possibilità del presente, fino ad arrivare a pianificare e costruire il futuro, fino al suo compimento ultimo che è Dio stesso.

Essendo l’uomo questa singolare unità di spirito personale e di materia, con la morte non trova solo la fine ma anche il compimento, in quanto termina la sua vita temporale fisica, con la separazione dell’anima dal corpo. La Chiesa insegna che l’anima spirituale è creata direttamente da Dio per essere destinata all’immortalità. Ogni anima, dunque, è creata direttamente da Dio e non è “prodotta” dai genitori. Essa è immortale: non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale. Il Creatore, colui che ha pensato e fatto l’uomo così com’è, è anche colui capace di trasformare la morte in vita risorta ad immagine del Figlio, primogenito dei risorti. Il valore della morte, infatti, sta nella completa liberazione dell’anima che viene a contatto con il suo Creatore.

La morte potrebbe sembrare la fine di tutto ciò che l’uomo ha conosciuto, la perdita di contatto con l’unico mondo materiale con cui si è relazionato, ma per illuminare questa oscurità, bisogna volgere lo sguardo sulla realtà dell’anima immortale.

Fonte: Paolo Morocutti – Sir

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