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Il nuovo bando per la Diocesi di Ischia

Contesto

La nostra piccola Diocesi è suddivisa in 4 decanati e 25 parrocchie ed ha due centri di ascolto Diocesani. La popolazione isolana è di circa 70.000 abitanti e la sua economia poggia in modo prevalente sul turismo e il suo indotto. L’isola è famosa per il suo mare cristallino, le sue bellezze ambientali, storiche e le sue preziose acque termali che consentono un periodo di apertura degli alberghi per almeno 6/7 mesi l’anno.

La lettura dettagliata dei dati provenienti dalle Caritas parrocchiali e dai due centri di ascolto diocesani ubicati rispettivamente nei due comuni più popolosi dell’isola d’Ischia, mostra una lettura inequivocabile dei gravi effetti economici e sociali determinati dalla Pandemia Covid’19, situazione che per molti aspetti si è aggiunto ad un quadro già complesso poiché i lavoratori stagionali lavorando in media 6/7 mese all’anno, con la Naspi non riescono a coprire l’intero anno solare. La pandemia ha aggravato inesorabilmente una situazione già molto complessa; infatti, la stagione turistica e lavorativa 2020 è stata breve e per molti aspetti ricca di forti criticità soprattutto per i lavoratori.

L’economia isolana poggia in modo preponderante sul settore turistico che è fra quelli più penalizzati dalla pandemia. Sono circa 12.000 i lavoratori stagionali occupati nei settori che direttamente o indirettamente vivono di turismo. Di questi circa il 40% per meri cavilli tecnici non si sono visti accordare nel primo lockdown il bonus posto in essere dal Governo per la categoria.

La ripresa della stagione turistica è stata fortemente ritardata e i lavoratori sono stati assunti in media 75 giorni, hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali ma per tanti sono si sono già conclusi. Il tasso di disoccupazione è schizzato in alto in quanto molti imprenditori, nell’incertezza determinata dalla pandemia hanno scelto di restare chiusi, soprattutto alberghi di grande dimensione, molti altri pur aprendo hanno ridotto al massimo la base occupazionale.

E per non finire nel clima di incertezza, molti imprenditori hanno perseguito per la prima volta una politica di assunzione attraverso agenzie di lavoro interinale, penalizzando enormemente i lavoratori. In altri termini in un territorio a vocazione turistica, come l’Isola d’Ischia, la forza distruttiva della pandemia è stata ancora più dirompente con l’aggravante che essendo in un’isola è complicato spostarsi per cercare lavoro. Inevitabilmente l’unica soluzione per chi lo ha potuto fare, è stato emigrare, abbandonare le proprie radici ed andare lontano. Fenomeno questo che è in forte crescita coinvolgendo sempre più padri di famiglia. Fino a qualche anno fa erano soprattutto i più giovani ad allontanarsi dall’isola cercando lavoro soprattutto all’estero. Abbiamo verificato con i centri di ascolto che molti nuclei familiari monoreddito, che negli anni passati riuscivano a stare in equilibrio, oggi sono scivolati in uno stato di grave difficoltà. Hanno retto solo i nuclei familiari con almeno un pensionato o una persona con invalidità beneficiaria di accompagnamento. Oltre agli stagionali a pagare il prezzo più alto in questo periodo di grave emergenza sono i lavoratori precari e quelli a nero che qui sull’isola ricoprono mansioni semplici, per lo più stranieri o adulti ultracinquantenni fuoriusciti per effetto della crisi, dal mercato del lavoro e che non sono stati riconfermati.

In tale contesto drammatico ha sempre più preso forza l’agire sinergico della Caritas Diocesana in modo preponderante con i suoi dieci Centri di Ascolto Diocesani e le 25 Caritas Parrocchiali.

Potenziare l’attività del Centro Caritas Diocesano Papa Francesco è fondamentale poiché è il centro da cui si dirama l’aiuto alle Caritas parrocchiali e al secondo centro Diocesano ubicato a Forio d’Ischia.

Bisogni / aspetti da innovare

L’incremento vertiginoso delle richieste di aiuto registrate in questi ultimi anni, sono esplose nel 2020 per effetto della crisi originatasi con la Pandemia. Moltissime famiglie sono sprofondate in uno stato di grave difficoltà. Siamo passate dalle circa 600 famiglie assistite con il banco alimentare alle 2300 di questi ultimi giorni.

Avevamo già verificato, da una attenta analisi delle singole situazioni che era aumentata in modo esponenziale la disuguaglianza sociale come effetto principale dell’aumento della povertà. Tale percezione è stata ampiamente confermata dal vissuto di questi ultimi mesi. Alle tradizionali forme di emarginazione che ben conoscevamo si sono aggiunte nuove forme di povertà che hanno costretto molte nuove famiglie a ricorrere alla Caritas, evitando così, di scivolare in uno stato di povertà.

Molta energia è stata dedicata all’ascolto e si è lavorato in rete, stringendo una fortissima collaborazione fra l’equipe diocesana e le singole caritas parrocchiali. Un vero gioco di squadra che ha visto impegnati tutti, l’ambito caritatevole è diventato il fulcro della vita pastorale sia a livello diocesano che parrocchiale. Possiamo dire che di fronte alla preoccupante emergenza sanitaria e alla crescente crisi economica, la solidarietà è stata immane.

Una vera e propria mobilitazione dove tutti hanno fatto la loro parte. Determinante il ruolo della Caritas che ha svolto un ruolo di collante fra le varie realtà coordinando le risorse e le forze. La rete delle caritas si è impreziosita del ruolo attivo di molte associazioni e delle forze di protezione civili. Si è supportato le amministrazioni locali nel mettere in campo delle iniziative per portare aiuto soprattutto alle fasce deboli quali anziani, persone sole, disabili.

Al lavoro di rete e di coordinamento la Caritas diocesana ha dedicato enorme energia ma il tassello fondamentale vissuto è stato potenziare l’ascolto nei Centri Diocesani con orari di apertura prolungati e nelle parrocchie. L’organizzazione territoriale delle parrocchie ha consentito di arrivare a tanti soprattutto persone distanti dalla Chiesa e persone di altre religioni o convinzioni religiose. La vivacità dei colori che ha assunto la nostra esperienza ha fatto sì che qualche persona di buona volontà che si definiva ateo ha voluto darci una forte mano soprattutto garantendo l’aiuto in casi molto complessi. In modo spontaneo è nato un servizio di accompagnamento per malati oncologici al centro oncologico asl per non interrompere le terapie. Abbiamo vissuto intensamente leggendo spesso dal vissuto le strategie da intraprendere per sollevare tanti.

 Indicatori (situazione ex ante)

Si è registrato in questi ultimi mesi un aumento esponenziale delle richieste di aiuto. La pandemia ha determinato per il nostro territorio lo sprofondare in uno stato di grave difficoltà per moltissimi nuclei familiari che mai in passato avevano chiesto aiuto ai Centri di Ascolto Caritas. Molti di loro non hanno percepito alcun tipo di bonus per meri cavilli burocratici, che sono risultati insuperabili. Circa 3500 stagionali si sono trovati in questa situazione, pertanto, la loro situazione è apparsa da subito molto difficoltosa. Determinante nella rete di aiuti lo sforzo posto in essere dalle Caritas, dalle associazioni e dalla rete familiare. Tre elementi che hanno sorretto la sorte di tanti. Le famiglie ad oggi seguite in modo strutturato e ciclicamente dai centri di ascolto sia diocesani che parrocchiali sono più di 2000. A queste famiglie agganciate si aggiungono altre circa 700 utenti che si sono rivolte a noi per una sola volta. L’attività di ascolto e di accompagnamento Tali effetti hanno una pesante ricaduta soprattutto tra le fasce di età che spaziano dai 34 ai 64 anni di età.

Di fronte al dilagare del bisogno di tanti e della fitta rete di aiuti posti in essere si è ben compreso l’importanza di potenziare l’ascolto sia attraverso i centri caritas parrocchiali sia attraverso i due Centri Diocesani ed in particolare il Centro Papa Francesco. Automatizzando i dati raccolti e cercando di approntare una fitta rete di aiuti di concerto con i servizi territoriali e con le altre associazioni. Sfruttare I vantaggi di software calibrati per le caritas, creare gesti tali in grado di favorire uno scambio di informazioni riguardo soprattutto le risorse, utilizzare i mezzi di comunicazione per essere rapidi nella risoluzione delle singole richieste di aiuto. Imparare a condividere di più e a sentirci parte di una unica famiglia stuzzicando la partecipazione di chi può donare e rafforzando la rete di solidarietà sperimentata su questo territorio anche durante il periodo del terremoto e ultimamente nel periodo (che ancora stiamo vivendo) della pandemia.

Bando Diocesi di Ischia

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