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Omelia di don Camillo alla messa di sabato 14 ottobre

“In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».” (Lc 11,27-28)

Il brano che abbiamo ascoltato – ci ha detto don Camillo D’Ambra nel corso della sua omelia, nella S. Messa di sabato 14 ottobre 2023 celebrata insieme a don Agostino Iovene nella Cattedrale di S. Maria Assunta in Ischia Ponte – ci ricorda il grido di gioia di una donna del popolo che onora Gesù lodando e benedicendo sua madre che l’ha messo al mondo: «Beato quel grembo che ti ha portato, beato quel seno che ti ha allattato!»

E Gesù pur accettando il pensiero gentile di questa donna, dice: “Sì, hai ragione: è beata mia madre. E ancor più beato è colui che è capace di ascoltare, come ha fatto lei, la parola di Dio e di metterla in pratica nel corso della sua vita.”

E questo è un elogio che Gesù fa a sua madre.

La Madonna è stata sempre in ascolto di questa Divina Parola che parlava nel suo Cuore Immacolato e questa Parola di Dio è arrivata a incarnarsi nel grembo di Maria col suo consenso.

Dio Padre aveva deciso di salvare l’umanità attraverso il contributo anche dell’umanità stessa e quindi Maria, che fa parte dell’umanità perché nostra sorella, figlia di un papà e di una mamma, è stata però, in un modo tutto particolare, guardata dal Creatore fin dall’eternità perché fosse insieme col Redentore la più grande sua collaboratrice nell’Opera di salvezza.

Avendo deciso il Signore, nella sua Misericordia, di salvare gli uomini peccatori, c’era bisogno che il Figlio Suo, il Verbo, la Parola eterna Sua, si incarnasse, cioè prendesse un corpo, come il nostro. Non un corpo immaginario, ma un vero corpo di una vera creatura.

E il Verbo si è fatto carne nel grembo della Vergine Maria. È diventato tutt’uno con lei, è diventato suo figlio. Egli che era il Figlio unico di Dio. Ha voluto lavorare, è stato bersagliato dai suoi nemici, ha sofferto, ha cercato di compiere quella che era la volontà del Padre suo quando l’ha fatto venire sulla terra, cioè di manifestare la Misericordia infinita di Dio, il quale ama i suoi figli nonostante i loro peccati, nonostante le offese che continuamente fanno contro la Divinità. Dio non ha tenuto conto di tutte le nostre cattiverie, ma nella sua Misericordia senza limiti c’è venuto incontro attraverso la collaborazione di questa nostra sorella, della Madonna.

Allora, in questo sabato del mese dedicato alla preghiera che facciamo alla Vergine Santissima, noi vogliamo ribadire la nostra devozione, il nostro affetto, il nostro amore verso questa sorella, la quale si è donata completamente a tutti quanti noi e ci ha regalato la salvezza: il Figlio di Dio, Gesù, Salvatore di tutti.

Confidiamo ancora oggi nella intercessione di Maria perché in Paradiso ella non sta soltanto a contemplare la Bellezza di Dio e a godere dei doni e dei privilegi delle virtù che ha esercitato sulla terra, ma è sempre vigile come una buona madre di famiglia verso di noi suoi figli. Lei si dispiace quando dei figli di Dio e figli suoi si perdono. La preghiera comunitaria dei fedeli serve per chiedere quelle grazie, specialmente della misericordia e del perdono da parte di Dio, perché nel mondo ci sia un po’di pace.

Invochiamola spesso, chiamiamola in ogni momento della nostra esistenza, ella ci ascolta. E ci esaudisce quando può, perché non si può mettere mai contro la volontà di Dio. Ma se Dio è d’accordo con quello che lei chiede è sicuro che non nega mai niente a Maria. Siamo sicuri che pregando la Madonna, la nostra preghiera arriva direttamente al Cuore benevolo del nostro Padre celeste e riceviamo quelle grazie che sono necessarie per la nostra salvezza.

A cura di Angela Di Scala

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