‘’Il respiro dell’anima’’, tre appuntamenti culturali per questo Avvento, proposti dalle parrocchie di Piedimonte e Fiaiano, per prepararsi spiritualmente al Santo Natale, in giorni in cui si corre per gli acquisti natalizi e spesso si dimentica la vera realtà della festa; come dicono i piccoli: “Hanno sloggiato Gesù”.
Al primo appuntamento, venerdì 1° dicembre, ha partecipato un bel gruppo di persone, incuriosite o interessate. Partendo dagli studi di tre teologhe ci si è addentrati nella cultura europea, in quella asiatica e in quella latino-americana. Quale l’argomento? La Preghiera: Il respiro dell’anima. Il percorso ha dato spazio alla riflessione, a domande sull’argomento, alla condivisione personale.
Leggendo le parole di Katarzyna Wasiutyńska – membro dell’associazione teologi spirituali
in Polonia e collaboratrice in percorsi formativi per i giovani – si è riscoperta la cultura europea e
l’essenza della preghiera cristiana attraverso l’esperienza dei santi: Teresa D’Avila: “si impara a
pregare, pregando, come si impara a camminare, camminando”; I Padri della Chiesa: “La preghiera
è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete; Dio ha sete che noi abbiamo sete di Lui”; Teresa di
Lisieux: “Slancio del cuore, sguardo verso il cielo, grido di riconoscenza e di amore, nella prova come
nella gioia”, per citarne alcuni.
Attraverso Vania Keng di Hong Kong – Teologa dogmatica, docente di Ecclesiologia – si è
volto lo sguardo all’Oriente, immergendosi in una realtà in cui è forte il senso del trascendente ma
non c’è un Dio rivelato. La cultura cinese afferma: “Il cielo e la terra sono nati con me, e tutte le cose
sono una con me. Questa è la via per raggiungere il regno della felicità”. Unità fra cielo e terra
dunque. Rimanda forse al nostro: “Come in cielo così in terra”? Gli scritti dell’Oriente non
analizzano né spiegano o discutono, sono un resoconto dell’esperienza di vita, dei cambiamenti
dell’anima e dell’incontro con ciò che chiamano Assoluto, Cielo, “Tian天”. La preghiera non è
adorazione ma seduta meditativa; la postura rivela l’apertura verso l’Infinito.
Infine, mediante gli scritti di Sonia Vargas – teologa dogmatica, membro del gruppo di
ricerca di antropologia trinitaria a Buenos Aires e docente di Teologia Trinitaria e Mariologia – è
stata esplorata la cultura dell’America Latina e dei Caraibi, di questo popolo che “si è forgiato nel
dolore, nella povertà, nella dominazione, ma anche nell’ascolto di una voce consolante che ha
consolidato la sua fede con le sue tipiche caratteristiche”, come affermava Giovanni Paolo II, nel
1992, alla Conferenza Episcopale di Santo Domingo. Sono state approfondite le ricchezze
evangeliche della pietà popolare: “pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco,
accoglienza dell’altro, devozione”; la scoperta dell’Amore di Dio viene trasmessa, da questi popoli,
attraverso le caratteristiche danze di gioia, lode e contemplazione del Mistero.
Tre culture, tre modi diversi di vivere la preghiera, lo stesso stupore di fronte alla straordinaria
bellezza del creato. Al prossimo appuntamento!