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Un’altra virtù trattata dal Papa nella catechesi del mercoledì è quella della fortezza: «Ecco, dunque, la più “combattiva” delle virtù. Se la prima delle virtù cardinali, vale a dire la prudenza, era soprattutto associata alla ragione dell’uomo; e mentre la giustizia trovava la sua dimora nella volontà; questa terza virtù, la fortezza, è spesso legata dagli autori scolastici a ciò che gli antichi chiamavano “appetito irascibile”.

Il pensiero antico non ha immaginato un uomo senza passioni: sarebbe un sasso. E non è detto che le passioni siano necessariamente il residuo di un peccato; però esse vanno educate, vanno indirizzate, vanno purificate con l’acqua del Battesimo, o meglio con il fuoco dello Spirito Santo. Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo! Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato, come quando dice: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc12,49); e davanti al commercio nel tempio ha reagito con forza (cfrMt21,12-13).

Gesù aveva passione…. Il Signore è con noi, se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e corazza….».Nel “Trattato dei miracoli di San Francesco” di Tommaso da Celano l’autore descrive “la mirabile origine della sua religione”, che tanto bene ha portato in questi ottocento anni di storia cristiana, dando forza e coraggio nella fede anche ai più titubanti. “Tale fu appunto la nascita della Religione, fecondità della donna sterile, generazione di una discendenza con tante ramificazioni.

Guardava con preoccupazione il vecchio mondo imbrattato nel sudiciume dei vizi, gli ordini (sacri) insensibili agli esempi degli apostoli e, mentre la notte dei peccati era a metà del suo corso, era imposto il silenzio alle sacre discipline; quand’ecco, all’improvviso, emerse sulla terra un uomo nuovo, e all’apparire subitaneo di un nuovo esercito, i popoli furono ripieni di stupore davanti ai segni della rinnovata età apostolica. È ora d’un tratto portata alla luce la perfezione già sepolta della Chiesa primitiva, di cui il mondo leggeva sì le meraviglie, ma non vedeva l’esempio. Perché dunque non si potrà dire che gli ultimi saranno i primi, quando ormai si sono, mirabilmente, trasformati i cuori dei padri nei figli, e quelli dei figli nei padri? O si potrà forse misconoscere il compito così celebre e famoso dei due Ordini, e non ritenerlo come presagio di qualcosa di grande che debba accadere tra breve? Di fatto, dal tempo degli apostoli non fu mai proposto al mondo insegnamento così autorevole, così mirabile.

È da ammirare, inoltre, la fecondità della donna sterile. Sterile, ripeto e arida questa Religione poverella, perché ben lontana dai terreni umidi. Sterile davvero, perché non miete non ammassa nei granai, non porta sulla strada del Signore una bisaccia ricolma. E tuttavia, contro ogni speranza, questo Santo credette nella speranza che sarebbe diventato erede del mondo e non considerò privo di virilità il suo corpo né sterile il seno di Sara, certo che la divina potenza poteva generare da essa il popolo ebreo.

Questa Religione infatti non si sostiene con cantine ricolme, dispense abbondantemente fornite, amplissimi poderi, ma dalla stessa povertà per la quale si rende degna del cielo, viene meravigliosamente alimentata nel mondo. O debolezza di Dio, più forte dell’umana fortezza, che porta gloria alla nostra croce e somministra abbondanza alla povertà! Abbiamo infine contemplato questa vigna che, cresciuta in pochissimo tempo, ha esteso da mare a mare i suoi tralci fruttiferi.

Da ogni parte sono accorse moltitudine di uomini si riversarono a frotte e, d’un tratto si radunarono le pietre vive per la perfetta struttura di questo meraviglioso tempio. E non soltanto la vediamo in breve tempo moltiplicata nel numero dei figli, ma anche glorificata, poiché parecchi di quelli che ha generato, sappiamo che hanno conseguito la palma del martirio, e veneriamo nell’albo dei santi molti di essi, a motivo della perfetta pratica della virtù” (FF 821).

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