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Commento al Vangelo Gv15,26-27;16,12-15

Buona “Shavuot”! Nell’antico Medioriente c’era la festa agricola antichissima, chiamata “festa della mietitura” perché celebrava la gioia della conclusione della raccolta del grano. La data era stabilita secondo questa indicazione: “sette settimane dopo la Pasqua”. Quindi verso giugno. Ecco la ragione per cui l’hanno chiamata “hag shavuot”, “festa delle sette settimane”; in greco “Pentecostè emera”, 50º giorno dopo la Pasqua.

Al tempo di Gesù, o subito dopo, questa festa ha cambiato significato, non era più una festa agricola, ma è diventata una festa religiosa in cui il popolo d’Israele celebrava la propria gioia, la propria riconoscenza nei confronti del Signore per il dono della Torah, perché la Legge era la luce che permetteva a questo popolo di vivere realmente da uomini. Luca, nel racconto degli Atti, colloca il “dono dello Spirito” proprio nella festa di Pentecoste.

Oggi noi cristiani celebriamo il dono della nuova legge, il dono di quell’amore che è dentro ogni uomo. La Torah è bella, è un dono grande. Ma aveva un limite. Era una norma esterna all’uomo, imposta dall’esterno. L’uomo non è portato istintivamente ad osservare la Torah, ma ad andare in direzione contraria; quindi, l’indicazione del cammino della vita è bella ma poi l’uomo è portato ad essere adultero, a rubare, mentire. Ma Gesù ci dona lo Spirito. Che cosa è questo Spirito? È la natura nuova dell’uomo! Questo Spirito non è più una legge esterna, ma è una vita nuova che l’uomo ha ricevuto dal cielo. Facciamo un esempio: una ragazza legge un libro di psicologia che spiega i sentimenti di una mamma e come deve fare per crescere il proprio figlio; sono indicazioni esterne, belle, preziose. Un giorno questa ragazza diventa mamma e non ha più bisogno di quelle indicazioni esterne che le spieghino i sentimenti di una mamma; il suo rapporto con il figlio le viene da dentro, dalla sua nuova natura di essere mamma, è una forza che le fa dimenticare sé stessa per mettersi a servizio della creatura fragile che Dio le ha affidato e quindi si può alzare di notte 20 volte, ma non se ne rende nemmeno conto perché il comportamento che deve tenere le viene da dentro!

Eccola la nuova Torah, lo Spirito, il dono della vita nuova che è la vita del Padre del cielo, la vita dell’Eterno che ha animato Gesù durante il tempo che Lui ha trascorso in questo mondo, in mezzo a noi. È questa vita di Gesù che è la vita del Padre, questo Spirito, che lo ha portato a donare tutto sé stesso senza limiti, senza condizioni. Dio non poteva farci dono più grande della sua stessa vita! Non senti questa vita dentro di te? E allora noi comprendiamo che gioia è per noi prendere coscienza di questo dono, perché la nostra vita biologica finisce, ma la vita dell’Eterno, la vita dello Spirito non può finire, perché è la vita stessa di Dio.

Luca per farci comprendere questo, negli Atti degli Apostoli, ha collocato questo dono nella Pentecoste. Lo Spirito sostituisce la Torah, che però rimane come una prima indicazione, una frontiera minima che ci porta allo Spirito. Nella Torah però non c’è nessuna norma che indica di dare la vita al tuo nemico che ti fa male! A questo punto Gesù ci dice chi è e cosa fa lo Spirito nella sua chiesa. Il nome con cui lo Spirito viene chiamato è “Paràclito” dal greco “Paràcletos” da “paràcallein”, “chiamato vicino”, in latino “ad vocatus”,“avvocato, colui che difende, colui che ti protegge”.

I rabbini dicevano che, quando ci si presenta davanti a Dio, ci vuole un avvocato e dicevano anche chi è questo avvocato che di sicuro ti difende bene… sono le opere buone che tu hai compiuto. Che brutta concezione: difendersi da Dio! Lo Spirito che avvocato è? Da chi ci protegge? Non da Dio, ma ci protegge dal vero nemico, la forza del male che è dentro di noi e che, se viene assecondata, ci disumanizza. Lo Spirito è la vita nuova che riduce all’impotenza l’istinto malvagio; lo Spirito, ci protegge dalla stoltezza di questo mondo che è molto aggressiva perché è seguita da tutti, quella che viene predicata e inculcata dai mass-media, dalle riviste, dai programmi spazzatura, dalle telenovele. Difatti, il credente si sente solo in questo mondo. Se noi predichiamo il perdono, la mitezza, la castità, la rinuncia, il dominio di sé, il servizio, l’amore gratuito anche nei confronti dei nemici… questi comportamenti vengono considerati strani, incomprensibili.

Eccolo il difensore! In questa situazione di smarrimento che il credente può sperimentare, il Paràclito ti è accanto e ti difende dalla logica del mondo, dal modo di pensare ritenuto saggio da tutti, quel modo di pensare che ti dice “goditi la vita, fai ciò che ti piace, pensa a te stesso”. Lo Spirito è chiamato: “Spirito della verità”. Cosa significa “Spirito della verità”? Che ti impedisce di dire bugie? …no! Le bugie qui non c‘entrano, non vanno dette naturalmente. “Verità”, che cosa significa nella Bibbia? È ciò che intendiamo anche noi quando diciamo “un fiore vero”, vuol dire che non è di plastica; quando diciamo “un prete vero”, non perché porta una divisa ma perché la sua vita è conforme a ciò che noi ci aspettiamo da un prete. Lo Spirito è la vita nuova che ci fa essere autentici, veri, credibili. Questo “Spirito della verità” testimonierà Gesù!

Quand’è che lo Spirito testimonia in favore di Gesù? Quando sentiamo una voce dentro di noi che ci dice “Gesù ha ragione”. Sentiamo tante voci attorno a noi, tanti suggerimenti e poi la voce dentro che dice: “guarda che Lui ha ragione” …quello è lo Spirito. Quando tu contempli il volto di Dio che brilla sul volto di Gesù, poi magari senti altre immagini di Dio, c’è una voce dentro di te che ti dice: “guarda che quello vero è quello di Gesù”. Quando senti una voce interiore che ti dice: “pratica l’amore incondizionato che Gesù ti ha mostrato” …Quando senti una voce che ti dice: “Gesù ha ragione, quando dice che la vera grandezza dell’uomo non sta nell’accumulare i beni ma nella condivisione, nello scambio umile del servizio di amore, nel donare la vita per gli altri come Gesù ha fatto” …quando tu senti questa voce, è la testimonianza dello Spirito! Questa voce interiore scioglie tutti i dubbi, tutte le obiezioni e dona la serenità. E poi Gesù continua: “anche voi mi rendete testimonianza perché siete con me fin dal principio”. Lo Spirito ti da questa forza: chi è innamorato di Gesù non parla di Gesù come quando parla di Cesare, ma gli vedi brillare gli occhi, perché Gesù ha dato senso alla sua vita. Cosa Gesù dice ai suoi discepoli? Gesù aspetta la nostra testimonianza, chi ci sente parlare di lui, sente che siamo innamorati, conviti. Questo deve accadere fin dall’inizio, conoscendo dall’inizio il volto che Gesù ci ha raccontato. Ecco la testimonianza. La nostra testimonianza glorifica Gesù. La glorificazione di Gesù è l’amore, e l’amore che testimoniamo glorifica Gesù! Ritorna questa festa per dirci che siamo inviati a far vedere Gesù amando! Che bella questa solennità! Quanta fiducia da parte di Dio!

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