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Lasciamo entrare il Signore nelle nostre vite

Nell’omelia del vescovo per le Cresime presso la Parrocchia san Ciro Martire, la certezza che la sinodalità si sta concretizzando anche grazie ai giovani

La celebrazione eucaristica del 31 maggio scorso, presso la Parrocchia san Ciro Martire in Ischia, per il conferimento del sacramento della Confermazione a nove giovani, è un esempio di come il cammino verso la formazione delle Unità pastorali nelle nostre Diocesi sia a buon punto. Ormai da tempo, sotto la guida di don Marco Trani, le Parrocchie Santa Maria di Portosalvo, san Ciro Martire e Santa Maria delle Grazie in S. Pietro collaborano tra loro in diverse attività con ottimi risultati. È quanto è stato anche confermato nel discorso di presentazione tenuto dai catechisti che hanno accompagnato i nove giovani cresimandi nel loro percorso di formazione a inizio della celebrazione, presieduta dal Vescovo Carlo: “Sono nove giovani che vogliono confermare la volontà di appartenere alla santa famiglia di Dio e che hanno frequentato un corso diocesano e un corso parrocchiale, quest’ultimo in forma tutta nuova, in collaborazione con la parrocchia di Portosalvo e di San Pietro, sono giovani di provenienza diversa, con storie diverse, condotti qui tutti insieme dallo Spirito Santo”.

Con grande gioia il Vescovo Carlo ha accolto questa novità che sottolinea come il cammino del Sinodo, che sta per concludersi in questo anno, sia stato positivo e abbia portato buoni frutti. Così si è espresso il Vescovo rivolgendosi ai catechisti e alle tre le comunità presenti:

«Grazie per queste parole che indicano il cammino di una Chiesa che è certamente sinodale. Non dobbiamo avere paura di ripetere questa parola, perché, come ci ricorda spesso Papa Francesco, questa Chiesa del Terzo Millennio è sinodale, una Chiesa nella quale siamo chiamati a camminare insieme. Mi piace quindi che abbiate sottolineato come il cammino di preparazione alla Confermazione di questi giovani sia stato fatto in comunione tra tre comunità parrocchiali. La celebrazione della Cresima sta a significare la bellezza di un cammino e intendo con questo che il cammino non è isolato nella nostra vita di fede».

Dopo aver sottolineato che la Cresima non è un traguardo, ma una tappa del cammino che deve accompagnare tutta la vita del cristiano, illuminandola con l’effusione dello Spirito Santo, il Vescovo ha proseguito spiegando nel dettaglio il senso del conferimento di questo importante sacramento, ricorrendo alla Parola, il Vangelo di Luca che, nella giornata in cui la Chiesa ricorda la Visitazione della Beata Vergine, ci presenta Maria in cammino verso la casa di Elisabetta, avendo saputo dall’angelo che anche lei, nonostante l’età avanzata, aspetta un figlio. Maria si mette in cammino – ha spiegato il Vescovo – certamente per essere di aiuto, ma anche per avere conferma di quanto l’angelo le aveva annunciato. Ma non solo: Maria porta con sé nel suo grembo Gesù. Giovanni, nel grembo di Elisabetta, nel sentire la voce di Maria “sussulta” di gioia. Il verbo ‘sussultare’ è lo stesso che nell’Antico Testamento viene utilizzato per descrivere l’emozione del popolo alla presenza dell’Arca dell’Alleanza. Giovanni nel grembo di Elisabetta esulta di fronte a Maria, Arca della Nuova Alleanza, alleanza che si è potuta stringere tra Dio e l’uomo grazie al suo sì, quel sì che ricorda la risposta che i cresimandi danno il giorno della Confermazione quando vengono chiamati per nome dai loro catechisti per essere presentati al Vescovo:

«Carissimi ragazzi e ragazze, avete pronunciato il vostro “Eccomi!” dopo essere stati chiamati per nome. In questo ‘eccomi’ c’è l’eccomi dei profeti che vengono chiamati da Dio ad annunciare la sua Parola, ma questa sera in modo particolare in questo “Eccomi!” io voglio pregare e vedere insieme con voi l’eccomi di Maria, la quale, quando l’angelo la invita ad accogliere nel suo grembo la parola incarnata, si fida di Dio».

La fiducia in Dio, quella che ha permesso a Maria di realizzare il progetto di Dio, è fondamentale per mettersi in cammino, per far entrare Dio nelle nostre vite, cosa che avviene anche grazie all’effusione dello Spirito Santo e grazie al supporto di tutte le tre comunità che sono presenti, anche idealmente nella celebrazione. La preghiera conclusiva del Vescovo è stata quindi speranza di consolidamento della comunità che si sta modellando a immagine e somiglianza dello Spirito Santo.

«Maria di Nazareth, la donna dell’ascolto, vi conceda di ascoltare la Parola del suo figlio, di alzarvi, di mettervi in cammino ed entrare nel sogno e nel progetto di Dio».

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