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Omelia del Vescovo Carlo in occasione del conferimento del sacramento della Confermazione nella parrocchia Santa Maria Assunta in Ischia Ponte

Gen 3,9-15; 2Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35

Lo Spirito Santo soffia ininterrotto e scende ancora nelle vite di sei giovani che domenica 9 giugno scorso, per le mani del Vescovo Carlo, hanno ricevuto il sacramento che conferma la grazia della fede ricevuta nel giorno del loro Battesimo.

«Eravamo certo piccoli e non certamente consapevoli del dono che avremmo ricevuto, quando i nostri genitori ci hanno portati al fonte battesimale, – ha detto il Vescovo –  ma il sacramento della Cresima consente, in età matura, di confermare con consapevolezza quella scelta».

Il dono dello Spirito Santo è segno dell’amore di Dio, il quale attraverso questo prezioso contributo cerca di aiutare l’uomo a realizzare il sogno del suo Regno. Nel discorso introduttivo con il quale sono stati presentati i sei giovani al Vescovo, i catechisti hanno detto: “Questi giovani sono stasera qui per dire con trepidazione il proprio sì e ricevere lo Spirito Santo, che li invia ad essere tessitori di fraternità”.

Fraternità è sinonimo di unità, quella unità e comunione che il Vescovo ha fortemente richiamato in tutta la sua omelia. Passare dalla divisione all’unità significa superare quello stato nel quale l’uomo sfugge al richiamo della voce di Dio, come ci mostra la Prima Lettura, il brano nel quale Adamo, dopo aver mangiato il frutto dell’albero, si nasconde a Dio che lo cerca:

«Questo nascondersi alla voce di Dio è quasi uno scaricarsi dalla responsabilità di ascoltare, di accogliere la parola di Dio e produce soltanto divisione e male. Nascondere a se stessi la Parola di Dio significa nascondere la nostra vocazione, la nostra chiamata a vivere per il bene e operando il bene nella nostra vita».

È poi la Seconda Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, libro che ci descrive la vita quotidiana dei primi cristiani, ad indicarci la via per superare il male della divisione, è la via della carità rivolta a tutti. Lo Spirito Santo aiuta in questo percorso anche con il dono di parlare molte lingue, segno del superamento delle differenze. L’esercizio della carità permette di porre il prossimo al centro della propria vita, accogliendo e ascoltando, fino al superamento di tutte le divisioni. Per tale motivo – ha proseguito il Vescovo – Gesù cita il peccato contro lo Spirito Santo come imperdonabile: “Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini…, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno”.

«Il peccato contro lo Spirito Santo è quella pretesa di poter agire da soli, di poter far tutto da soli, senza lasciare posto alla presenza di Dio nella nostra vita».

Ecco perché è necessario pregare affinché lo Spirito Santo discenda e operi nelle nostre vite quel miracolo che consente il superamento del male che è la divisione, affinché possiamo essere degni di quella fede che ci è stata donata gratuitamente nel giorno del nostro Battesimo.Così ha poi concluso il Vescovo: «Il Signore, che è datore di ogni dono, ci faccia volgere lo sguardo a coloro che entrano nella nostra vita, perché in quel prossimo possiamo vedere l’immagine di Cristo che entra nella nostra vita, bussa alle porte del nostro cuore».

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