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Fedeli alla Parola di Dio

Omelia del Vescovo Carlo nella celebrazione eucaristica del 15 giugno, per i festeggiamenti del santo patrono, con il conferimento del sacramento della Cresima, presso la Basilica di san Vito Martire in Forio

2Cr 24,17-22; 2Cor 3-7; Gv,15 18-25

La festività del patrono san Vito, il 15 giugno, sempre molto sentita e curata dal popolo foriano, si è arricchita quest’anno anche della gioia per il conferimento del sacramento della Confermazione ad un gruppo di ben quattordici giovani per le mani del Vescovo Carlo. Un emozionato ed orgoglioso don Cristian ha presentato i giovani al Vescovo chiamandoli per nome e ricordando che “Le loro storie si intrecciano con la storia di Dio, come quella di san Vito, una storia che assomiglia quella di tante famiglie anche dei giorni nostri, nelle quali regna spesso l’incomprensione, ma nelle quali alla fine trionfa il bene”.

La storia del giovane san Vito è nota e don Cristian l’ha ben sintetizzata: cresciuto da madre adottiva, ha un pessimo rapporto con il padre, che lo vuole usare come strumento per realizzare i propri sogni, che contrastavano con la fede cristiana abbracciata da Vito. Vito trova la forza nella fede in Cristo per dire di no ai progetti del padre, il quale diventerà il suo accusatore, e questo gli costerà la vita. Se il destino di Vito è anche quello di tanti giovani che sono costretti a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per portare avanti i propri progetti, è ancor più vero che la sua vita è un esempio di fedeltà cristiana che deve essere di ispirazione per tutti.

Nell’omelia il Vescovo Carlo ha messo al centro proprio la grandezza dell’esempio che Vito ci ha lasciato, una vita spesa e vissuta sull’esempio di Gesù, così come suggerito da Gesù stesso nel brano del Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù parla ai suoi discepoli e ricorda che il discepolo fedele è colui che rende conforme la sua vita alla vita Sua stessa, fino a condividere anche l’odio che le sue parole possono suscitare (“se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra”). I santi ci offrono appunto, con le loro vite, un esempio di come le vite possano conformarsi a quella di Cristo nel modo migliore. Così ha precisato il Vescovo:

«Ancora oggi i martiri per noi sono un esempio e un modello di vita cristiana, la vita del nostro santo patrono è tutta spesa e vissuta sull’esempio di Gesù, per amore e con amore e noi oggi questa eredità la accogliamo e la portiamo avanti».

Vito ha avuto una vita difficile – ha proseguito il Vescovo – ma ha trovato il modo di conformare la sua vita quella di Cristo, che a sua volta ha speso la sua vita per gli altri, per amore, con amore, fino a versare il suo stesso sangue. Come è arrivato al giovane Vito questo messaggio? Attraverso l’ascolto della Parola del Signore, una Parola che scava e non lascia indifferenti, che ha consentito alla storia di Vito di anno in anno dal 303 d. C., di arrivare fino a noi, fino alla comunità cristiana foriana odierna, fino ai giovani cresimandi di quest’anno. Una preziosa eredità che va però coltivata opportunatamente. Non basta festeggiare, è necessario interiorizzare quel modello di vita cristiana e renderlo operativo nella comunità. È necessario – ha precisato il Vescovo –  quel discernimento di cui spesso parla anche Papa Francesco:

«Discernere significa saper orientare la propria vita nella direzione della Parola di Dio, verso quel bene al quale ci volge la Parola di Dio. Qual è allora questo bene, tra i tanti beni del mondo? È il bene che ci viene indicato dall’ascolto della Parola di Dio».

Siamo quindi chiamati a distinguere la voce di Dio, che deve orientare le nostre scelte, da quella del mondo, che ci spinge in direzione diversa. Questo crea scandalo, perché ci rende incompresi. È necessario dunque ascoltare e fare propria la parola di Dio, ma è anche necessario nutrirsi dei sacramenti, vero alimento dell’anima e della fede. La domanda è nata quindi spontanea:

«Ma la mia vita è orientata dalla Parola di Dio, ma le nostre comunità lo sono? Le dinamiche delle nostre comunità parrocchiali, ecclesiali, civili, hanno come fonte del discernimento la parola di Dio? E i sacramenti che noi celebriamo diventano alimento di questa fede? È per questo che san Vito ha dato la sua vita, per amore di Dio e per amore del suo popolo».

I santi, ha concluso il Vescovo, non hanno bisogno delle nostre preghiere, sono già al cospetto di Dio, ma noi festeggiamo perché essi ci aiutino a rendere la nostra vita conforme a quella di Cristo. I santi sono un modello da seguire.

«Allora preghiamo insieme perché tutta nostra vita, personale, parrocchiale, diocesana possa essere sempre indirizzata verso il discernimento, per vivere la propria vita nell’ascolto della Parola. Chiediamo al Signore che ci aiuti ad orientare sempre la nostra vita così come ci indica il Vangelo, a fare nostra la parola di Dio, a celebrare quei sacramenti che diventano sempre più nutrimento della nostra fede».

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