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Come vero uomo, Gesù ha sperimentato tutte le emozioni umane, compreso l’amore, ma non conoscendo il peccato originale e le sue conseguenze, prima fra queste la concupiscenza, ha saputo scegliere sempre ciò che era perfetto e gradito al Padre

Come vero uomo, Gesù ha sperimentato tutte le dimensioni dell’umanità, ad eccezione del peccato. L’amore umano, inteso come un sentimento di affetto romantico o di passione, non è in contrasto con la sua natura umana. Gesù, nella sua umanità, aveva capacità emotive e relazionali, comprese l’affettività e l’amore per gli altri. A tale proposito Pio XII nell’Enciclica Haurietis aquas afferma con estrema chiarezza: “Niente dunque mancò alla natura umana assunta dal Verbo di Dio; in verità, Egli la possedette senza alcuna diminuzione, senza alcuna alterazione, tanto nei suoi elementi costitutivi spirituali quanto nei corporali, vale a dire: dotata di intelligenza e di volontà, e delle altre facoltà conoscitive interne ed esterne; dotata parimenti delle potenze affettive sensitive e di tutte le loro corrispondenti passioni”. 

Tuttavia, è importante notare che l’amore di Cristo è profondamente diverso e più grande di qualsiasi amore umano. Il suo amore è un amore perfetto, puro e privo della concupiscenza che noi uomini ereditiamo con il peccato originale. Quando si parla dell’amore di Gesù per le persone, ci si riferisce a un amore di tipo redentivo. Gesù ha dimostrato il suo amore per l’umanità offrendo la sua vita in sacrificio per la salvezza di tutti. Gesù amava profondamente le persone che incontrava durante il suo ministero terreno, il suo amore era di natura redentiva e universale. Secondo la fede cattolica, Gesù Cristo è considerato vero Dio e vero uomo, questa dottrina, nota come “unione ipostatica”, afferma che in Gesù Cristo vi è l’unione inseparabile della natura divina e della natura umana in una sola persona.

Come vero uomo, Gesù ha sperimentato tutte le emozioni umane, compreso l’amore. La sua umanità non è stata priva di emozioni, compresi l’amore e l’affetto verso gli altri, comprese le donne. Nel Nuovo Testamento, si trovano vari esempi in cui Gesù ha dimostrato amore e compassione nei confronti delle donne. Ad esempio, la sua interazione con la Samaritana al pozzo (Giovanni 4:1-42) e con Maria Maddalena (Giovanni 20:11-18) riflette il suo amore per loro.

Gesù ha mostrato una profonda sensibilità verso le donne che hanno cercato il suo aiuto, comprese quelle considerate emarginate o peccatrici secondo la mentalità dell’epoca. La sua umanità e divinità sono unite in un mistero che va al di là della nostra piena comprensione, ma la Chiesa ritiene che Gesù abbia condiviso pienamente le emozioni e gli affetti umani durante la sua vita terrena. La sua natura divina e umana si uniscono in un unico amore che offre la salvezza e la vera guarigione. La risposta a questa domanda, tuttavia, dovrebbe attirare la nostra attenzione non tanto sul fatto che Gesù fosse capace o meno di provare dei sentimenti verso le donne, quanto piuttosto sul fatto che non conoscendo il peccato originale e le sue conseguenze, prima fra queste la concupiscenza, Gesù amava mantenendo integra la sua persona orientandola totalmente alla missione che il Padre gli affidava.

Questo mette l’accento su un elemento fondamentale e cioè sul fatto che il peccato con consiste mai nel sentire, nello sperimentare l’emozionalità dell’amore e delle emozioni, ma nello scegliere. Gesù come ognuno di noi ha provato le potenze affettive sensitive e tutte le relative e corrispondenti passioni, tuttavia, ha saputo scegliere sempre ciò che era perfetto e gradito al Padre realizzando in tutto la sua volontà.

di Paolo Morocutti – Sir

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