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Copenhagen offrirà piccoli premi per i turisti che non si comporteranno da turisti

Un nuovo programma ricompenserà con corsi, pasti gratis o una tazza di caffè chi raccoglierà i rifiuti e si sposterà in bicicletta per la città, riducendo il proprio impatto

Dal 15 luglio a Copenhagen, la capitale della Danimarca, i turisti che si spostano con i mezzi pubblici o in bici e prendono parte ad attività che fanno bene all’ambiente verranno premiati con pasti offerti e ingressi gratuiti nei musei. È un programma pilota chiamato CopenPay, creato dall’ufficio del turismo della città Wonderful Copenhagen. L’amministratore delegato di Wonderful Copenhagen, Mikkel Aarø-Hansen, ha detto che l’obiettivo dell’iniziativa è «trasformare il turismo da un peso per l’ambiente a una forza di cambiamento positivo».

Questo approccio al turismo di massa, un fenomeno sempre più criticato in Europa, è diverso da quello di altre grandi città, che specialmente dopo la pandemia stanno cercando di limitarlo: alcune, come Parigi e Barcellona, hanno imposto divieti o limitazioni sugli affitti brevi, altre stanno invece pensando di seguire l’esempio di Venezia e introdurre dei biglietti a pagamento per alcune aree della città. Nonostante la situazione di Copenhagen non sia paragonabile a quella di queste città, il numero di visitatori sta aumentando, e si sta facendo notare per abitudini di vita diverse e una consapevolezza dell’impatto umano sull’ambiente circostante spesso minore di quella dei danesi.

Copenhagen è da tempo considerata una delle metropoli più attente alla sostenibilità ambientale al mondo: il suo sistema di trasporto pubblico è completamente elettrico e moltissimi abitanti si spostano perlopiù in bici. Più di due terzi degli hotel della città hanno una certificazione ecologica, ossia accettano di aderire a standard di sostenibilità elevata, così come moltissimi ristoranti.

In questo contesto il programma CopenPay cerca di convincere i turisti a comportarsi un po’ di più come gli abitanti di Copenhagen, e cambiare le proprie abitudini nei luoghi in cui vivono, per poco tempo oppure più stabilmente. Rikke Holm Petersen, direttrice della comunicazione di Wonderful Copenhagen, ha detto che «speriamo che i visitatori si sentano ispirati a fare scelte più consapevoli sulle azioni ecologiche quando tornano a casa, e che altre destinazioni turistiche creino programmi simili».

CopenPay per ora coinvolge 24 attività ma l’ufficio del turismo conta di aggiungerne di nuove ogni anno. Fra queste ci sono luoghi di cultura come musei, ma anche ristoranti e attività di intrattenimento. Chi dimostrerà di essere arrivato in treno o in bicicletta a CopenHill, una pista di sci artificiale costruita in cima a un nuovo centro di smaltimento dei rifiuti, avrà diritto a una discesa della pista in omaggio. Un’attività che verrà molto ricompensata sarà la raccolta dei rifiuti: una scuola di surf di Copenhagen offrirà un pranzo gratuito a tutti coloro che dopo il corso dedicheranno mezz’ora del loro tempo a pulire la spiaggia e così farà anche l’Øens Have, il più grande giardino urbano dell’Europa settentrionale, e il parco-mercatino Banegaarden.

Anche la Galleria Nazionale di Danimarca parteciperà all’iniziativa, con un workshop che insegna ai visitatori a creare delle sculture con i rifiuti di plastica che porteranno con sé alla Galleria. Nonostante sia stato pensato per i turisti, CopenPay è rivolto anche agli abitanti della città.

In Europa sono sempre di più le città i cui abitanti si lamentano del numero dei turisti e del loro comportamento: Amsterdam per esempio ha pubblicato diverse campagne che scoraggiano le persone dal visitarla. A differenza delle città che hanno imposto divieti, Copenhagen proverà a gestire questi problemi incentivando comportamenti virtuosi. Nonostante non siano tante le destinazioni turistiche che hanno scelto un approccio simile, la capitale danese non è la sola ad averci pensato: anche alle Hawaii, negli Stati Uniti, i turisti che decidono di fare volontariato mentre sono in vacanza su una delle isole possono ottenere sconti sul pernottamento e pasti offerti da alcuni ristoranti.

Fonte: Il Post

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