Come nasce un’oasi WWF
Tra i vari progetti dell’associazione WWF finalizzati alla tutela dell’ambiente vi è la ricerca sul territorio italiano di aree illegali di abbandono rifiuti. Le guardie ambientali volontarie del WWF vanno alla ricerca delle discariche abusive e, una volta individuate, le segnalano ai Comuni di appartenenza del territorio. Altresì, al fine di risanare l’ambiente, inoltrano le denunce alle autorità giudiziarie. A volte sono gli stessi privati a prendere l’iniziativa finanziando i progetti di risanamento e, con la collaborazione della Pubblica Amministrazione e dei biologi del WWF, trasformano le aree degradate in oasi naturali.
La creazione della prima oasi WWF nel nostro Paese risale al 1967 e, ad oggi, le oasi WWF in Italia sono circa cento. Dopo oltre 50 anni di attività l’area tutelata si sviluppa in tutto lo Stivale, dalle Alpi ai Nebrodi e copre circa 40mila ettari. Queste oasi di verde sono ogni anno visitate da milioni di persone ed hanno creato centinaia di posti di lavoro, tra dipendenti e appartenenti alle cooperative.
Quando è il privato a creare un’area naturalistica per il bene comune: Castel Romano Designer Outlet
Nel 2002 la società inglese McArthur Glen specializzata nella costruzione e gestione di designer outlet (centri monomarca) in tutta Europa, ne inaugura uno a Castel Romano (Roma). La società compra altresì un terreno adiacente di 11 ettari: un’area considerata “terra di nessuno” e, negli anni, diventata una discarica abusiva, ricettacolo di calcinacci e immondizia.
Preso atto del degrado ambientale, McArthur Glen decide di intervenire. Inizialmente il progetto prevedeva solo la bonifica, quindi si scelse di trasformare l’area in un’oasi affiliata WWF: riqualificare l’area al solo fine di tutelare la natura. Il capitale investito, inizialmente di 250mila euro, venne successivamente incrementato, per un totale di 600mila euro in tre anni. Le Istituzioni politiche, tramite il IX° Municipio di Roma e Roma Natura appoggiano l’iniziativa fornendo le necessarie autorizzazioni. Il WWF Italia mette a disposizione la propria professionalità con tecnici e biologi per la progettazione dell’oasi.
«Ci sono voluti due anni per bonificare l’area – riferisce Francesco Mancuso, responsabile marketing dell’outlet di Castel Romano illustrando il progetto – Abbiamo preservato e aumentato la biodiversità locale, inserito 5mila nuove piantumazioni con alberi e arbusti della macchia mediterranea, costruito 3 km di sentieri nei boschi e installato 5 arnie contenenti 50mila api ciascuna per la produzione di circa 100 kg di miele l’anno. In aggiunta abbiamo creato 300mq di stagno, preservato orchidee selvatiche e incrementato la varietà di avifauna e di anfibi. Grazie alla piantumazione di piante mellifere si è favorita altresì la proliferazione di diverse specie di farfalle. In questo habitat naturale si sono protette specie selvatiche come volpi, istrici e rapaci».
«In aggiunta – prosegue Francesco Mancuso – nell’oasi c’è un’area giochi, incluso un laboratorio didattico per i bambini con un percorso sensoriale. L’area verde prevede visite guidate gratuite e spazi dedicati al relax con aree attrezzate con tavoli pic-nic per il ristoro delle famiglie e dei visitatori».
Trasformare discariche in oasi naturali è fattibile. La collaborazione tra finanziatori privati, l’appoggio politico delle pubbliche amministrazioni e l’esperienza qualificata di organizzazioni come il WWF segna una nuova presa di coscienza. Ormai il cambiamento è radicato nella società civile che ha acquisito la consapevolezza della comune responsabilità in merito allo sviluppo sostenibile. L’ambiente è un patrimonio comune: viviamo nei limiti di un solo pianeta che va da tutti, privati e istituzioni pubbliche, salvaguardato.
di Lucia Massi – buonenotizie.it