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Sentirsi riconosciuti, sentirsi amati

Omelia del Vescovo Carlo, celebrazione eucaristica in occasione della festa di Santa Maria Maddalena, nella omonima parrocchia in Casamicciola

Ct 3,1-4a; Gv 20,1-2.11-18

Il Vangelo di Giovanni, che la Liturgia della Parola ci presenta in occasione della festa di Santa Maria Maddalena, ci racconta di Maria di Magdala che, trovato il sepolcro vuoto, si dispera e piange. Ma poi le appare Gesù risorto e la sua pena si trasforma in gioia. Maria è la prima testimone della resurrezione ed è la prima ad annunciare il kerigma ai discepoli.

Nell’omelia pronunciata lunedì sera, 22 luglio, presso la Parrocchia Santa Maria Maddalena in Casamicciola, il Vescovo Carlo ha messo in evidenza proprio questo tratto caratteristico della vita di Maria di Magdala, l’entusiasmante esperienza del primo annuncio che diventa eredità per i discepoli e per tutta la comunità dei cristiani, l’annuncio che crea annuncio, la notizia che non si può tenere per sé, ma va passata a tutti, gioia che genera gioia. Annuncio che diventa fondamento della nostra fede:

«La nostra fede si fonda su questa testimonianza degli apostoli e anche sulla testimonianza di Maria di Magdala. Questo è il fondamento della nostra fede, se noi non credessimo che Gesù è risorto, vano sarebbe il nostro credere».

L’annuncio di Maria agli apostoli diventa anche fondamento della Chiesa, che – ha proseguito il Vescovo – è comunità di coloro che fanno esperienza della resurrezione di Cristo. Ma c’è un altro aspetto fondamentale nel racconto del Vangelo che il vescovo ha voluto sottolineare ed è il rapporto particolare che si instaura tra Maria e Gesù, fissato nel breve dialogo che intercorre tra loro nei pressi del sepolcro vuoto. Maria non riconosce subito Gesù in quella figura che le rivolge la parola e che lei identifica in un primo momento nel custode del giardino. Ma tutto le diventa chiaro nel momento in cui Gesù la chiama per nome:

«Credo che Maria accolga e sperimenti di essere importante agli occhi di Gesù, non è una sconosciuta, è una persona amata da Dio. Questa parola che la riporta all’esperienza dell’amore di Dio apre la sua mente, i suoi occhi e il suo cuore alla comprensione della resurrezione di Gesù, di Cristo che è risorto».

Questa esperienza, che da Maria arriva fino a noi, è ciò deve essere caratteristica di tutte le comunità cristiane, essere amati da Dio, sentirsi riconosciuti dal Signore e trasmettere questo amore agli altri, riconoscere e riconoscersi, farsi prossimo agli altri, aiutarsi a vicenda. Questo tipo di relazione – ha sottolineato il Vescovo – è più facile dove le comunità sono piccole e questo è quello che accade nelle parrocchie della nostra diocesi isolana, piccole e intime, dove ci si conosce e ci si riconosce e dove è più facile aiutarsi.

«Essere in pochi significa conoscersi e farsi riconoscere, è il valore della prossimità, è il valore di crescere nella fede attraverso la prossimità, l’essere gli uni accanto agli altri che ci consente di riconoscere la presenza di Gesù nella nostra vita, nella vita delle persone che incontriamo ogni giorno».

Conoscere, riconoscersi, aiutarsi, sono i criteri che portano la nostra fede a crescere e fortificarsi, sono il segno tangibile della presenza di Cristo risorto tra noi e noi siamo costantemente chiamati a riconoscere la presenza di Cristo in mezzo a noi. Questo significa anche fare esperienza del vangelo incarnato nelle nostre vite, significa che ascoltiamo e accogliamo l’annuncio e lo diffondiamo, come ha fatto Maria di Magdala, ma vivendolo concretamente nelle nostre vite:

«Lo annunciamo nella Eucarestia, lo annunciamo nelle nostre preghiere, nelle nostre devozioni, ma dobbiamo annunciarlo anche nel nostro essere prossimi gli uni gli altri, nel saperci accogliere, vivere il tempo della sofferenza, della malattia e della solitudine, non soltanto come comunità ecclesiale, ma anche come comunità civile».

Il Vescovo ha quindi concluso con l’augurio che tutta la comunità parrocchiale possa avere in Maria di Magdala il modello di colei che ha fatto esperienza del Cristo risorto: «Signore fa che anche noi possiamo riconoscere Gesù come il risorto, aiutaci a riconoscerti nell’Eucarestia che celebriamo, a riconoscerti nella preghiera, nell’ascolto della sua parola, perché tutto questo possa essere annuncio di resurrezione soprattutto per i tanti nostri fratelli che ci tendono la mano».

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