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La Chiesa a difesa dell’energia pulita

Una guida per parrocchie, diocesi ed enti religiosi pronti a svolgere una parte attiva nella transizione energetica. E a novembre anche la Giornata del Ringraziamento “La speranza per il domani, verso un’agricoltura più sostenibile”

Oltre settanta pagine, soggette ad aggiornamenti costanti sotto il profilo normativo, di mercato e pastorale, quattro capitoli e uno spazio dedicato alle raccomandazioni importanti: la Conferenza Episcopale italiana (Cei) ha presentato “Le comunità energetiche rinnovabili: elementi etici, tecnici, economico-giuridici per gli enti religiosi”. (Ne avevamo parlato su Kaire n. 24 del 15 giugno 2024)

Il vademecum, realizzato dal Tavolo tecnico sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) della Cei, si propone di essere una guida per tutte le parrocchie, le diocesi e gli enti religiosi pronti a svolgere una parte attiva nella transizione energetica, con l’obiettivo principale di contrastare la povertà energetica.

Oltre a fornire informazioni di carattere generale e a suggerire strumenti e metodologie utili per le chiese locali e gli enti religiosi, il testo propone una vera e propria road map per la costituzione di una Cer.

L’approfondimento sul tema delle Comunità energetiche, a partire dalle motivazioni che hanno portato la Chiesa ad occuparsene all’interno della più ampia riflessione sulla cura del Creato ispirata dall’Enciclica Laudato si’, si affianca alla presentazione del quadro normativo, dei possibili modelli organizzativi e dell’iter che porta concretamente alla creazione di una Comunità energetica rinnovabile.

Tre i concetti chiave per sintetizzare un lavoro corale, secondo il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana: «Comunità, nel suo senso più ampio, che include tutti e rappresenta la base di partenza, povertà energetica e transizione ecologica. Non può esistere un autentico sviluppo economico senza garantirne la sostenibilità nel lungo periodo, inclusa la dimensione ambientale. Allo stesso tempo, le preoccupazioni relative all’ambiente non possono e non devono tradursi in una nuova forma di marginalizzazione dei poveri e degli ultimi».

Le Comunità energetiche rinnovabili rappresentano un passo decisivo verso la transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale, che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità.

Il vademecum si sofferma sui vantaggi delle Cer. Vantaggi sociali, ambientali ed economici. Ricostituzione delle comunità e contrasto alla povertà energetica (l’impossibilità per un nucleo familiare di garantire un livello e una qualità dei servizi energetici domestici sufficienti per le proprie esigenze sociali e materiali) sono i pilastri del primo aspetto.

Secondo l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica alla fine del 2022, sono circa due milioni le famiglie in povertà, pari al 7,7% del totale.

Su questa linea si inserisce il Messaggio della Cei per la 74ª Giornata Nazionale del Ringraziamento prevista per il 10 novembre 2024. Il documento ha come sottotitolo: “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.

È tempo di coinvolgere le nuove generazioni nella cura della terra – sostiene la Cei – indirizzando a un diverso modello economico, riducendo sprechi e consumi, riscoprendo le potenzialità delle comunità locali e salvaguardando le conoscenze tradizionali, riconoscendo il giusto compenso ai produttori e raddrizzando le distorsioni dei sussidi.

In particolare, dichiarano i vescovi italiani, «Facciamo appello ai giovani agricoltori e ai centri di formazione che li preparano a un lavoro qualificato, perché si sentano protagonisti con la loro attività, di questo momento cruciale della storia, nel quale il loro contributo è fondamentale. Troppo spesso gli imprenditori agricoli non sono stati percepiti come una risorsa indispensabile per la produzione di cibo sano, disponibile per tutti e di qualità». «La polarizzazione tra agricoltura convenzionale e biologica o altro – conclude il documento – non serve: occorre fare rete e integrare, per combattere la dispersione delle comunità, soprattutto di quelle interne del nostro Paese, e dell’ambiente da cui proviene sostentamento e salute per tutti».

Franco Maresca

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