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Intervista a Giuliana Albano

Condirettrice della Safat, presso cui è anche docente di Arte sacra

Professoressa Albano, con la nuova edizione del Corso per operatori Turistici la Safat è pronta a dare il suo contributo al Giubileo 2025. Ma cosa c’entra l’arte con questa importante ricorrenza della Chiesa cattolica?

Il Giubileo del 2025, intitolato “Pellegrini di Speranza”, ci ha ispirati come Scuola di Arte e Teologia a offrire il nostro contributo. È infatti evidente quanto l’arte sia sempre stata un simbolo di speranza. L’arte non solo arricchisce l’esperienza dei pellegrini durante il Giubileo, ma contribuisce anche a una comprensione più profonda della fede e della storia della Chiesa cattolica. Attraverso l’arte, il Giubileo diventa anche un’esperienza culturale ed educativa che unisce persone di diverse tradizioni e background.

Spesso ammiriamo le immagini sacre come splendidi capolavori d’arte, apprezzando forme, colori e tecniche, senza considerare il loro vero scopo: essere ponti tra il terreno e il divino, strumenti per la liturgia, la celebrazione e la preghiera. Tuttavia, quando visitiamo le chiese, ci limitiamo a identificare il soggetto, l’autore, la data e il periodo storico dell’opera, trascurando di esplorare il profondo significato spirituale che esse possono trasmettere. Con questo breve Corso, vogliamo offrire ai tanti operatori del settore l’opportunità di andare oltre e leggere le architetture, i dipinti, i mosaici e le sculture principalmente come espressioni di esperienza spirituale. Creare un’opera d’arte cristiana è di per sé un’esperienza spirituale. Quando l’artista dà forma visibile ai racconti biblici, rivela la propria relazione con Dio, andando oltre l’intenzione iniziale.

Sono Roma e Napoli le città protagoniste del Corso. Se Roma sarà la meta dei pellegrini, perché scegliere Napoli?

Napoli, pur non essendo la meta principale dei pellegrini durante il Giubileo, riveste comunque un ruolo significativo nel contesto turistico e culturale di questo evento. La ragioni principale per cui il capoluogo campano è stato incluso nel Corso è la sua ricchezza di storia, arte e cultura, che può essere esplorata durante visite educative per comprendere meglio il contesto storico e spirituale del Giubileo. Sebbene Roma sia la destinazione principale, Napoli può essere vista come una meta complementare per i visitatori interessati a esplorare altre dimensioni della fede cattolica italiana. La città partenopea offre santuari, chiese storiche e luoghi di culto che arricchiscono l’esperienza religiosa complessiva. L’obiettivo è far lavorare in parallelo Roma e Napoli, offrendo agli studenti una prospettiva più ampia del turismo religioso in Italia. Crediamo fermamente che questo Corso offrirà agli operatori turistici una formazione più approfondita e diversificata, permettendo loro di servire meglio i visitatori durante il Giubileo e oltre.

L’itinerario formativo per gli operatori turistici prevede un approfondimento di due straordinari artisti, Belisario Corenzio e Francesco Borromini: in che modo la loro arte parla di speranza?

Belisario Corenzio e Francesco Borromini sono due giganti dell’arte sacra e dell’architettura religiosa, ciascuno con uno stile inconfondibile e un contributo unico alla speranza attraverso le loro opere. Corenzio, celebre per le sue opere pittoriche, rappresenta scene religiose con un’intensità emotiva che eleva lo spirito degli osservatori. Come dimostrano gli affreschi del Complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio: la bellezza delle composizioni di Corenzio e la sua maestria tecnica trasmettono un senso di trascendenza e speranza, consolando e rafforzando la fede dei fedeli attraverso la rappresentazione di figure sacre e momenti di profonda contemplazione religiosa. Borromini, invece, è noto per le sue audaci innovazioni architettoniche e il suo stile barocco che ha lasciato un segno indelebile sull’architettura sacra. La sua abilità nell’utilizzare la luce in modo magistrale crea effetti dinamici e spirituali negli spazi che progettava. Edifici come la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma sono pensati per guidare i fedeli in un percorso di contemplazione e speranza, utilizzando l’architettura per elevare lo spirito e riflettere l’armonia dell’ordine divino.

In sintesi, questi due artisti, ciascuno nel proprio campo, hanno infuso speranza attraverso l’elevazione spirituale, la consolazione emotiva e la creazione di spazi che ispirano fede e devozione. Le loro opere non solo arricchiscono l’itinerario formativo per gli operatori turistici, ma offrono anche un potente messaggio di speranza durante il Giubileo, accogliendo i pellegrini in un viaggio spirituale attraverso l’arte e l’architettura sacra.

La speranza non è solo il tema del prossimo anno giubilare ma è anche una virtù che i cristiani si impegnano a testimoniare. Come l’arte può sostenere quest’impegno?

L’opera d’arte, nelle sue molteplici forme, diventa un luogo straordinario d’incontro con il messaggio della tradizione cristiana, che si è evoluto e arricchito nel corso dei secoli. Ogni opera porta con sé i segni del tempo, raccontando storie e trasmettendo valori che ereditiamo e siamo chiamati a riscoprire. Questo ci permette di dialogare con la Storia, sentendoci parte di un grande mosaico e intuendo quale posto occupiamo in esso. Anche Papa Francesco ha sottolineato che “tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù” (Evangelii Gaudium, 24 novembre 2013). Questa è la grande potenzialità dell’arte: parlare a ciascuno di noi secondo la nostra disponibilità e sensibilità. Chi conosce e sa leggere il linguaggio dell’arte con competenza e passione può generare dialoghi fecondi, capaci di meravigliare e aprire i cuori a una maggiore crescita umana.

Il tema della speranza è un filo conduttore che attraversa la storia dell’uomo e si manifesta in numerose opere d’arte di ogni epoca. L’arte supporta i cristiani nel testimoniare la speranza, fornendo ispirazione spirituale, esprimendo la bellezza divina, trasmettendo messaggi di fede e consolazione, educando e formando spiritualmente, e celebrando la fede comunitaria. È un mezzo potente attraverso il quale la speranza cristiana può essere vissuta, condivisa e testimoniata in vari contesti della vita ecclesiale e quotidiana.

Il contributo dell’arte può essere quindi prezioso anche nell’insegnamento della Religione cattolica?

Assolutamente, l’arte può essere incredibilmente preziosa nell’insegnamento della Religione cattolica. L’arte sacra non è solo decorativa o estetica; svolge un ruolo fondamentale nel facilitare l’apprendimento, stimolare la riflessione spirituale e promuovere l’identità religiosa. Integrare la storia e la teologia cristiana attraverso l’arte arricchisce l’esperienza educativa religiosa, favorendo una comprensione più profonda e significativa della fede cattolica. Nella nostra Scuola, poniamo grande attenzione all’aspetto didattico dell’arte, puntando alla conoscenza, comprensione e fruizione dell’arte stessa attraverso approfondimenti e corsi rivolti agli insegnanti. Quest’anno, ad esempio, l’edizione del Corso rivolto agli insegnanti di Religione è dedicata anche a coloro che si preparano al concorso ordinario nelle Scuole. Incorporare l’arte nell’insegnamento della religione non solo rende l’apprendimento più interessante e coinvolgente, ma aiuta anche gli studenti a sviluppare una comprensione più profonda e personale della materia. Il tema di quest’anno, “La ricerca dell’identità. Il mio corpo, il mio volto, la mia comunità: quale Dio, quale uomo?”, esplora come l’arte possa riflettere e amplificare queste dimensioni, offrendo un percorso educativo che tocca il cuore e la mente.

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