Ad Assisi è stata inaugurata, giovedì 25 luglio, una mostra immersiva per vivere la lode di Francesco a Dio e alle sue creature “da dentro”
“Tant qu’l’amour innondera mes matins”, “finché l’amore inonderà le mie mattine”.
Abbiamo ancora nel cuore l’Hymne a l’Amour, che Celine Dion ha dedicato al mondo intero dalla terrazza della Tour Eiffel al termine della cerimonia di apertura dei XXXIII Giochi olimpici di Parigi. Sentiamo ancora risuonare negli orecchi il dialogo tra le note calde dell’oboe e la splendida voce della cantante franco canadese, che da oltre quattro anni soffre della sindrome della persona rigida, una rara malattia neurologica che le provoca dolorosi crampi e spasmi muscolari che la paralizzano e che l’hanno costretta a stare lontano dalle scene per tutto questo tempo.
“Dans le bleu de toute l’immensité…”, “nel blu di tutta l’immensità…”.
Sotto la pioggia battente Celine Dion è lì, gli occhi rossi dall’emozione e lo sguardo a cercare invano di scorgere nel buio fitto i volti delle persone. È una questione di pochi secondi: lasciarsi imbrigliare dalla commozione o affidarsi ancora una volta a quella forza che l’ha portata fin lì, nonostante la malattia, i dolori e la pioggia, e lasciare che la musica sciolga ogni rigidità per librarsi leggera e sicura nell’immensità del blu?
La risposta la conosciamo tutti. E per i pochi che ancora non la sanno, l’invito è quello di andare a vedere uno dei tanti video che si trovano in rete o sui social.
Lungo il cammino accidentato della vita, là dove sembra che non vi sia una via d’uscita, c’è sempre un momento in cui noi non lo sappiamo, ma se osiamo condividere ciò di cui è intessuta la nostra esistenza, possiamo aprire squarci di infinita bellezza.
Umbria, 1225 (circa). Le stimmate nelle mani e nei piedi, e i dolori a stomaco, fegato e milza non danno pace a s. Francesco. E poi c’è l’oftalmia che lo rende insofferente alla luce del sole, per cui tutto ciò che lo circonda gli appare come avvolto nel buio.
“Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, ed allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione”.
È proprio quando è quasi completamente cieco che s. Francesco canta la lode di “frate sole”. E dà vita al più antico testo della letteratura italiana di cui si conosca l’autore.
Il Cantico delle creature è una lode a Dio e alle sue creature che si snoda attraverso le opere della creazione, divenendo così un inno alla vita, che ancora oggi cattura il cuore di tutti, credenti e no. È una preghiera che ci offre una visione positiva della natura, in quanto in essa è riflessa l’immagine del Creatore.
Tutto, per Francesco, è fratello e sorella. Al vento non sono legati eventi distruttivi – di cui purtroppo siamo sempre più spesso testimoni – ma fonte di sostentamento per le creature. Anche l’acqua – che oggi conquista i titoli in prima pagina per alluvioni ed esondazioni – è vista come “utile” e “pretiosa”, un elemento umile e casto che è indispensabile per la vita. C’è poi il fuoco, che trova importanza come fonte di luce e calore. E, infine, la terra, la madre che nutre tutte le sue creature.
Alle porte dell’ottavo centenario del Cantico, ad Assisi è stata inaugurata giovedì 25 luglio una mostra immersiva per vivere la lode di Francesco a Dio e alle sue creature “da dentro”.
“Nel cuore della creazione, l’umanità in equilibrio con gli elementi. Lì abbiamo immaginato la presenza dello spettatore, avvolto in un flusso immersivo di immagini e musica creati per trasmettere un senso di pace e di bellezza. Il messaggio senza tempo del Santo di Assisi è interpretato attraverso linguaggi e tecnologie di oggi. Una danza di arte e spiritualità che racconta la nostra connessione con la terra e gli uni con gli altri, facendo eco all’appello di san Francesco per la pace e la consapevolezza ecologica”. Così, gli ideatori della mostra spiegano il senso di “The Canticle – An immersive experience into St. Francis”.
L’esposizione, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto, è stata allestita nello storico sito medievale di palazzo Monte Frumentario e sarà visitabile fino al 31 dicembre di quest’anno. Un progetto unico, che il prossimo anno sarà portato in altre località, a partire da una delle città gemelle di Assisi, San Francisco, negli Stati Uniti. Ed è proprio negli Usa che nasce questa mostra. L’idea è del compositore musicale André Ripa ed è prodotta dalla sua compagnia statunitense, la San Francesco Production, che ha sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore artistico Stefano Casertano, che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva. Ad accompagnare questo viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, è la voce del perugino fr. Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell’Ordine dei frati minori.
“Questa mostra – ha spiegato André Ripa a margine dell’anteprima mondiale – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di san Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi”.
Al progetto “The Canticle” è dedicato un sito internet ed è raccontato anche su Fb e Ig.
“San Francesco – si legge sulla pagina Fb – è quasi completamente cieco quando compone il Cantico delle creature e nonostante tutto la musicalità della sua lode è imbevuta di immagini nitide e maestose. The Canticle sarà come chiudere gli occhi per cercare di vedere e sentire attraverso i sensi del santo. Non solo è la più antica opera letteraria italiana integrale di cui conosciamo l’autore, ma anche un messaggio spirituale profondo che continua a ispirare. Un patrimonio di tutta l’umanità che merita ogni volta la luce del suo tempo”.
di Irene Argentiero – Sir