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Umeed Ali “Poesie d’amore e di nostalgia”

Presentantate le raccolte poetiche di Umeed Ali a Ischia. L’iniziativa è stata promossa da AIParC, Istituto CEiC, Circolo LaAV alla Biblioteca Comunale Antoniana il 18 settembre

Ha scritto Gianmarco Aimi sulla prestigiosa e diffusissima rivista “Rolling Stones”: “con il primo libro Bilancio interiore, ha venduto più di diecimila copie. Sembrano poche? Provate a informarvi su quale altro poeta raggiunge questi numeri senza avere distribuzione e proponendo ogni volume personalmente per le strade o le spiagge della penisola. Ora viene tradotto anche in inglese, tedesco e spagnolo. Un exploit che non lo ha certo arricchito, ma gli ha permesso di pubblicare una seconda raccolta. E così sorge spontanea una domanda: vuoi vedere che, all’oscuro della grande editoria e della critica, dei festival e dei giornali, il miglior poeta italiano – per uno scherzo del destino – potrebbe essere pakistano?”

La domanda diventa retorica ascoltando il poeta di origini pakistane recitare in pubblico le sue poesie in italiano. Potrebbe farlo nelle altre quattro lingue che conosce, ma preferisce farlo nella nostra, alla quale riconosce straordinarie prerogative, comprese la complessità della grammatica e la ricchezza dei lemmi. Una lingua che, a differenza dell’Urdu, dello Saraiki o del Punjabi, “è come il mare: più ti avventuri in esso, più diventa profondo”, ha affermato il poeta. 

Umeed Ali vive in Italia da svariati anni, molti dei quali vissuti ai “margini delle città: durante l’inverno racimolando, attraverso lavori sottopagati e massacranti, l’indispensabile per sopravvivere (in primis carta e penne); in estate, come vu cumprà, vendendo collanine e, soprattutto, le mie raccolte di poesie”, ha rivelato Umeed, che l’italiano lo ha studiato e perfezionato di notte, da autodidatta quando non ha più potuto frequentare l’Università per Stranieri di Perugia.

A pubblicargli la prima raccolta di poesia (Bilancio interiore, 2014) è stato l’editore Morlacchi di Perugia. Nella collana In versi, costituita da centocinque titoli diversi, Umeed ricorre più volte con le sue due raccolte, tradotte in spagnolo, inglese e recentemente in tedesco. “Leggo alcune delle sue poesie e rimango subito colpita dalla loro forza evocativa. Sono versi spesso semplici, direi quasi lapidari, diretti, ma carichi di immagini ed emozioni” ha scritto la traduttrice Paola Abbruscato. 

Nel corso della presentazione all’Antoniana il folto pubblico è rimasto affascinato dalla lettura delle poesie che di Umeed hanno fatto le brave lettrici del Circolo LaAV e, soprattutto, dai versi direttamente declamati dall’Autore, con il quale ha conversato brillantemente Alessandra Vuoso.

In chiusura, prima del rituale firma-copie, Umeed ha declamato con grande trasporto Noia, una poesia dedicata a tutti noi che “cerca di esprimere il sentimento di inutilità che la società moderna crea nei nostri giovani, specialmente in quelli che sono poveri e non hanno alcuna opportunità. La prossima volta che incontrerai una persona povera, ricorda che anche lui o lei ha speranze e sogni; cerca di guardare, cerca di ascoltare, anche se è solo il suo dolore.”

Noia

Sto svendendo la mia vita
in una società triste
dove il sole non ha colore
i fiori non hanno odore
e la gente non ha cuore
non ha tempo di guardare
non ha tempo di ascoltare
ciò che voglio domandare:
come posso esternare il mio dolore
in un’aria di egoismo che fa troppo rumore?

(da: Bilancio Interiore, 2014)

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