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Casa Mehari: Il vescovo Carlo ha celebrato in un bene confiscato alla criminalità

Le strutture sottratte al Male diventano segno di luce, di legalità, di speranza, di pace, riprendendo le parole di don Peppe Diana “Per amore del mio popolo, non tacerò”

Opere sequestrate alla malavita costituiscono segno di luce. Questo il messaggio di speranza espresso dal vescovo di Pozzuoli e di Ischia, Carlo Villano, a fine settembre, nel bene confiscato alla criminalità “Casa Mehari” a Quarto, dove ha presieduto una celebrazione eucaristica in memoria delle vittime innocenti della criminalità e del XXXIX anniversario dell’uccisione di Giancarlo Siani. Hanno concelebrato il direttore della Caritas diocesana di Pozzuoli, padre Giuseppe Carulli, e i parroci delle chiese limitrofe. Presenti il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, e il Maggiore Marco Liguori, comandante della Compagnia Carabinieri di Pozzuoli, insieme a rappresentanti delle realtà del Terzo Settore impegnate nella struttura e nelle comunità parrocchiali.

«Opere tolte alla malavita e consegnate a persone di buona volontà – ha espresso il vescovo –, costituiscono segno di luce, di legalità, di pace, di speranza. Luce di chi ha a cuore il bene della nostra terra, dei nostri territori, spesso resi oscuri dalla presenza della criminalità, della camorra. Ricordiamo le parole di don Peppe Diana: “Per amore del mio popolo, non tacerò”. Ho a cuore l’esempio di don Peppino, per averlo conosciuto, eravamo amici. Questo sacerdote non ha taciuto per amore di Dio e del suo popolo. Credo che sia un segno importante nei nostri territori annunciare la Parola di Dio in termini di fraternità. Chi uccide pensa di riuscire a mettere a tacere le persone e porre fine alla loro vita. Invece, dal sangue delle vittime innocenti la società civile e la Chiesa traggono altra linfa per poter annunciare giustizia e legalità. Il sangue versato dai nostri fratelli deve costituire un dono che genera e alimenta vita. Tutti i beni confiscati diventano un segno della società che dice “no” a tutte le forme criminali. E celebrare l’eucaristia significa trarre alimento per essere testimoni autentici di pace e del Vangelo».

Dopo la celebrazione, il vescovo ha benedetto la struttura e le attività sociali.

Casa Mehari è stata presentata dal presidente dell’Associazione “La Bottega dei Semplici Pensieri”, Maria Trapanese, e dal presidente dell’Associazione “Dialogos”, Ciro Biondi.

«Casa Mehari – ha sottolineato padre Carulli – è stata benedetta per la prima volta da quando il bene è stato affidato al Terzo Settore. Un momento particolarmente significativo perché un bene sottratto al Male viene destinato al servizio del Bene».

di Carlo Lettieri

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