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Papa Francesco, durante l’Angelus, ha così commentato il Vangelo di domenica scorsa, giorno dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei: «Oggi nel Vangelo della liturgia (cfr Mc 10,2-16) Gesù ci parla dell’amore coniugale. Come già altre volte, alcuni farisei gli fanno una domanda provocatoria su un tema controverso: il ripudio della moglie da parte del marito. Vorrebbero trascinarlo in una polemica, ma Lui non ci sta, anzi coglie l’occasione per richiamare la loro attenzione su un discorso più importante: il valore dell’amore tra uomo e donna. Al tempo di Gesù la condizione della donna nel matrimonio era di grande svantaggio rispetto a quella dell’uomo: il marito poteva cacciare, ripudiare la moglie, anche per motivi futili, e ciò veniva giustificato con interpretazioni legalistiche delle Scritture. Per questo il Signore riconduce i suoi interlocutori alle esigenze dell’amore.

Ricorda loro che donna e uomo sono stati voluti dal Creatore uguali nella dignità e complementari nella diversità, per poter essere l’uno per l’altro aiuto, compagnia, ma al tempo stesso stimolo e sfida a crescere. E perché ciò avvenga, sottolinea la necessità che il loro dono reciproco sia pieno, coinvolgente, senza “mezze misure” – questo è l’amore –, che sia l’inizio di una vita nuova, destinata a durare non “fino a quando mi va”, ma per sempre, accogliendosi reciprocamente e vivendo uniti come “una carne sola”. Certo, questo non è facile, richiede fedeltà, anche nelle difficoltà, richiede rispetto, sincerità, semplicità. Richiede di essere disponibili al confronto, a volte alla discussione, quando ci vuole, ma sempre pronti al perdono e alla riconciliazione. E mi raccomando: marito e moglie, litigate quanto volete, a patto che si faccia la pace prima che finisca la giornata! Sapete perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosa. “E mi dica, Padre, come si fa la pace?” – “Basta una carezza, così”, ma mai andare a finire la giornata senza fare la pace».

San Francesco d’Assisi riusciva a riconciliare coniugi che non vivevano più in armonia tra loro tanto da mettere a rischio la solidità del loro matrimonio. La sua preghiera d’intercessione era così potente da far scendere la potenza dello Spirito Santo sulla coppia in crisi e riportare la pace e l’unità. “In un’altra circostanza, una devota nobildonna si recò dal Santo, per esporgli il proprio dolore e richiedere il rimedio: aveva un marito molto cattivo, che la faceva soffrire osteggiandola nel servizio di Cristo. Perciò chiedeva al Santo di pregare per lui, affinché Dio si degnasse nella sua bontà d’intenerirgli il cuore. Il Santo, dopo averla ascoltata, le disse: «Va in pace e sta sicura che fra poco avrai dal tuo uomo la consolazione che desideri». E aggiunse: «Gli dirai da parte di Dio e mia che ora è tempo di misericordia; poi, di giustizia». Ricevuta la benedizione, la donna ritorna, trova il marito, gli riferisce quelle parole. Scende sopra di lui lo Spirito Santo che, trasformandolo in un uomo nuovo, così lo induce a rispondere con tutta mansuetudine: «Signora, mettiamoci a servire il Signore e salviamo l’anima nostra». Dietro esortazione della santa moglie, condussero una vita da celibi per parecchi anni, finché ambedue nello stesso giorno tornarono al Signore. Veramente degno di ammirazione lo Spirito profetico operante in quest’uomo di Dio, con la potenza del quale egli rinnovava il vigore alle membra ormai inaridite e nei cuori induriti imprimeva la pietà. Ma non è meno stupefacente la chiarezza con cui questo spirito profetico gli faceva prevedere gli eventi futuri e scrutare il segreto delle coscienze, quasi gli avesse conferito il duplice spirito di Elia, invocato da Eliseo (FF 1193)”.

Papa Francesco conclude: «Care sorelle, cari fratelli, l’amore è esigente, sì, ma è bello, e più ce ne lasciamo coinvolgere, più scopriamo, in esso, la vera felicità. E adesso ognuno si chieda nel suo cuore: com’è il mio amore? È fedele? È generoso? È creativo? Come sono le nostre famiglie? Sono aperte alla vita, al dono dei figli? La Vergine Maria aiuti gli sposi cristiani. Ci rivolgiamo a lei in unione spirituale con i fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del santo Rosario».

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