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Sono verità che, pur non essendo oggetto della fede sovrannaturale, sono necessarie per predisporre l’uomo ad accoglierla

I preamboli della fede sono quelle verità e conoscenze accessibili alla ragione umana naturale, che preparano l’uomo a ricevere e comprendere meglio le verità rivelate dalla fede cristiana. Non sono ancora oggetti della fede in senso stretto, ma costituiscono una sorta di base o fondamento su cui la fede può svilupparsi. Questi preamboli includono principalmente:

L’esistenza di Dio: Attraverso l’uso della ragione e l’osservazione del mondo, l’uomo può arrivare a concludere che esiste una causa prima o un essere superiore, che chiamiamo Dio.

La spiritualità e l’immortalità dell’anima: La ragione può dedurre che l’anima umana non è solo materiale, ma ha una dimensione spirituale, che può continuare a esistere anche dopo la morte fisica.

La possibilità della rivelazione: La ragione umana può giungere alla conclusione che, se esiste un Dio, è ragionevole pensare che questo Dio possa comunicarsi all’uomo, rivelando sé stesso e la sua volontà.

I preamboli della fede stabiliscono una continuità tra ragione e fede: la ragione umana, pur limitata, può scoprire alcune verità fondamentali che, poi, la fede approfondisce e completa attraverso la rivelazione divina. Nella teologia, i preamboli della fede sono importanti perché mostrano che fede e ragione non sono in contraddizione, ma si completano a vicenda. La Chiesa sostiene che la fede non richiede di abbandonare la ragione, ma anzi, di integrarla e completarla. Attraverso i preamboli, si sottolinea che alcune verità fondamentali, come l’esistenza di Dio, possono essere conosciute con la ragione umana, preparando così il terreno per la fede soprannaturale. Questo aiuta a eliminare la percezione di un conflitto tra scienza e religione. I preamboli fungono anche da preparazione per l’accettazione delle verità rivelate. Prima di poter abbracciare pienamente le verità di fede (come il mistero della Trinità o l’incarnazione di Cristo), è necessario che l’uomo riconosca alcune verità fondamentali. L’uomo può, con la sua ragione, comprendere che esiste un Dio e che l’anima ha una dimensione spirituale. Questo predispone l’individuo ad accogliere i misteri della fede.

Nell’ambito dell’evangelizzazione e del dialogo interreligioso, i preamboli della fede giocano un ruolo cruciale. Essi forniscono una base comune di discussione tra credenti e non credenti, o tra persone di diverse religioni, perché si tratta di verità accessibili a tutti attraverso la ragione. L’esistenza di Dio, per esempio, può essere discussa con argomenti razionali che non richiedono un’adesione preliminare alla fede cristiana. Questo rende il dialogo più inclusivo e costruttivo.

I preamboli della fede danno alla fede un fondamento razionale che la rende più solida e difendibile. Sapere che alcune verità della fede possono essere dimostrate razionalmente rafforza la convinzione del credente e lo aiuta a difendere la propria fede in contesti culturali o accademici che potrebbero essere scettici o critici.

Il riconoscimento dei preamboli della fede aiuta anche a evitare il fideismo, ossia la posizione secondo cui la fede non ha bisogno di alcun sostegno razionale. La Chiesa ha sempre rigettato il fideismo, affermando che la fede senza la ragione rischia di diventare cieca e irrazionale. I preamboli, quindi, garantiscono che la fede rimanga ancorata a una comprensione razionale del mondo. I preamboli, inoltre, valorizzano la capacità razionale dell’uomo, riconoscendo che l’essere umano ha un’intelligenza in grado di esplorare e comprendere il mondo. Essi incoraggiano l’uso della ragione come un dono che può condurre a scoprire verità fondamentali. Questa visione afferma la dignità intellettuale dell’uomo e la sua vocazione a cercare la verità, sia attraverso la ragione che la fede. I preamboli della fede sono importanti perché stabiliscono un dialogo tra fede e ragione, preparano l’uomo all’accoglienza delle verità rivelate, e forniscono una base razionale solida per la fede, rendendola difendibile e più comprensibile nel contesto culturale e filosofico.

di Paolo Morocutti – SIR

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