Le grandi aziende tecnologiche vedono l’IA come la chiave del loro futuro successo, ma gli enormi investimenti necessari per svilupparla potrebbero paradossalmente minare la loro stabilità finanziaria.
La corsa per dominare il campo dell’intelligenza artificiale sta guidando un’ondata massiccia di investimenti da parte dei maggiori protagonisti del settore tecnologico. Secondo i rapporti, le spese in conto capitale di Amazon, Microsoft, Meta e Google – i quattro giganti di internet e software – dovrebbero superare quest’anno i 200 miliardi di dollari in investimenti legati all’IA. E queste cifre sono destinate a crescere ulteriormente entro il 2025.
Ricerca energetica alternativa
In un panorama sempre più competitivo, questi colossi tecnologici sono costretti ad allocare somme astronomiche su chip di computer sofisticati e rari, nonché sui data center necessari per alimentare questa tecnologia all’avanguardia. Questi data center, tuttavia, sono voraci consumatori di energia, dato che operano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e mettono notevolmente alla prova gli impegni delle aziende in termini di sostenibilità ambientale.
Questa interessante sfida ha innescato un rinnovato interesse per l’energia nucleare, considerata una fonte di energia priva di carbonio. Microsoft ha già firmato un accordo per la riapertura della centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania, teatro del più grave incidente nucleare nella storia degli Stati Uniti nel 1979. Amazon e Google, nel frattempo, hanno raggiunto accordi per piccoli reattori nucleari modulari.
Investimenti a lungo termine
Queste partnership sperimentali rappresentano una scommessa importante, poiché le aziende devono convincere i loro azionisti e Wall Street dei benefici a lungo termine di questi investimenti, i cui risultati tangibili potrebbero non essere visibili per un certo periodo di tempo. Gli ultimi report finanziari trimestrali di Amazon, Microsoft, Meta e Google hanno fornito uno scorcio sui potenziali benefici dell’IA in termini di aumento della produttività e riduzione dei costi operativi. Tuttavia, questi piccoli progressi sono stati accompagnati da un aumento vertiginoso delle spese correlate, che sono aumentate del 62% a 60 miliardi di dollari tra luglio e settembre.
Gli analisti stimano che i colossi tecnologici spenderanno complessivamente 209 miliardi di dollari sull’IA quest’anno, il 42% in più rispetto al 2023, con i data center che rappresenteranno l’80% del totale. Mentre Microsoft ha rivelato di essere a un passo dal raggiungere il traguardo di 10 miliardi di dollari di ricavi legati all’IA, gli altri giganti tecnologici sono stati meno generosi nel fornire informazioni finanziarie dettagliate. Meta, ad esempio, ha solo menzionato come l’IA abbia rafforzato il suo business pubblicitario e migliorato l’esperienza dei consumatori, mentre Amazon Web Services ha descritto le sue attività nell’IA come “multi-miliardarie” con tassi di crescita oltre il 100%.
Queste dichiarazioni vaghe non hanno rassicurato gli analisti e gli investitori, soprattutto se confrontate con i numeri vertiginosi delle spese per i data center e le apparecchiature. Molti ritengono che questi costi elevati peseranno pesantemente sui conti economici delle aziende nell’anno a venire.
Jim Covello, ricercatore di Goldman Sachs che era tra gli esperti principali a mettere in guardia sulla bolla delle dot-com alla fine degli anni ’90, ha lanciato l’allarme sui potenziali rischi di una “bolla dell’IA” in un recente articolo per il New York Times. Covello aveva già affermato in un rapporto di ricerca all’inizio di quest’anno che i miliardi di dollari investiti nelle aziende di IA potrebbero non produrre un ritorno significativo e che la gamma attuale di strumenti di IA semplicemente non è sufficientemente efficace per generare un aumento significativo della produttività.
Nel suo ultimo articolo, Covello prevede che le aziende finiranno per tagliare le loro spese quando si renderanno conto che i costosi strumenti di IA incidono notevolmente sui loro profitti. E non esclude la possibilità di un crollo simile a quello della bolla delle dot-com.
Prospettive future
Pertanto, mentre i colossi tecnologici continuano a versare miliardi nella caccia alla supremazia nell’IA, le implicazioni finanziarie e la sostenibilità a lungo termine di questi investimenti rimangono oggetto di un intenso dibattito. Gli anni a venire saranno cruciali per determinare se il boom dell’IA sarà redditizio e quindi rimarrà a disposizione di tutti o se alla fine soccomberà allo stesso destino della bolla delle dot-com, diventando uno strumento per pochi.
Tuttavia, c’è anche un’altra possibilità: se le aziende riusciranno a essere più parsimoniose nei loro investimenti in IA, concentrandosi maggiormente sull’efficienza e l’efficacia degli strumenti piuttosto che sulla semplice corsa agli annunci e alle spese, potrebbero emergere significativi benefici per tutti gli utenti.
In uno scenario più contenuto di investimenti, gli strumenti di IA potrebbero diventare più affidabili, precisi e accessibili per il pubblico in generale. Anziché rincorrere costosi progetti a lungo termine, i colossi tecnologici potrebbero puntare su soluzioni IA più mirate, in grado di risolvere problemi specifici degli utenti in modo più efficiente.
In definitiva, un approccio più equilibrato agli investimenti in IA potrebbe rivelarsi la chiave per ottenere veri e duraturi vantaggi per i consumatori, superando la semplice corsa al dominio del mercato. Una prospettiva sicuramente più auspicabile rispetto ai rischi di una nuova bolla speculativa che danneggerebbe tutti.