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Omelia di Mons. Lagnese – 31 marzo 2021 presso la Chiesa Cattedrale in Ischia

Nel giorno in cui tutti i presbiteri della Diocesi si raccolgono intorno al Vescovo per il rinnovo delle promesse fatte al momento della loro ordinazione sacerdotale e si consacrano gli olii santi, Mons. Lagnese, intervenuto in Cattedrale per la celebrazione, ha voluto nella sua omelia puntare l’attenzione su alcuni punti fondamentali di questa importante giornata che si colloca all’interno della Settimana Santa e serve a ricordare la missione di coloro che consacrando la loro vita al Signore, ne continuano l’operato, secondo quanto detto nel Cap. 61 del Libro di Isaia (da cui è tratta la Prima Lettura proposta dalla Liturgia).

“Lo Spirito del Signore è su di me”, dice il testo, affermazione poi ribadita dallo stesso Gesù nel famoso brano del Vangelo nel quale egli dopo aver letto dal rotolo proclama che quella profezia si compie in lui. Per tutta la vita Gesù non ha fatto che annunciare, con le parole e con le opere, la ‘bella notizia’ ai poveri, ai mendicanti, agli oppressi.

Ma quello Spirito che è sceso su di lui, ha precisato Mons. Lagnese, egli lo ha partecipato anche a noi, esso ci viene dato con il Battesimo e con la Confermazione, ma anche tutte le volte che ci accostiamo al sacramento della Eucarestia e della Riconciliazione. Ma l’attenzione del Vescovo corre ai sacerdoti, poiché: «Lo Spirito viene donato a tutti noi, ma in modo particolarissimo ai sacerdoti,  coloro che sono stati chiamati a partecipare alla stessa missione di Cristo, coloro che sono chiamati a rendere presente il Signore Gesù agli altri. Essi sono chiamati a continuare
l’opera di salvezza iniziata da Cristo». Questa preziosa, ma anche impegnativa eredità è il nucleo centrale della missione del presbitero, al quale viene detto nel giorno della sua ordinazione: “Possa Dio portare a compimento l’opera che ha iniziato!”

È questo lo scopo e il valore dell’unzione e della effusione dello Spirito Santo, che scende affinché si possa portare a compimento l’opera di Dio. Ed è questo l’augurio e la preghiera che il Vescovo Pietro  ha elevato, che in tutti i presbiteri possa compiersi l’opera di Dio. Egli ha così ribadito: «Siamo stati unti per ungere, se non ungiamo falliamo la nostra missione. Possiamo fare tante cose, ma non stiamo
realizzando ciò che è la missione che il Signore ci ha affidato. C’è bisogno di sacerdoti che annuncino il Vangelo, non solo con la parola, ma soprattutto con le opere».

E qui il Vescovo ha rivolto il suo pensiero alla nostra isola tormentata dalla pandemia. Se il Vangelo non si annuncia solo con la parola, ma con le opere e se l’operato del sacerdote deve essere rivolto, come Gesù ci ha insegnato, ai poveri e agli oppressi, allora è bene che soprattutto in questo momento i presbiteri siano pronti a dirigere le loro azioni verso chi in questo momento è in difficoltà: «Quante situazioni richiedono la presenza della Chiesa! Penso a tante famiglie che sono visitate dai conflitti e dalle divisioni, dalla mancanza di speranza, famiglie che hanno abbandonato il desiderio di generare figli, dove il Signore non trova più posto.»

Siamo a cinque anni dalla pubblicazione di Amoris Laetitia e in questa occasione il Papa ha voluto promuovere un anno per la famiglia, nel quale non ci sia solo annuncio, ma opere di sostegno e supporto e la Chiesa è chiamata in prima persona a farsi protagonista di questa operazione attraverso i sacerdoti. Grande attenzione è stata dedicata da Mons. Lagnese alla grave situazione dei lavoratori stagionali che per il secondo anno si trovano a vivere una situazione di estrema precarietà per la quale non si vede ancora via d’uscita a causa del perdurare della pandemia.

In particolare il Vescovo ha fatto sentire la sua vicinanza alla famiglia che di recente ha subito l’abbattimento della propria abitazione – ricordiamo che Mons. Lagnese aveva fatto sentire la sua voce
chiedendo alle autorità una deroga – «Non entro nel merito della questione dell’abusivismo e degli abbattimenti, ma mi sembra che questo non sia il tempo per abbattere, ma il tempo della solidarietà e della condivisione, in cui ci sosteniamo a vicenda» Fondamentale, ha concluso Mons. Lagnese, l’azione dei sacerdoti, nel portare anche sostegno psicologico nelle situazioni di disagio e stanchezza.

Possano dunque essi continuare ad agire secondo il loro mandato nella speranza che al più presto possano avere una nuova guida.

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