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Lolo Kiko, il nonno del mondo

Da Angeli custodi a nonni di Gesù

Si festeggiano il 2 ottobre, nella giornata dedicata agli angeli custodi e non è un caso che i nonni siano proprio considerati gli angeli custodi di ogni bambino. Quelli a cui ricorrere quando i genitori sono troppo severi, quelli che si impongono perché ti venga tolta la punizione, quelli che ti viziano come non hanno mai fatto con i loro figli. Nell’immaginario di ogni bimbo c’è anche che quando il nonno sale in cielo, questi diventa il suo angelo custode per sempre.
Papa Paolo VI e Giovanni XXIII dissero “Dite ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro, e ricordate ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro.”
Per ricordarci tutti che la storia non inizia e non finisce con una sola vita o una sola generazione e che ci sarà sempre un prima ed un dopo ed è così dalla notte dei tempi e così sarà fino alla fine. Gli anziani sono i custodi di un tempo che non c’è più e che se non fosse per loro non avrebbe nessuna memoria e nulla, nemmeno un aneddoto sarebbe risparmiato all’oblio. Con loro invece, esistono particolari, tradizioni, detti che superano le generazioni ed arrivano in luoghi ed epoche impensabili; di contro, se i giovani non si affacciassero indietro e non condividessero con i nonni le scoperte e i passi avanti che la loro generazione ha compiuto, gli anziani verrebbero tagliati fuori dalla nuova era, dalla evoluzione e dalla dimensione di continuità che conferisce un senso ad ogni generazione.
“La nostra memoria, le radici dei popoli, l’anello di congiunzione tra le generazioni, un tesoro da custodire”, così papa Francesco al termine della preghiera dell’Angelus di domenica scorsa, nell’istituire la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si festeggerà la quarta domenica di luglio, in prossimità dei Santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù.
I nonni sono la voce a cui dar voce, la pietra d’angolo perché non sia mai o mai più considerata d’inciampo, il fulcro centrale della famiglia ed il riferimento di intere generazioni. Sono quelli che hanno pagato sempre e in prima persona con guerre, povertà, carestie e covid. Sono gli stessi che se gli avessero chiesto di stare chiusi in casa per un anno sennò avrebbero contagiato i giovani, si sarebbero barricati per due di anni e senza fiatare. Sono quelli che fanno gli occhi acquosi se non ti vedono per parecchio ma non dicono nulla per non disturbare, ma sono quelli che quando gli comunichi una vittoria, gioiscono più di chiunque altro e gli stessi a cui se gli tacci un fallimento, se ne accorgono ancor prima che tu possa comunicarlo ai tuoi genitori.
Confidenti di segreti che si porteranno fino alla morte, consiglieri non richiesti ma in ogni caso sostenitori più sfegatati di qualunque fan. Patrimonio dell’umanità, non potevano che essere celebrati più che degnamente, sia con gli angeli custodi, sia coi nonni di Gesù. Rendiamo loro merito e giustizia, magari un po’ più spesso di quelle due sole date, perché alla fine il favore lo facciamo a noi. Loro ci nutrono di sguardi amorevoli e sognano per noi futuri brillanti immolandosi a protettori del nostro cammino, che il loro, non ce la fanno più a farlo.
Gli anziani sono un “noi” che presto o tardi arriva, per qualcuno è dietro l’angolo, per qualcun altro a pochi isolati da cui sta. Quel noi che fa ricordare, che ci sostiene nell’andare avanti sapendo che le radici sono forti e stabili tanto da poterci consentire di innalzare i nostri rami verso il cielo. Radici dalle quali nasce altro frutto.
“Ciò che l’albero ha di fiorito, vive di ciò che ha sepolto”, Francisco Luis Bernárdez, poeta argentino molto caro al Papa.
“È importante che i nonni incontrino i nipoti e che i nipoti si incontrino con i nonni, perché – come dice il profeta Gioele – i nonni davanti ai nipoti sogneranno, avranno l’illusione e i giovani, prendendo forza dai nonni, andranno avanti, profetizzeranno.”
Tema caro al Papa che sente di appartenere egli stesso alla terza età. Nel passato ri-cordava che nelle Filippine veniva chiamato “Lolo Kiko”, nonno Francesco e dunque è più che mai vicino alla tematica dei nonni e degli anziani, da difendere a spada tratta e custodire dai pericoli subdoli della cultura dello scarto.
Il Papa sogna un mondo che viva dell’abbraccio tra nonni e nipoti, anziani e giovani ricordando ai giovani che se hanno dalla loro una vita davanti, gli anziani possono ce-dere l’esperienza della vita di dietro, una vita che malgrado l’età, non va sprecata ma percorsa fino alla fine reinventandosi. Molte sono le aspettative disattese ed altrettan-te le ingratitudini con cui i nostri anziani devono fare i conti ed è anche per questo che occorre dare “dignità alla memoria e ai sacrifici” delle generazioni passate.
“perché dai sogni degli anziani traggano le loro visioni per un futuro migliore. Per camminare verso il futuro serve il passato, servono radici profonde che aiutano a vivere il presente e le sue sfide. Serve memoria, serve coraggio, serve sana utopia. Ecco cosa vorrei: un mondo che viva un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani.”

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