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Maria, l’umile donna che diviene Madre della speranza

La visita del vescovo Mons. Gennaro Pascarella a Lacco Ameno, per i festeggiamenti della Madonna delle Grazie

Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

Lc. 1, 46-55

La comunità di Lacco Ameno ha concluso il 2 luglio la festa della Madonna delle Grazie, alla quale è intitolata la parrocchia, con animo unito al cuore immacolato della Vergine celeste, emblema di umiltà e sua amata Regina

Come ama ricordare il parroco del locus amoenus, Don Gioacchino Castaldi, ogni festa mariana è una visita, una visita che Maria concede ai suoi figli, da qui ne deriva una gioia immensa; la madre vede i suoi figli e i figli vedono lei. Il regalo che l’ancella del Signore ci concede è suo figlio, è Gesù: rivolgendoci a lui otteniamo le grazie che solo Dio può dispensare, la Madonna è una mediatrice, lei intercede a nostro vantaggio.

Con Maria il Verbo si fa carne, la promessa si compie, il suo sì cambia la storia, Maria sfoga tutta il suo entusiasmo, la sua devozione, la sua fede e il suo ringraziamento nel canto del Magnificat: Dio ha guardato l’umiltà della sua serva avrebbe potuto scegliere qualcuno di più rappresentativo, invece, sceglie la nobiltà del cuore. Con lei come esempio, Lacco Ameno punta a liberarsi da tutto ciò che è invidia, superbia, orgoglio, perché sono questi sentimenti che affliggono le anime e non ci rendono felici. In questo clima spirituale il popolo della martire cartaginese accoglie per la prima volta Mons. Gennaro Pascarella, il nuovo vescovo di Ischia, il quale ha presieduto la messa solenne vespertina del 2 luglio in onore alla Madonna delle Grazie.

Maria giovane donna di Nazareth con il suo sì diventa la madre della speranza, ha detto Mons. Pascarella nella sua omelia, precisando quanto la Vergine bella sia l’emblema della fede: Elisabetta la saluta apostrofandola come beata perché ha creduto nelle promesse. Il nostro vescovo continua sottolineando la fiducia che Maria depone in Dio e in suo figlio, Gesù; Maria è una donna che spera: per comprendere questa affermazione bisogna immedesimarsi nel cuore di una madre che non ha avuto tutto facile ma che dal primo momento ha dovuto lottare per difendere il figlio. Subito dopo la sua nascita è costretta a scappare per proteggerlo. Anche se la sua casa è colma di amore e pace affronta tante peripezie fino a ritrovarsi sotto la croce: qui vede suo figlio dilaniato dal dolore, il suo cuore di madre viene trafitto ma lei continua a sperare, continua a credere, nelle promesse e in Gesù che aveva annunciato la sua resurrezione. Proprio Cristo nel momento culminante della sua passione affida tutti noi a Maria, consegnandocela come nostra Madre, da qui allora dobbiamo partire per chiedere l’intercessione della giovane donna di Nazareth divenuta la Madre della speranza. Monsignore conclude la sua omelia con un’antica preghiera mariana:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta. Amen!

La santa messa si conclude con una presentazione della comunità parrocchiale lacchese ad opera di una delle catechiste della parrocchia, Debora Caputo, la quale sceglie di cominciare il suo intervento con i versi di Lacc’Ameno una poesia di un poeta locale, Antonino De Siano:

Na vranca e casarelle spas ‘o sol
na chiesa, nu rilogio e doie campane.*

Testo messo a disposizione della parrocchia dal Dott. G. Irace, nipote dell’autore.

Scelta originale e adatta per descrivere quel mondo piccolo e singolare che è il paese della martire cartaginese. La giovane catechista continua esprimendo la gratitudine che Lacco prova nei confronti del nuovo vescovo: la sua nomina ha fugato i dubbi, spazzando via quel clima di incertezza che il trasferimento di Padre Pietro aveva causato, ora il gregge ha di nuovo il suo pastore. Debora continua descrivendo il paese: questa vranca e casarelle ha tante chiese, due congreghe e una sola parrocchia, un occhio esterno potrebbe pensare a divisioni interne, ma in verità si tratta di fratelli e sorelle che amano ognuno le proprie radici e che all’occorrenza si riuniscono nel cuore della parrocchia, dalla Vergine bella.

La catechista parla poi con delicatezza dei problemi e delle difficoltà che Lacco vive: ricorda il terremoto attraverso l’immagine dell’orologio fermo sul campanile della chiesa situata al Fango, ricorda che il terremoto ha devastato questo luogo e chiede l’aiuto di Pascarella per un’eventuale riapertura. Non manca poi di l’accenno alla Basilica di Santa Restituta, prima sede vescovile dell’isola, con gli scavi e il museo da ripristinare.

La Madonnina bella ci ha fatto la grazia di avere un nuovo pastore al quale Locus Amoenus ha manifestato tutta la sua accoglienza ma anche la richiesta della sua intercessione.

A cura di Palma Impagliazzo

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