La fotografia della famiglia arrivata in Belgio da Kabul è diventata virale
Sulla pista di Melsbroek, aeroporto militare di Bruxelles, scendono in fila, appena sbarcati da Kabul. Prima il padre, pensieroso, il figlio piccolo per mano. Poi la madre, seria, incredula ancora.
Ma, ultima, la bambina, sui 9 anni, vestita di chiaro, non cammina, salta: di gioia, come i bambini cui è promesso un regalo, o una cosa meravigliosa.
Prima la lunga angoscia, chiusi in casa per giorni, poi la fuga, poi la calca disperata, all’aeroporto. Le grida, i pianti, le carte con i timbri esibite dagli adulti, supplicanti. E infine nella carlinga di un aereo militare che decolla, nel fragore del motore, immobili per ore e ore fra cento altri. Sfinita s’era addormentata la bambina; mentre sua madre le sussurrava all’orecchio di una nuova casa, di una scuola, di un’altra vita davanti.
E ora che il portellone s’è aperto e il chiarore di fine estate a Melsbroek, 50 chilometri dal Mare del Nord, si allarga attorno, la bambina afghana proprio non può camminare, ma salta, colma di gioia. Quella luce mite, l’orizzonte piano, e il silenzio: la pace, si dice, dev’esser questa, eccola, finalmente. E corre e ride, i capelli bruni al vento: è lei stessa la vita, catturata in uno scatto sull’asfalto di Melsbroek, Belgio, Europa.
di Marina Corradi – Avvenire
Foto: “Una famiglia evacuata da Kabul arriva all’aeroporto militare di Melsbroek, in Belgio” – Reuters/Johanna Geron