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Apertura del Sinodo dei Vescovi e del cammino solidale della Chiesa Italiana

È un inno allo Spirito Santo l’omelia pronunciata dal Vescovo Gennaro in occasione dell’apertura del Sinodo, avvenuta mercoledì sera, 18 ottobre scorso, in Cattedrale. Il Sinodo – ha detto il Vescovo – è un momento ecclesiale, ma il protagonista è lo Spirito Santo. «Sia questo Sinodo un tempo abitato dallo Spirito Santo!», ha esclamato con gioia, poiché di esso abbiamo bisogno per sentire il respiro di Dio sempre nuovo su di noi, quel respiro che ci libera dalle chiusure e rianima coloro che sono morti.

Lo Spirito ci guida nella direzione indicata da Dio per il nostro bene, consentendoci di allontanarci da quei sentieri pericolosi che spesso pratichiamo seguendo opinioni e gusti personali. Dobbiamo essere capaci di metterci in ascolto per percepire la voce di Dio, come fece il profeta Elia, che comprese che Dio non arrivava con fenomeni roboanti e spettacolari, non con tuoni e fulmini, ma ‘nella brezza leggera’.

Deve esserci da guida anche il cammino delle prime comunità cristiane, quelle descritte da San Luca – l’Evangelista di cui si fa memoria il 18 ottobre – negli Atti degli Apostoli, dove è appunto narrato il percorso dei primi cristiani e dove si legge che è sempre stato lo Spirito Santo a spingere il cammino della Chiesa delle origini, e che ha consentito agli Apostoli di aprirsi a tutti e di non restare chiusi nel loro cerchio ristretto.

Il Vescovo Gennaro ha poi ricordato la raccomandazione fatta da Papa Francesco nel discorso di apertura del Sinodo a Roma: “Se non ci sarà lo Spirito in questo cammino sinodale, sarà solo un parlamento diocesano, ma non un sinodo; è necessario camminare ascoltando lo Spirito Santo, magari anche discutendo con lui”. Delle tre parole – chiave del Sinodo: Comunione, Partecipazione e Missione, il Vescovo ha voluto sottolineare la parola partecipazione, come ‘esigenza della fede battesimale’. «Il Battesimo è la nostra sorgente di vita, da esso deriva l’uguale dignità di figli di Dio, pur nella differenza di crismi e ministeri. Tutti i battezzati sono chiamati a partecipare alla vita della Chiesa e alla sua missione. È la partecipazione che rende concreta la comunione e la missione». E questo vale anche per i vescovi e i presbiteri, che corrono il rischio di staccarsi dal popolo che devono guidare per arroccarsi in posizioni cattedratiche o da semplice ‘padrone della baracca’, come ha detto Papa Francesco riferendosi ai parroci. Il cammino sinodale deve farci comprendere invece che siamo tutti popolo santo di Dio, che tra tutti c’è pari dignità e tutti siamo chiamati a collaborare con il giusto atteggiamento. Bisogna passare – ha detto il Vescovo – dal non sentirsi mai in causa, perché ‘non tocca a me’, alla consapevolezza di essere dentro una famiglia nella quale ognuno è insostituibile.

Ci sia dunque da guida lo Spirito santo, ci insegni il senso della corresponsabilità, della condivisione, del diritto alla parola e del dovere dell’ascolto.

Il Vescovo ha così concluso:

Facciamo nostra la preghiera del Papa nel momento di riflessione per l’inizio del percorso sinodale

Vieni, Spirito Santo.

Tu che susciti lingue nuove e metti sulle labbra parole di vita,

preservaci dal diventare una Chiesa da museo,

bella ma muta, con tanto passato e poco avvenire.

Vieni tra noi,

perché nell’esperienza sinodale

non ci lasciamo sopraffare dal disincanto,

non annacquiamo la profezia,

non finiamo per ridurre tutto a discussioni sterili.

Vieni, Spirito Santo d’amore,

apri i nostri cuori all’ascolto.

Vieni, Spirito di santità,

rinnova il santo Popolo fedele di Dio.

Vieni, Spirito creatore,

fai nuova la faccia della terra.

Amen.

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