Nonostante si sia concluso l’anno dedicato alla figura di San Giuseppe, Papa Francesco continua le sue catechesi mettendo in risalto le qualità del padre putativo di Gesù, in particolare questa volta racconta della fuga in Egitto della Santa Famiglia a causa di Erode (cfr Mt 2,13-23) dopo l’avviso dell’angelo in sogno: «Il re Erode viene a sapere dai Magi della nascita del “re dei Giudei”, e la notizia lo sconvolge. Si sente insicuro, si sente minacciato nel suo potere. Così riunisce tutte le autorità di Gerusalemme per informarsi sul luogo della nascita, e prega i Magi di farglielo sapere con precisione, affinché – dice falsamente – anche lui possa andare ad adorarlo. Accorgendosi però che i Magi erano ripartiti per un’altra strada, concepì un proposito scellerato: uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù in quanto, secondo il calcolo dei Magi, quello era il tempo in cui Gesù era nato. Nel frattempo, un angelo ordina a Giuseppe: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò. Erode, infatti, vuole cercare il bambino per ucciderlo” (Mt 2,13). …La fuga della Santa Famiglia in Egitto salva Gesù, ma purtroppo non impedisce a Erode di compiere la sua strage. Ci troviamo così di fronte a due personalità opposte: da una parte Erode con la sua ferocia e dall’altra parte Giuseppe con la sua premura e il suo coraggio. Erode … è l’uomo che diventa “lupo” per gli altri uomini. … Giuseppe è l’opposto di Erode: prima di tutto è “un uomo giusto” … inoltre si dimostra coraggioso nell’eseguire l’ordine dell’Angelo. … Il coraggio è sinonimo di fortezza, che insieme alla giustizia, alla prudenza e alla temperanza fa parte del gruppo delle virtù umane, dette “cardinali”».
Sulle Fonti Francescane viene raccontato un aneddoto che mette in luce l’atteggiamento virtuoso di un frate rispetto ad un confratello poco nobile d’animo, quasi tiranno: “Una volta giunsero due frati dalla Terra di Lavoro (zona della Campania) ed il più anziano era stato spesso di scandalo all’altro. Non era, veramente, un compagno ma un tiranno. Il più giovane però sopportava tutto con mirabile silenzio per amor di Dio. Giunti ad Assisi, il più giovane si recò da Francesco, perché gli era familiare. Il Santo, tra l’altro, gli chiese: «Come si è comportato verso di te il tuo compagno in questo viaggio?». «Abbastanza bene in tutto, rispose il frate». E il Santo di rimando: «Guardati, fratello, dal mentire sotto pretesto di umiltà. Perché so come si è comportato verso di te; ma aspetta un poco e vedrai». Il frate si meravigliò moltissimo che in spirito fosse venuto a conoscere fatti accaduti a tanta distanza. Non molto tempo dopo, il frate che aveva dato scandalo al compagno, lasciò la vita religiosa e se ne uscì. Senza dubbio è segno di animo perverso e chiaro indizio di poco buon senso viaggiare assieme ad un buon compagno e non essere dello stesso sentimento” (FF 624).
Anche questa volta il Santo Padre conclude la catechesi con una preghiera al Santo Patrono della famiglia: «San Giuseppe, tu che hai sperimentato la sofferenza di chi deve fuggire, tu che sei stato costretto a fuggire per salvare la vita alle persone più care, proteggi tutti coloro che fuggono a causa della guerra, dell’odio, della fame. Sostienili nelle loro difficoltà, rafforzali nella speranza e fa’ che incontrino accoglienza e solidarietà. Guida i loro passi e apri i cuori di coloro che possono aiutarli. Amen».
Ordine francescano secolare di Forio