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L’archeologia nel nome dei due Marotta

L’Istituto Comprensivo “Giuseppe Marotta” di Pozzuoli, intitolato allo scrittore partenopeo, ha visto l’attuazione di un “compito di realtà” dedicato a Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Modello di nave romana realizzato da ragazzi del Rione Traiano

È stato realizzato attraverso un laboratorio di falegnameria che ha portato alla costruzione di un modello una nave oneraria, una delle imbarcazioni che hanno solcato il mar Mediterraneo durante l’impero romano. Una nave come una di quelle ritrovate nei pressi del Maschio Angioino, un luogo di Napoli che in epoca classica corrispondeva al porto della città. Gli alunni della “Marotta” hanno ricostruito pezzo per pezzo un modello che oggi è in mostra all’ingresso della sede centrale in via Adriano.

«Un’esperienza didattica importantissima – spiega il professor Antonio Luongo – quasi quaranta ragazzi della secondaria di primo grado sono stati coinvolti nelle diverse fasi, dalla progettazione alla realizzazione. I nostri ragazzi si sono appassionati alla costruzione di questa imbarcazione realizzando tutto il progetto, dalla carenatura fino alla definizione delle vele e del cordame.

Siamo stati seguiti da esperti esterni come i maestri d’ascia Salvatore Mollo e Jason Alexander Ulysse Gascourt dell’Associazione Falegnameria Sociale. Abbiamo eseguito le indicazioni tecniche della professoressa Veronique Autheman, storica dell’arte. È stato un percorso di “Archeologia sperimentale”, un’opportunità molto rara per chi frequenta le scuole medie.

La nave è stata dedicata a Gerardo Marotta, l’avvocato napoletano scomparso nel 2017 e fondatore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. È stato un modo per appassionare i ragazzi alla storia, per realizzare un progetto lavorando insieme ma non finisce qui…». Il professor Luongo ha infatti immaginato che la costruzione del modello in scala possa rappresentare solo il primo passo.

L’idea è di coinvolgere i ragazzi per la realizzazione di una vera nave che possa solcare le acque del golfo di Napoli. «Vogliamo chiamare il progetto “Una nave per la Pace e per la Vita” – prosegue Luongo – L’idea è costruirla in un cantiere esterno in collaborazione con l’Università e ai maestri d’ascia, utilizzando fondi pubblici e privati. Immaginiamo che, una volta ultimata, la nostra nave possa essere un attrattore turistico collocandola nello specchio d’acqua del porto di Napoli.

Per adesso è solo un sogno, ma come scuola lavoriamo anche per realizzare sogni».

«Il progetto è stato realizzato nell’ambito del piano “Scuola d’Estate” – ha spiegato il dirigente scolastico Clementina Esposito – ed è nato come laboratorio per la lavorazione del legno, coinvolgendo più discipline. Gli alunni sono stati impegnati due volte a settimana, venendo a scuola di pomeriggio.

È stata un’esperienza molto importante perché con questo progetto abbiamo risposto ad una indicazione della didattica moderna che richiede che con gli studenti possano realizzare i cosiddetti compiti di realtà. I ragazzi hanno terminato un lavoro che adesso è esposto, visibile alla comunità scolastica e non solo.

È un patrimonio della scuola, segno che è possibile pensare ad un modello di istruzione nuovo».

Ciro Biondi
In collaborazione con Segni dei Tempi

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